sabato 28 febbraio 2009

Semplicemente Pensieri

di Lucia Castellana

Sono indignata. Fortemente amareggiata.
Perché ogni giorno è una continua manifestazione dell’irrazionalità del nostro sistema. E il sistema è formato da noi e dalle nostre intelligenze.
Come riusciamo a permettere,allora, quello scempio che quotidianamente dilania il nostro Paese? Come possiamo nel nostro piccolo o grande raggio di azione non fare qualcosa di proporzionato alle nostre capacità?
Utopia.
Ascolto le voci della gente. Cammino per le strade di Palermo e mi fermo in qualche angolo di Ballarò ad ascoltare i discorsi in siciliano stretto che non capisco. E molto spesso cantano note di difficoltà. Vucciria.
Lunedì mattina zaino in spalla in piazza Indipendenza. Ho sentito di una manifestazione. Vado a guardare.
E non mi aspettavo tanto. Volti disperati di gente comune. Mani sporche e lesionate.
Signorì!!! taliassi ccà...iddi i mani accussì cci l'annu???
Iddi…sono quelli che stanno ai piani del potere… Quelli che della politica ne hanno fatto il loro mestiere utilizzandolo a proprio servizio.
E loro? L’ultimo anello della catena…quello utile semplicemente a procurare voti in tempo di campagna elettorale. In cambio di briciole.
Sono inorridita.
Una legge di emergenza rifiuti creata senza tenere conto delle reali esigenze della gente che nella nostra regione lavora e che ne sarebbe stata colpita.
È questo è solo l’inizio di una serie di cose che lasciano sbigottiti…
È la storia dei senza casa…delle violenze sessuali insabbiate in un cumulo di omertà…di donne che, discriminate per la loro condizione, non trovano lavoro…
È la storia dell’influenza di parroci sulla gente…di Ratzinger sulle istituzioni.
È la storia scritta dai sordi che stanno al potere.
E allora,cosa resta da fare?
Forse perdere la speranza che qualcosa possa essere cambiato?
Provo ad interessarmi a quello che mi circonda,qui nella mia terra. In quest’angolo di Sicilia, Palermo,che conosco da poco.
E quasi quasi continuo a sperare che le cose spiacevoli che vedo siano solo la parte più brutta. Che dopo ci sarà la società che mi immagino.
Ripeto…Utopia.
Continuandomi a chiedere se realmente ci sia qualcosa che possiamo fare…scoprendo ancora di non aver perso la speranza.

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