domenica 18 maggio 2008

Ed Ora ?

di Michelangelo La Rocca


Ed ora? Che succede dopo il 13 aprile?

Sarebbe bello se a questa domanda si potesse rispondere semplicemente e banalmente che dopo il 13 aprile c’è …il 14 aprile!

Ed invece la domanda è tremendamente difficile e dare ad essa una risposta non è affatto facile, tutt’altro che facile!

E non è facile anche perché quando si analizza un dato elettorale si parte da un presupposto, mai dimostrato e dimostrabile, che l’elettore abbia sempre e comunque ragione: e se non fosse così?

No, in democrazia non si può, non si deve porre una simile domanda, neanche quando la tentazione di farla è forte, fortissima. La democrazia, anche la peggiore delle democrazie, è migliore di qualsiasi altro sistema politico e da questa constatazione deve partire la valutazione dell’attuale, complesso momento politico.

Non resta che rimboccarsi le maniche ed iniziare la lunga traversata del deserto che, occorre metterlo in conto, potrebbe non durare lo spazio di una sola legislatura.

Ed in una simile prospettiva crono-programmatica occorre buttare lo sguardo in avanti, pensare alla gallina domani piuttosto che all’uovo oggi, abbandonare l’organizzazione contingente del proprio egoismo per puntare su un altruismo di medio o lungo periodo.

C’è un’emergenza democratica dalla quale occorrerà pur partire ed è quella dell’informazione e del controllo dei media.

Si dice, lo si ripete spesso specialmente da destra, che il controllo delle televisioni non influisce sul risultato elettorale: non è così, è evidente che non è così!

Non avere risolto il problema del conflitto di interessi, anche se forse mai ci sono stati i numeri in Parlamento per poterlo fare, è stato un errore, un gravissimo errore.

La televisione ( tutta, ma specialmente quella privata) non influenza solo i risultati elettorali ma fa di più: crea il tele-elettore, politicamente orientato, svuotato di idee ed ideali, permeato dell’egoismo dell’oggi, privato del senso della convivenza solidale proiettata verso il futuro.

E’ da qui che bisogna partire: dall’informazione e dalla formazione.

E deve essere un progetto di lungo respiro perché deve puntare sulla crescita culturale dei cittadini.

La lotta è impari, la concentrazione dei mezzi di potere mediatico nelle mani di un solo uomo è impressionante, forse la rete internet può contribuire a riequilibrare le forze e dare voce a chi ha più idee, più visione del futuro, più capacità di analizzare i problemi della nostra società e di indicarne le soluzioni vere, quelle durature nel tempo.

Ed il lavoro deve essere capillare, quotidiano, quasi maniacale, in una sorta di laboratorio-pensatoio

di massa attrezzato per la nascita di una nuova politica, la bella politica, concreta, solare, capace di restituirci, nello stesso tempo, la possibilità di sognare un mondo migliore.

E’ ovvio che un simile lavoro spetta alla sinistra o, se si vuole, al centro sinistra.

E’ naturale che ad una questione di metodo si deve accompagnare una questione di merito, quella dei contenuti.

Dei nostri contenuti, quelli della nostra gente, in mezzo alla quale dobbiamo saper tornare, parlando il suo linguaggio (quello semplice e chiaro, quello della verità) che sono quelli di sempre:

la pace senza aggettivi, la giustizia sociale, l’uguaglianza delle opportunità, la dignità del lavoro, la partecipazione democratica, la solidarietà verso i deboli, la sicurezza democratica, inclusiva e non xenofoba, la lotta alla mafia ( specialmente nel sud), un fisco equo e progressivo.

Una sinistra capace di cimentarsi su questi temi può perdere oggi, ma, di sicuro, vincerà domani!,

I nostri leader, quelli veri, devono saper sacrificare ad una prospettiva di rilancio vero ed effettivo qualsiasi narcisismo inconcludente e soprattutto devono saper recuperare la capacità di lavorare uniti.

L’unità è un valore essenziale, indispensabile: senza di esso la destra ( così forte nel suo potere economico, ma così debole nella sua identità valoriale) rischia di vincere sempre ed il 13 aprile diventerà la prima di una serie di date storicamente infauste per il destino del nostro Paese.

Ed ora? E’ l’ora di tornare a lavorare con rinnovato impegno ed entusiasmo: non c’è tempo da perdere, ogni giorno, ogni ora che passa è tempo rubato al nostro futuro e, soprattutto, a quello

dei nostri figli: non possiamo, non dobbiamo deluderli!


1 commento:

Marcella ha detto...

Caro Michelangelo, mi parli dei"nostri leader", della "sinistra". Sinceramente mi reputo di sinistra, ma non sopporto che lo stesso aggettivo venga utilizzato per descrivere lo spirito di Veltroni, Dalema, Bertinotti e tutti tutti tutti tutti tutti... se solo uno fossero portatore di veri ideali di sinistra non perderebbero tempo a spartirsi le torte, a complottare con la destra o a tacere di fronte ad una censura crescente e un nazifascismo dilagante... VERGOGNA! Se questa è la sinistra, io preferisco amputarmi entrambe le mani!!!

(scusa lo sfogo Michelangelo, non è un attacco rivolto a te..un bacio)