Per un fatale gioco del destino, sembra che alcuni invidiabili capolavori non vengano compresi nell’epoca in cui vedono la luce. Opere d’importanza fondamentale per l’umanità e la collettività, che ad un sguardo empio e superficiale sembrano vili accozzaglie di lettere e parole forgiate su scadente carta. Ma il vecchio adagio che recitava: “nemo profeta in patria” a volte,recupera una sua dignità e sembra che faccia al caso nostro nella turpe vicenda che andiamo a narrare. Al pari dei vangeli apocrifi, ritrovati negli anni 50, così la relazione del difensore civico di Raffadali, figura mitologica cognita solo all’economo comunale, sembra a primo acchito un falso storico, o peggio un compitino da saggio breve di basso liceo. Scritto a caratteri cubitali, stile tabella ottica per il rinnovo delle patenti, induce al pensiero che cotanta opera sia solo la copia di mille riassunti. Ora,il povero villano che abita nelle lande sempre più desolate di Raffadali, con gli occhi pieni di nefandezze più o meno furibonde, si porrà l’alta domanda: “ma chissà quante cose avrà visto in un anno il nostro tronfio difensore”: buche nelle strade, Villaggio della gioventù abbandonato, problemi idrici, nettezza urbana alle stelle, strade poderali degne di un rally, centro storico a pezzi e crollante(leggasi via Colombo). Lì il dubbio s’amplifica: “quante pagine avrà scritto; quanti problemi sollevato”. Il giusto sdegno porterebbe a pensare che il povero “civico” abbia prodotto un opera poderosa, alla cui vista la Divina commedia, scapperebbe a gambe levate in una “selva oscura”. Ma non è giusto tener il lettore sulle spine e all’alto quesito, anche per sollevare da questa incombenza il prode Difensore, vi da conto lo scriba svelandovi l’arcano: Quattro pagine. La relazione annuale del nostro tutore civico è di ben quattro pagine. Che se non avesse dovuto pensare alla scarsa vista dei nostri politici si sarebbe ridotta a circa mezza paginetta di un normale foglio di carta intestata. Sorpresi? Perché mai? A Raffadali è cosa risaputa che “va tutto bene”.“Suvvia- penserà l’ingenuo avventore- quel ruolo è svolto in maniera poco più che volontaria, per passione”. Tanto più che il Sicurello ha tradito il mandato elettorale da Consigliere comunale per immolarsi, accettando cotanta carica, al bene collettivo.Non per vanificare pie illusioni, ma tutto ha un costo. Tanta fatica e dedizione deve essere giustamente ricompensata. “Pochi spiccioli di rimborso spese” continuerà a pensare l’avventore, ma neanche per idea. A Raffadali si sta bene. Quindi la collettività ha pagato quelle quattro pagine, più altre cinque di resoconti, 15 mila euro circa. Per chi non lo sapesse, il difensore civico riceve una indennità pari a quella degli Assessori comunali (1400 euro mensili grosso modo). Rapido calcolo, possibile anche a chi ha poca conoscenze delle arti algebriche, et voilà: tremila e cinquecento euro a pagina.Neanche un testo sacro dal più “caravigliaro” degli antiquari ambisce a tanto costo. Quindi la profonda relazione del Difensore civico Giuseppe Sicurello, protocollata il 31 marzo 2009 al numero 80/PE, va concepita come una reliquia Atto di fede di una politica che paga i debiti elettorali con soldi pubblici. Ed ogni qualvolta che i cittadini avranno di che lamentarsi per una bolletta troppo cara, o per le mille devastazioni del paese, o per un figlio o marito che emigra, vadano a guardare questo reperto di alta classe narrativa e si ricordino di quanto vale e tornino a casa sorridenti. Sperando che il prossimo anno la relazione non sia più vasta altrimenti dovremmo vendere il municipio per compensare l’alto amore per la collettività del nostro difensore. P.s ma una domanda sorge spontanea..chi ci difende dal difensore?Ai posteri…..
lunedì 20 luglio 2009
Chi ci difende dal difensore?
