martedì 18 dicembre 2007

Partire...per poi tornare....


di Totò Frenda

Prima di tutto vorrei chiedere scusa se per tutto questo tempo non ho scritto sul blog(prima e ultima volta fu in campagna elettorale). Sugnu un pocu sciarriatu con il computer.
In quello che scrissi allora c'era un mix di rabbia, sdegno e voglia di rivincita nei confronti di chi aveva iniziato un percorso di distruzione di un paese, di una generazione. Credo di essermi impegnato fino in fondo in quella campagna elettorale, facendo sacrifici che un ragazzo di 23 anni disoccupato poteva fare. Non volevo e non voglio detto grazie da nessuno. Grazie lo dico io! A quei distruttori di sogni, distruttori di un paese e di una generazione! Grazie! Grazie di avermi dato una mano a far crescere ancor di più l'uomo che c'è in me! Grazie di aver creato l'opportunità di farmi conoscere ancora più giovani che vi reputano incapaci. Grazie di avermi messo un etichetta marchiata a fuoco (di cui ne vado fiero). Un etichetta che dice: "GIOVANE FACINOROSO NON COMPRABILE MANCU CU STA MINICA". Grazie di avermi dato l'opportunità di misurarmi con gli altri. Grazie avermi fatto cantare, "O BELLA CIAO", "L'INTERNAZIONALE", "AVANTI POPOLO" ed altre chimere con lo stesso spirito di chi le cantò in passato. Grazie di avermi dato la forza di innalzare quella bandiera pesante ricca di storia, significato e valore e sentirmi fiero. Grazie di avermi dato l'opportunità di fare un comizio insieme ai miei COMPAGNI. Grazie di avermi fatto capire, con il vostro modo di fare politica, qual'è la vera politica e quale non lo è. E grazie per tante altre cose e tanti altri motivi. GRAZIE GRAZIE GRAZIE. Chiusa la parentesi introduttiva dei ringraziamenti, passiamo ad altro.
P.S. chi si è sentito ringraziato e ha le lacrime agli occhi, può smettere di leggere. Non vi preoccupate non mi offendo.

Torniamo a noi.
Un giorno di fine Ottobre mi sveglia una telefonata.
IO: PRONTO
TEL.: IL SIG. FRENDA?
IO: SI. CON CHI PARLO?
TEL: CHIAMO DA ROMA SONO DELL'ISTITUTO ALBERGHIERO XXX. LE VOLEVO
DIRE SE E' DISPOSTO AD ACCETTARE UNA SUPPLENZA COME INSEGNANTE DI
CUCINA. ACCETTA?
IO: CERTO!
TEL: BENE! DEVE PRESENTARSI QUI LUNEDI MATTINA ENTRO LE 08:00.
IO: OK. GRAZIE E ARRIVEDERCI.
MIA MAMMA: CHI ERA?
IO: MA'! TI RICORDI DDRA' DOMANDINA CHI FICI A RROMA?
MIA MAMMA: SI MI LA RICORDU.
IO: MI CHIAMARU E VONNU CA LUNEDI HA ESSIRI DDRA'!
MIA MAMMA: E ALLURA TINNIVA' MMDEMMA TU?
IO: SI MA'.

Una delle telefonate più belle della mia vita! Ero felice! Andavo a Roma a lavorare! L'idea di andare in una grande città mi eccitava! Insegnare una delle cose per me più belle e affascinanti. La Cucina. Una delle poche cose che mi rende fiero di essere ITALIANO perché, oltre ad essere una delle arti più belle, ci rappresenta nel mondo in maniera positiva e creativa sotto tutti i punti di vista. Sono tutti i giorni a scuola con degli alunni dai 16-18 anni e noto tutte le differenze che ci sono tra uno studente di Roma e uno studente della provincia agrigentina.
Ho avuto l'occasione di stare quattro giorni a Bologna e li mi sono incontrato con una parte di amici e compagni residenti al nord. Questi compagni/amici sono: FLORINDA, ROLANDO, MARIAELENA, CLAUDIA, ANDREA, GIUSEPPE, LIANA, GASPARE E MIO "FRATELLO" LUIGI. Fu strano per me ritrovarsi fuori Raffadali e a discutere di Raffadali, dei raffadalesi e dei loro giovani. Fu ancora più strano sentire, una mia carissima compagna e amica, parlare del nostro paesino e dei nostri compaesani con distacco. Rimasi stupito e in credulo anche di alcune cose che mi disse! Ho pensato che gli avevano fatto il lavaggio del cervello! Non credevo a tutte quelle parole che gli uscivano dalla bocca. Parole di rabbia nei confronti di quella gente che ridiede in mano il paese a degli incapaci. Io non so come sia arrivata a pensare questo. In un momento ho chiuso gli occhi e ho fatto finta di essere, con tutti loro, a Raffadali, a discutere del nostro futuro e di quello di tutti gli altri giovani. Provate a immaginare. Immaginate tutti i giovani raffadalesi emigrati, riuniti a Raffadali a lavorare, pensare, elaborare e a costruire che contributo enorme darebbero alla città e a tutta la cittadinanza! Io non vivo solo di sogni. Vivo soprattutto di fatti concreti e sono sicuro che ci rivedremo tutti nella nostra piccola Raffadali, cresciuti intellettualmente, umanamente e idealmente. Carichi di tutto ciò saremo lì a dire la nostra e a riprenderci quello che ci è stato tolto. LA LIBERTA'!

1 commento:

enzino ha detto...

figlio' mi hai fatto commuovere veramente!!!!!belle parole scritte da una bella persona
comunque sa' spero anch'io un giorno di ritrovarci tutti o'paisi e tutti assieme con i nostri ideali i nostri sogni le nostre esperienze riprenderci qualcosa che nn c'è
un abbraccio,tò parrino