lunedì 21 luglio 2008

Rivoluzione

Capitolo Uno

Sembrava veramente convinto. Non c’era una sola ruga d’espressione che smentiva la sua determinazione e cominciai a credergli.
Nun c’è gnente da fa” strillava, “nun so certo sti politici che se ritrovamo, a esse capaci de cambià ‘e cose! Ma come te viè in mente da pensà che annà a votà oggi, vor dì che quer quarcuno che viè eletto poi fa quello che t’ha garantito, nun è vero gnente!!” La gola paonazza vibrava sotto le vergate delle corde vocali inferocite, e Gino non aveva intenzione di capitolare. “Ma quale politica te sto addì! Qui c’è vò ‘na rivoluzione! Quella Si che cambia e cose!... a politica… ancora…
Signorì che je servo?
Rimasi terrorizzata dal suo sguardo taurino dritto nei miei occhi mentre, ancora una volta, quella parola mi girava vorticosamente nel cervello. Rivoluzione.
A Signorì, così famo notte!!
Si, uhm mi scusi… un petto di pollo, grazie
Osvaldo del bar all’angolo, il malcapitato interlocutore di Gino, smise di addurre le sue motivazioni per aver votato l’attuale Presidente del Consiglio e provò con: “Ho capito a Gì, solo che qui finchè magnano tutti, t‘a poi scordà a rivoluzione.. A vedi a signorina come sta bene?
Presi il mio pollo e mi incamminai verso casa, dedicando metà tragitto alle parole di Gino, e l’altra metà a capire se Osvaldo avesse fatto allusioni al mio peso forma.
In un breve lasso di tempo, che arriva sino ad oggi, non era la prima volta che mi toccava il concetto di Rivoluzione. Alcuni giorni prima mi ero trovata a parlarne con un giovane di un centro sociale, molto impegnato e molto istruito, il quale sosteneva che oggi in Italia ci sono tutti i presupposti per una grande mobilitazione che ristabilisca la liberà e la democrazia in questo paese, così diceva. Certo il suo monologo era di gran lunga più complesso, ma faccio fatica a riportarne i punti salienti perché, in fondo, non mi sento vicina a nessuna rivoluzione. Non ho ereditato granché dalle generazioni precedenti, quelle del ’68 o del ’77, e mi chiedo: cosa vuol dire oggi fare una Rivoluzione.
Così comincia questa storia. Con una domanda.
La prima persona a cui la girai è il mio amico Fede, 34enne, laureato in filosofia, con il ciuffo punk e la telecamera sempre in spalla. Aveva senz’altro le idee più chiare di me, ma nessuno dei due si sentiva più che un turista nel mare delle grandi azioni rivoluzionarie. Fu proprio durante quel dialogo scombussolato che prendemmo la decisione.
Avremmo realizzato un blog per parlare e far parlare della Rivoluzione, avremmo girato interviste e studiato quanto più possibile sull’argomento.
Il blog è stato fatto: www.unaltrarivoluzione.it.
Noi siamo pronti ad intraprendere questo viaggio e chiediamo a gran voce il vostro aiuto, ricordando che, come disse il maestro rivoluzionario Piero Gobetti, "non cerchiamo lettori, ma collaboratori".
Benvenuti in: UN’ALTRA RIVOLUZIONE http://unaltrarivoluzione.blogspot.com/
Elle

2 commenti:

Alzata con pugno ha detto...

come potremmo vivere senza il sogno della Rivoluzione?

Rosario ha detto...

particolare la foto...