Il sangue di via D'Amelio reclama giustizia. L'incestuosa convergenza di interessi, tra mafiosi ed entità esterne, che portò alle decisioni stragiste, rappresenta il ventre oscuro sul quale è costruita la seconda repubblica.
Anch'io sono senza parole come Gato, ma questo non può esimere nessuno dall'essere presente, dal lasciare un segno di presidio per quei valori come giustizia, onestà, libertà, in noi crediamo e per i quali vale sempre la pena lottare per difendere quel centimetro di cui parla sempre Gaetano e per i quali gente come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone lavoravano. Grazie Paolo
Da poco ho finito di vedere l'intervista fatta a Borsellino il 21 maggio del '92 da Jean Pierre Moscardo. Parole ancora attuali...purtroppo. Dopo 16 anni ancora gli stessi problemi,ancora tutto immobile. Ma questa non è una scusa per arrendersi e per non desiderare il cambiamento. La giustizia di palazzo ancora non ha dato un nome al mandante della strage di Via D'Amelio. Un'altra strage con un mistero dietro. Ma forse tutti noi un po' sappiamo anche se non abbiamo prove o indizi,come diceva Pasolini e senza essere degli intellettuali come lui. Perchè è quando smettiamo di pensare,di guardare oltre l'oggi,di vedere oltre l'apparenza delle cose...ed è quando accettiamo "il puzzo del compromesso morale" che facciamo morire di nuovo Borsellino e che lo trasformiamo in un'icona. Non è ammirarlo come un'icona che gli rende giustizia ma dare un seguito alle parole che ha detto da vivo.
con microfono e taccuino in mano o giudice senza paura chi informa e chi condanna… uomini non superuomini che si stagliano come giganti in uno scenario di grigia paura mentre tutto intorno strisciano vermi… individui più schifosi di topi di fogna tramano nell’ombra e audaci bruciano un’auto indifesa nella notte segno di paura e di miserabile arroganza… celati nella viltà della loro vergogna allungano mani adunche lorde di sangue per colpire quei corpi eroici fulgenti… s’illudono di poter scalfire quei simboli col fuoco e con le bombe ma nulla possono se non distruggere solo i contenitori delle idee di verità e di giustizia che cammineranno da sole nel vento che non moriranno mai… che loro nella tracotante ignoranza non capiscono come ogni misfatto le sviluppi e le moltiplichi le trasformi in un’eco senza confini… non comprendono beoti che non possono fermare il cammino di nuove coscienze che vedono in questi nomi i simboli e i segni del loro riscatto… il sangue dei tanti Giovanni Paolo Peppino ha imbevuto le coscienze del mondo ha nutrito fieri propositi di lotta… falciati sulla strada dell’impegno sempre indicheranno il cammino a chi è rimasto a chi è sopraggiunto ai Pino Maniaci, ai giovani di addio pizzo a noi tutti che oggi siamo anche loro
4 commenti:
Il sangue di via D'Amelio reclama giustizia. L'incestuosa convergenza di interessi, tra mafiosi ed entità esterne, che portò alle decisioni stragiste, rappresenta il ventre oscuro sul quale è costruita la seconda repubblica.
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Anch'io sono senza parole come Gato, ma questo non può esimere nessuno dall'essere presente, dal lasciare un segno di presidio per quei valori come giustizia, onestà, libertà, in noi crediamo e per i quali vale sempre la pena lottare per difendere quel centimetro di cui parla sempre Gaetano e per i quali gente come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone lavoravano.
Grazie Paolo
Rosario Castellana
Da poco ho finito di vedere l'intervista fatta a Borsellino il 21 maggio del '92 da Jean Pierre Moscardo. Parole ancora attuali...purtroppo. Dopo 16 anni ancora gli stessi problemi,ancora tutto immobile. Ma questa non è una scusa per arrendersi e per non desiderare il cambiamento.
La giustizia di palazzo ancora non ha dato un nome al mandante della strage di Via D'Amelio. Un'altra strage con un mistero dietro. Ma forse tutti noi un po' sappiamo anche se non abbiamo prove o indizi,come diceva Pasolini e senza essere degli intellettuali come lui.
Perchè è quando smettiamo di pensare,di guardare oltre l'oggi,di vedere oltre l'apparenza delle cose...ed è quando accettiamo "il puzzo del compromesso morale" che facciamo morire di nuovo Borsellino e che lo trasformiamo in un'icona. Non è ammirarlo come un'icona che gli rende giustizia ma dare un seguito alle parole che ha detto da vivo.
Marianna
Nulla possono
con microfono e taccuino in mano
o giudice senza paura
chi informa e chi condanna…
uomini non superuomini
che si stagliano come giganti
in uno scenario di grigia paura
mentre tutto intorno strisciano vermi…
individui più schifosi di topi di fogna
tramano nell’ombra e audaci
bruciano un’auto indifesa nella notte
segno di paura e di miserabile arroganza…
celati nella viltà della loro vergogna
allungano mani adunche lorde di sangue
per colpire quei corpi eroici fulgenti…
s’illudono di poter scalfire quei simboli
col fuoco e con le bombe ma nulla possono
se non distruggere solo i contenitori
delle idee di verità e di giustizia
che cammineranno da sole nel vento
che non moriranno mai…
che loro nella tracotante ignoranza
non capiscono come ogni misfatto
le sviluppi e le moltiplichi
le trasformi in un’eco senza confini…
non comprendono beoti
che non possono fermare
il cammino di nuove coscienze
che vedono in questi nomi
i simboli e i segni del loro riscatto…
il sangue dei tanti Giovanni Paolo Peppino
ha imbevuto le coscienze del mondo
ha nutrito fieri propositi di lotta…
falciati sulla strada dell’impegno
sempre indicheranno il cammino
a chi è rimasto a chi è sopraggiunto
ai Pino Maniaci, ai giovani di addio pizzo
a noi tutti che oggi siamo anche loro
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