venerdì 21 dicembre 2007

Un Presepe di ....Cartavetrata

di Giusi Mangiapane
Presepe 2007: un cammino tra scenari futuri e realtà attuali.Anche quest’anno Cartavetrata, come già altre volte aveva fatto, ha voluto proporre una propria visione del presepe, in linea con le convinzioni e le prospettive che da sempre la caratterizzano. Del resto siamo consapevoli che il Natale non può essere solo un momento di sospensione felice e serena, nata da una cancellazione temporanea dei turbamenti e dei malesseri personali e sociali. Sarebbe un’operazione troppo semplicistica e riduttiva. Invece anche, e forse ancor di più nel momento natalizio, si dovrebbe rafforzare la certezza che troppe cose continuano a rendere infelice e problematica la nostra società. Così come, al di là di facili buonismi, dovrebbe rinvigorirsi l’impegno ad una riflessione più profonda e ad un’azione più efficace contro un sistema sempre meno a misura d’uomo e sempre più a misura di grandi aziende e multinazionali, di interessi politici ed economici che continuano a mortificare gli individui, i loro bisogni e le loro speranze.Per tal motivo, il nostro presepe vuole rappresentare la venuta di Cristo in uno scenario futuro, ma non troppo distante dal presente, in cui sono in primo piano alcune delle questioni che hanno caratterizzato la nostra vita locale e non solo.Il percorso, popolato da ingombranti presenze inquinatorie e dai segni di una realtà sempre più sterile, si svolge in modo un po’ tortuoso, come è sempre più tortuoso il labirinto in cui ci troviamo invischiati. All’inizio ci imbattiamo nell’imponente costruzione dei termovalorizzatori, circondati da rifiuti pronti per essere bruciati, rendendo irrespirabile la nostra aria, malsani i nostri territori e più pesanti le nostre bollette. Continuando ci troviamo di fronte i tralicci a cui sono stati appesi alcuni articoli che fanno riferimento ai rischi legati all’inquinamento elettromagnetico; rischi tanto più gravi se si pensa che elettrodotti e cabine elettriche vengono costruiti anche vicino centri abitati, scuole e ospedali, come noi di Cammarata ben sappiamo. Compiendo altri passi, dopo qualche curva, ci scontriamo con uno scheletro che elemosina un po’ d’acqua; ridotta quest’ultima a strumento di lucro a vantaggio di pochi privati, i quali ritengono di poter gestire un bisogno essenziale per ogni uomo, col solo fine di riempire le proprie casseforti, grazie al beneplacito delle istituzioni. Nella parte finale il nostro cammino è reso più faticoso da alcune carte appese a dei fili, che tentano di ostacolare la nostra vista. Si tratta di carte d’identità prive di identità, in cui sono scomparsi i nomi e tutti gli altri tratti distintivi; mentre nelle foto, sempre uguali, compare un codice a barre che sembra imbavagliare e impedire la parola. Questo segno, che potrebbe dirsi esplicativo dello scenario configurato, è al contempo causa ed effetto delle realtà proposte. Infatti, da una parte solo se ogni persona non è più tale, se è privata della propria identità e ridotta a merce, tutto può essere giustificabile, anche la privatizzazione dell’acqua; e magari anche l’aria che respiriamo un domani avrà un prezzo. D’altra parte un sistema politico-sociale, in cui prevalgono gli interessi di pochi e logiche lontane dal benessere comune, non può che abbruttire e mercificare sempre più i singoli componenti, i quali diventano spettatori e vittime.Tuttavia, è sempre possibile una via d’uscita in cui costruire un proprio spazio di umanità, un controcanto pagato a caro prezzo, come dimostrano le immagini e le frasi poste sulle pareti. Personalità come madre Teresa, Gandhi, M. Luther King, Falcone ci richiamano al senso più profondo della vita vissuta con dignità e coraggio, ci indicano le strade da percorrere per lottare contro gli ostacoli presenti e futuri.Il percorso si conclude con la rappresentazione simbolica della Natività, la luce di Cristo, che sembra rifrangersi all’infinito nel sistema di specchi, continua a rischiarare la nostra esistenza, nonostante tutto, nonostante le avversità e gli avvilimenti. Il mistero dell’Amore che traspare dall’abbraccio tra Maria e Gesù racchiude il mistero della nostra vita e ne stimola la ricerca di senso; illumina il significato del nostro cammino e rafforza l’anelito verso i veri diritti e i veri doveri dell’uomo.


(l'apertura sarà dal 23 dicembre al 6 gennaio, tutte le sere (tranne il 31 ) dalle 20.00 alle 24.00, i festivi dalle 18.00 alle 24.00.)

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