Di Paolo Vizzì
Ieri sera ci siamo permessi una piccola pausa. Siamo stati in una trattoria dove ci hanno sommersi di antipasti, salumi, arrosticini,verdure al peperoncino, bruschette, bistecche alla fiorentina da 1 chilo ciscuna, vino, nocino, genziana ecc.. ecc.. Che mangiata, (mentre scrivo, il mio socio 'ntonio Pullara controlla da dietro le mie spalle e la signora Maria Gabriella corre da una parte all'altra dell'aula-ufficio dove siamo stipati a lavorare come api operaie) sembrava una rimpatriata tra vecchi compagni d'università. Tra una barzelletta e l'altra, sempre più spinte man mano che aumentava il tasso alcolico dei commensali, la serata è volata via e ci ha permesso di staccare un pò la spina e rifiatare un attimo. Abbiamo pure scoperto un talento, Giacinto, compagno, ingegnere e per giunta di Canicattì, che con i suoi angoli azimutali, zenitali e genitali ci ha fatti schiantare dalle risate. La nottata è passata quasi tranquillamente poichè madre natura continua a farsi sentire con una certa frequenza e qualcuno si è addirittura svegliato per le scosse. Piove a dirotto da ieri sera, e stamattiva cadeva che dio ce la mandava, ora capisco perchè il verde domina in lungo e in largo in questa parte di mondo. Nonostante il meteo siamo usciti, muniti di caschi scarponi e ceratem, a fare il nostro lavoro. In questa frazione pensavamo di trovare pochi danni, poichè siamo abbastanza lontani dall'epicentro, ma con nostra sorpresa abbiamo dovuto giudicare inagibili diversi fabbricati. Case ruotate, muri staccati solai caduti, un bel po di danno. Case vecchie, per carità, ma così mal tenute, costruite e soprattutto modificate che quel poco che è arrivato è stato sufficiente a fare un be po di danno. Se fossimo stati più vicini all'aquila poco sarebbe rimasto in piedi. Tra quel poco sarebbe certamente rimasta la casa del mio amichetto di seconda media con la sua simpaticissima ed ancora spaventata mamma che non vede l'ora che ritorni il figlio più grande studente in biologia, a loro il mio più sincero in bocca al lupo, signora stia tranquilla! Ancora pioggia a catinelle, tutti gli appuntamenti del pomeriggio saltano, come i nervi di un signore che si era preso un giorno di ferie per aprirci la casa da verificare. Questo arriva al C.O.C. (si chiama così il centro opertivo comunale al quale facciamo capo) sbraitando e va via ridendo dopo che lo assicuriamo sui suoi sopralluoghi. Il pomeriggio passa così in ufficio a rivedere le schede compilate a riordinare foto e documenti. Gabriella Battaglia stampa foto nemmeno fosse una reporter ed il suo compagno fotocopia pagine manco fosse un libraio abusivo stile Corso Tukory anni '90, il ritardo è il loro mestiere ma noi siamo pazianti e gli vogliamo già bene. Stasera forse una doccia, sempre che ci sia corrente al campo, ma a quanto dicono le agenzie dello zio Peppino dovremmo essere a posto. Peppe l'architetto migliora a vista d'occhio e sembra aver interrotto la sua relazione intima con la tazza del water grazie ad una cura da cavallo prescrittagli da Pasquale Collura(il veterinario n.d.r.).
Ha smesso di piovere e domani dovremmo recuperare ciò che non abbiamo fatto oggi, è una promessa che ci asiamo fatti e, pioggia permettendo, intendiamo mantenerla.
A presto
1 commento:
magico Paolo...come le cronache che racconti...sembra quasi di essere là, e dire che noi qua, passata l'onda emotiva dei racconti in tv, stiamo quasi dimenticando.......
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