venerdì 9 maggio 2008

“La politica deve creare sogni”. Goffredo Bettini

Gaetano Alessi x FestaUnitàBologna

Una piccola ma accogliente e calorosa “Sala Forum” ha ospitato, in un sabato sera dal freddo pungente, l'incontro alla Festa dell'Unità di Bologna tra i sostenitori democratici e il coordinatore nazionale del Pd Goffredo Bettini, affiancato dal segretario locale del partito Andrea De Maria.

È un Bettini appassionato quello che parla del futuro del Pd.

Spiega la nascita e il presente dei democratici con la metafora di un film in due tempi: il primo, appassionante, coinvolgente, espansivo con le primarie e la campagna elettorale. Il secondo con una naturale flessione dovuta alla vittoria di Berlusconi.


Rivendica però, pur constatata la sconfitta, il fatto di aver impiantato con la nascita del Pd, insieme a milioni di uomini e donne, nella società italiana una grande speranza per il futuro.
“Ma il nostro partito è una piantina che va fatta crescer e - dice affidandosi ancora ai simbolismi – fuori da uno schema di personalismo che ha drogato la vita dei partiti in Italia”.


Un Partito democratico che tolga il cuneo tra gente e democrazia, di questo parla Bettini citando, tra gli applausi, Enrico Berlinguer. Una realtà che riapra le porte agli intellettuali, alla cultura (“la politica non può solo pensare dalla cintola in giù, ma deve essere nutrimento per il cervello, deve creare sogni” - sottolinea) e che dia agli iscritti non più solo un ruolo partecipativo, ma decisionale.

In questo contesto s’incastonano perfettamente gli interventi di Andrea De Maria. Orgoglioso di rivendicare l'antifascismo e la Resistenza come i cardini non solo della sua formazione politica ma anche del Pd. Cita la rinnovata presenza del partito nei luoghi di lavoro e l'apertura di quattordici Forum come dimostrazione pregnante del radicamento messo in atto dal Pd bolognese.

Ma è Bettini ad accendere i cuori dei presenti in sala.”Noi dobbiamo dare respiro alla democrazia. Per far questo il nostro popolo deve essere protagonista. Vedete – questa l'analisi del senatore del Pd - con la destra si può dialogare per motivi istituzionali, ma nella società noi dobbiamo essere totalmente diversi. Loro vogliono un mondo gerarchico, dove la suola del padrone debba rimanere salda sulle spalle dei più deboli. Noi vogliamo un mondo dove non vi siano padroni e dove nessuno debba essere (o sentirsi) servo”.

Ai giovani è rivolto l'ultimo passaggio del coordinatore nazionale del Pd.
“Dobbiamo fare squadra, creare un partito largo e pluralista, unire leader e militanti e dare, finalmente, spazio ai giovani. Se non facciamo questo, mettiamo in discussione non solo il nostro futuro ma anche la grande storia da cui veniamo”.

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