giovedì 28 maggio 2009

cronaca di un giorno in abruzzo

di Paolo Vizzì

Cari amici, ho trascorso il mio primo giorno di "lavoro" in abruzzo per dare una mano al censimento dei danni causati dal terremoto, siamo un gruppo di 30 tecnici tra Architetti, Geologi e Ingegneri. Ho l'onore di poter dare il mio piccolo contributo verso il ritorno alla normalità di tante persone che da due mesi vivono in condizioni che non augurerei a nessuno. Non parlo di aspetti materiali, sono assolutamente secondari e tralaltro i campi allestiti dalla protezione civile con la marea di volontari corsi in aiuto sono ben confortevoli. Gli uomini e le donne che vivono da queste parti hanno ognuno una storia da raccontare, sono frammenti di vita durante i quali la certezza di avere un rifugio sicuro è venuta meno, durante i quali l'orologio della loro vita ha fermato, anche solo per un lungo attimo, le sue lancette. Il la frazione del paesino che abbiamo controllato oggi è abitata da tanti anziani, spesso soli, con case che hanno subito pochi danni, ma che oggi sembrano dover crollare da un mnomento all'altro. Ho visto la paura negli occhi di una gentilissima nonnina che aspettava da più di un mese qualcuno che la rincuorasse, qualcuno che le dicesse chiaro e tondo: signora, stasera può dormire nel suo letto. La risposta alle nostre affermazioni era spesso la stessa: so che la mia casa non cadrà, ma io stanotte dormirò fuori.......
mi chiamano ...... a dopo..
un abbraccio

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