di Michelangelo La Rocca
A quasi un anno dalla schiacciante vittoria della destra alle ultime elezioni politiche, quello che una volta si usava chiamare “il popolo della sinistra” sembra ancora disorientato, incapace di reagire.
Appare come un pugile che, dopo una terrificante sconfitta, non ha ancora deciso di preparare la rivincita ed appare, anzi, quasi voglioso di appendere i guantoni al fatidico chiodo.
Speriamo che si tratti solo di una transeunte stagione politica e che prima o poi si sappia riorganizzare per costruire un futuro migliore, degno di un Paese più civile, moderno e veramente democratico.
Non facciamoci illusione, la situazione è difficile, al limite dell’impossibile.
Eppure se guardiamo la realtà economica e sociale allora si capisce come la reazione non potrà non esserci.La reazione dovrà partire dai giovani, le vere vittime di un momento politico che rischia di rubare in modo irreversibile il loro futuro.
Se pensiamo allo stato del Pianeta, alla situazione economica , alle prospettive occupazionale ce ne è abbastanza da far tremare le vene ai polsi.
La povertà è una prospettiva certa per larghi strati della popolazione ( in particolare quella meridionale), l’occupazione precaria rischia di diventare l’unico scenario occupazionale possibile per le nuove generazioni. Se la situazione è questa, ed è questa, allora reagire diventa un imperativo categorico per tutti quelli che hanno a cuore le sorti del nostro derelitto Paese.
Chi scrive da quasi 35 anni ha a cuore le sorti della sinistra ed ha seguito, con un approccio unitario, sempre la componente maggioritaria di tutte le scissioni e le trasformazioni che hanno riguardato il vecchio, mai abbastanza rimpianto P.C.I.: ho votato prima P.D.S., poi D.S. ed, infine, P.D. Ora anch’io ho perso la pazienza. Forse pure il mitico Giobbe l’avrebbe persa!
Non mi appassiona l’eterno duello tra D’Alema e Veltroni, non mi interessa sapere cosa divida Vendola da Ferrero o Mussi ( o Fava) da Diliberto.
Mentre la destra, per usare un’espressione lamalfiana, sgoverna, umiliando anziani ed indigenti con la social card, gli studenti con il decreto Gelmini, gli immigrati con la minaccia di introdurre una tassa sul permesso di soggiorno, loro si punzecchiano a colpi di battute che a volte solo loro capiscono, ammesso che ci sia sempre qualcosa da capire.
Con questa classe dirigente non si va da nessuna parte: aveva ragione, duole ammetterlo, Nanni Moretti!
Ed allora occorre reagire in modo nuovo e diverso: c’è bisogno di nuove forme di democrazia, l’istituto della delega e della rappresentanza non funziona più!
La democrazia ha bisogno di nuove frontiere e la rete web può essere, dovrà essere lo strumento per l’affermazione di una nuova democrazia.
Le decisioni che riguardano tutti devono essere prese da tutti.
La democrazia diretta oggi è possibile: basta volerlo con la necessaria determinazione.
La partecipazione diretta è anche garanzia di contenuti programmatici socialmente avanzati ed eticamente accettabili : il malaffare si afferma quando a decidere sono oligarchie autoreferenziali che hanno perso il contatto con società .
Solo così potremo essere veramente fabbri del nostro destino.
In caso contrario rischiamo di avere un brutto futuro o , ancora peggio, di non avere un futuro!
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