martedì 3 febbraio 2009

È davvero incompatibile il rigassificatore con la (presunta) vocazione turistica del comprensorio di Agrigento ?

di Mimmo Ferraro

Bisogna che ci mettiamo d’accordo...! Per mesi si è tirata la giacca ad Andrea Camilleri per pronunciarsi sul costruendo rigassificatore di Porto Empedocle ed adesso che lo fa, giù a dargli addosso con argomentazioni più o meno eleganti.

Mi chiedo: allora si pretendeva che Camilleri dicesse un netto no... e non un’opinione, immagino ponderata, visto che è arrivata solo adesso. Ora non so quanto sono paragonabili le ricerche petrolifere in Val Di Noto ed il rigassificatore. E in ogni caso Camilleri è libero o no di dare le opinioni che ritiene? Io penso di si. Va da se che Camilleri non è la cassazione dove quello che dice è inappellabile, ma sicuramente è un intellettuale che più volte ha mostrato grande amore per la sua “Vigata” ed il suo territorio. Mi pare che non ci “azzecca” niente la vicenda delle riprese televisive degli sceneggiati tratti dai suoi romanzi con il commissario Montalbano protagonista. Pretendere, poi, che persino il “personaggio” Salvo Montalbano, debba prendere posizione, visto che non potrebbe più nuotare nel mare africano, per la presenza di navi metaniere, mi pare davvero grottesco. Un personaggio della fantasia di uno scrittore che protesta per un presunto deturpamento di un luogo anche questo uscito dalla fantasia di Camilleri !

Ora il variopinto mondo che avversa la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, pone una questione certamente rilevante, ovvero il tema della vocazione turistica del territorio e il suo sviluppo verso questo versante. È da lustri che si aspetta un progetto di sviluppo per il nostro territorio imperniato sulla valorizzazione delle nostre bellezze naturali e di quelle storico-monumentali, ma non vediamo nessun progetto in tal senso. Vediamo solo abbandono del centro storico di Agrigento e relativi finanziamenti per la sua ristrutturazione perduti, uno scempio urbanistico che ha prodotto tra l’altro i cosiddetti ed emblematici “tolli”, un piano del parco archeologico che stenta a decollare, un’inesistente programmazione degli eventi che possa attrarre turismo più stanziale e meno di passaggio, tanto per citare alcuni nodi irrisolti. Ora sull’altare di uno sviluppo turistico del territorio cui non si vede neanche l’ombra di un progetto, sarebbe giusto sacrificare e dire no a tutte le altre iniziative che possano smuovere la stagnante economia locale? Come chiaramente dice la Confindustria agrigentina e le tre maggiori organizzazioni sindacali CGIL, CISL E UIL, sarebbe davvero miope dire di no ad un investimento tanto imponente. Per i prossimi quattro o cinque anni, la realizzazione dell’impianto darà lavoro a 600 persone, ed in un momento di crisi globale sarebbe davvero straordinario che il nostro territorio, sempre in testa alle classifiche della disoccupazione, in controtendenza mondiale offra lavoro ad un così cospicuo numero di lavoratori; e poi i lavoratori che a regime saranno impiegati al funzionamento dell’impianto e un bell’indotto che naturalmente si creerà.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, in ogni caso non è confliggente con l’ipotetico sviluppo turistico. Perchè mai due cupolette di 18 metri ed una costruzione grande quanto una palazzina ad un’elevazione nel riempimento a mare “Asi” (Aria di Sviluppo Industriale) di Porto Empedocle ed un molo aggiuntivo di circa ottocento metri posto a levante del porto dovrebbero pregiudicare lo sviluppo turistico di tutto il comprensorio? Come dovrebbe essere chiaro che l’impianto non ha nessun problema d’inquinamento in quanto provvede semplicemente alla trasformazione fisica del metano dallo stato liquido a quello gassoso con scambio di calore e basta. Credo, infine, che sarebbe stato più interessante, a mio avviso, discutere sulle cosiddette compensazioni che potrebbero appunto compensare porzioni di territorio più grandi. La prima che mi viene: visto che è l’Enel a realizzare l’impianto, perché fra le compensazioni non si chiedeva di interrare tutti i cavi dell’alta tensione che passano vicinissimo alle abitazioni di piano lanterna? E poi altre non strettamente legate alla città di Porto Empedocle. E lì, forse, Agrigento sta perdendo un’altra occasione. Per gridare un secco no, non parteciperà alle compensazioni che pur le spetterebbero.


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