"La Giornata Mondiale dell’Infanzia celebra la data in cui la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia venne approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Era il 20 novembre 1989; la data coincide con un duplice anniversario: la dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1789) e la Dichiarazione dei Diritti del Bambino (1959)."http://www.azzurro.it/accendi2007/saperne.html
di Marcella Militello
La Giornata Mondiale dell' Infanzia è dedicata a tutti quei bambini che in modi diversi, per cause diverse ed in luoghi diversi si trovano ad avere in comune l'impossibilità di vivere la loro "infanzia". Ogni giorno in tutto il mondo bambini delle più tenere età sono costretti a lavorare, molti di loro sono sfruttati e vivono in condizioni di schiavitù. Ogni giorno contraggono malattie, si ritrovano ad essere orfani; ogni giorno perdono una gamba o un braccio; ogni giorno tante bambine perdono la loro fanciullezza per un capriccio di qualche squallida persona e la predisposizione venale di qualche altra. Per fortuna in Italia, eccetto rare situazioni, tutti i bambini possono godere della loro fanciullezza. Di certo l'obbligo scolastico ha aiutato molto togliendo braccia al lavoro sottopagato e nero. Ma, in Italia vivono da anni comunità ROM, le quali in base a precisi accordi, hanno l'autorizzazione a vivere nel territorio italiano, non abbandonando però la loro tradizione nomade. Queste comunità ROM sono state oggetto di numerosi scandali: rubano, spacciano armi, stuprano, uccidono! Sebbene sono dell'idea che questi reati vadano puniti severamente, non mi sono mai scandalizzata troppo...anche noi italiani rubiamo, spacciamo armi, stupriamo, uccidiamo! Ciò che, invece, mi inorridisce ogni giorno è il vedere tanti bambini "usati" da queste comunità per impietosire la gente e convincerla a cedere qualche moneta. Bambini costretti a vivere in ambienti sporchi e freddi come la metropolitana, ad imparare a soli 4 anni i trucchetti per sfilare un portafoglio col rischio di prendere due sberle se il proprietario se ne accorge; bambini costretti a cantare misere filastrocche per simulare potenziali "artisti di strada"; bambini che guardano con gli occhi languidi e sorridono se gli dai un cioccolato mentre poco gli importa se dai loro monetine (quelle gli servono solo per non essere picchiati dal babbo); bambini che non possono giocare nei parchi perché devono elemosinare; bambini che non possono andare a scuola perché la strada li sta aspettando; bambini costretti a vivere in baracche fatiscenti e pericolose; bambini costretti a subire una morte atroce. Sarebbe bello poter dire lasciamo vivere i ROM come meglio credono, ma questo presupporrebbe una tale dose di coscienza da parte loro che, se esistesse davvero, potrebbe anche garantire loro l'anarchia utopica...sarebbe bello si! Ma non è così. L'uomo è per sua natura incosciente ed egoista e a pagarne le spese sono sempre loro: i più deboli.Mi chiedo...aldilà di tutti i "razzismi" e i "diritti dei ROM": non è che a volte si parteggia senza saper per quale ideale?Quando Cofferati, lo scorso anno, aveva fatto sgombrare alcune baracche vicino al fiume è stato aggredito da tutti e preso per fascista...Cofferati avrà anche le sue colpe ma è anche vero che tanti uomini sono stati allontanati perché "illegali" (a noi di sinistra piace perlare di "legalità"), e le donne e i bambini sono stati solamente spostati in un luogo un po' più sicuro.A Roma, ai margini dell'Aniene vivono comunità che rischiano di essere spazzate via da una piena. Non è il caso di garantire a queste comunità dei diritti, quali luoghi più sicuri dove potersi stabilire?Non è anche il caso di imporre loro dei doveri? Primo fra tutti l'obbligo scolastico! E come lo si fa rispettare? Carta d'identità anche per loro. Obbligo di essere identificato come un qualsiasi cittadino italiano. Se iniziamo ad educarli a piccole e semplici regole di convivenza civile, potranno più facilmente godere dei diritti che gli spettano. Ma i diritti spettano innanzitutto ai bambini. A sette anni un bambino deve andare a scuola, un ambiente caldo, sicuro, pulito; deve imparare a leggere a contare; deve giocare con i coetanei durante l'intervallo. Non deve morire bruciato dentro una bettola!
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