di Gaetano Alessi
Per un fatale gioco del destino, sembra che alcuni invidiabili capolavori non vengano compresi nell’epoca in cui vedono la luce. Opere d’importanza fondamentale per l’umanità e la collettività, che ad un sguardo empio e superficiale sembrano vili accozzaglie di lettere e parole forgiate su scadente carta. Ma il vecchio adagio che recitava: “nemo profeta in patria” a volte,recupera una sua dignità e sembra che faccia al caso nostro nella turpe vicenda che andiamo a narrare. Al pari dei vangeli apocrifi, ritrovati negli anni 50, così la relazione del difensore civico di Raffadali, figura mitologica cognita solo all’economo comunale, sembra a primo acchito un falso storico, o peggio un compitino da saggio breve di basso liceo. Scritto a caratteri cubitali, stile tabella ottica per il rinnovo delle patenti, induce al pensiero che cotanta opera sia solo la copia di mille riassunti. Ora,il povero villano che abita nelle lande sempre più desolate di Raffadali, con gli occhi pieni di nefandezze più o meno furibonde, si porrà l’alta domanda: “ma chissà quante cose avrà visto in un anno il nostro tronfio difensore”: buche nelle strade, Villaggio della gioventù abbandonato, problemi idrici, nettezza urbana alle stelle, strade poderali degne di un rally, centro storico a pezzi e crollante(leggasi via Colombo). Lì il dubbio s’amplifica: “quante pagine avrà scritto; quanti problemi sollevato”. Il giusto sdegno porterebbe a pensare che il povero “civico” abbia prodotto un opera poderosa, alla cui vista la Divina commedia, scapperebbe a gambe levate in una “selva oscura”. Ma non è giusto tener il lettore sulle spine e all’alto quesito, anche per sollevare da questa incombenza il prode Difensore, vi da conto lo scriba svelandovi l’arcano: Quattro pagine. La relazione annuale del nostro tutore civico è di ben quattro pagine. Che se non avesse dovuto pensare alla scarsa vista dei nostri politici si sarebbe ridotta a circa mezza paginetta di un normale foglio di carta intestata. Sorpresi? Perché mai? A Raffadali è cosa risaputa che “va tutto bene”.“Suvvia- penserà l’ingenuo avventore- quel ruolo è svolto in maniera poco più che volontaria, per passione”. Tanto più che il Sicurello ha tradito il mandato elettorale da Consigliere comunale per immolarsi, accettando cotanta carica, al bene collettivo.Non per vanificare pie illusioni, ma tutto ha un costo. Tanta fatica e dedizione deve essere giustamente ricompensata. “Pochi spiccioli di rimborso spese” continuerà a pensare l’avventore, ma neanche per idea. A Raffadali si sta bene. Quindi la collettività ha pagato quelle quattro pagine, più altre cinque di resoconti, 15 mila euro circa. Per chi non lo sapesse, il difensore civico riceve una indennità pari a quella degli Assessori comunali (1400 euro mensili grosso modo). Rapido calcolo, possibile anche a chi ha poca conoscenze delle arti algebriche, et voilà: tremila e cinquecento euro a pagina.Neanche un testo sacro dal più “caravigliaro” degli antiquari ambisce a tanto costo. Quindi la profonda relazione del Difensore civico Giuseppe Sicurello, protocollata il 31 marzo 2009 al numero 80/PE, va concepita come una reliquia Atto di fede di una politica che paga i debiti elettorali con soldi pubblici. Ed ogni qualvolta che i cittadini avranno di che lamentarsi per una bolletta troppo cara, o per le mille devastazioni del paese, o per un figlio o marito che emigra, vadano a guardare questo reperto di alta classe narrativa e si ricordino di quanto vale e tornino a casa sorridenti. Sperando che il prossimo anno la relazione non sia più vasta altrimenti dovremmo vendere il municipio per compensare l’alto amore per la collettività del nostro difensore. P.s ma una domanda sorge spontanea..chi ci difende dal difensore?Ai posteri…..
Per un fatale gioco del destino, sembra che alcuni invidiabili capolavori non vengano compresi nell’epoca in cui vedono la luce. Opere d’importanza fondamentale per l’umanità e la collettività, che ad un sguardo empio e superficiale sembrano vili accozzaglie di lettere e parole forgiate su scadente carta. Ma il vecchio adagio che recitava: “nemo profeta in patria” a volte,recupera una sua dignità e sembra che faccia al caso nostro nella turpe vicenda che andiamo a narrare. Al pari dei vangeli apocrifi, ritrovati negli anni 50, così la relazione del difensore civico di Raffadali, figura mitologica cognita solo all’economo comunale, sembra a primo acchito un falso storico, o peggio un compitino da saggio breve di basso liceo. Scritto a caratteri cubitali, stile tabella ottica per il rinnovo delle patenti, induce al pensiero che cotanta opera sia solo la copia di mille riassunti. Ora,il povero villano che abita nelle lande sempre più desolate di Raffadali, con gli occhi pieni di nefandezze più o meno furibonde, si porrà l’alta domanda: “ma chissà quante cose avrà visto in un anno il nostro tronfio difensore”: buche nelle strade, Villaggio della gioventù abbandonato, problemi idrici, nettezza urbana alle stelle, strade poderali degne di un rally, centro storico a pezzi e crollante(leggasi via Colombo). Lì il dubbio s’amplifica: “quante pagine avrà scritto; quanti problemi sollevato”. Il giusto sdegno porterebbe a pensare che il povero “civico” abbia prodotto un opera poderosa, alla cui vista la Divina commedia, scapperebbe a gambe levate in una “selva oscura”. Ma non è giusto tener il lettore sulle spine e all’alto quesito, anche per sollevare da questa incombenza il prode Difensore, vi da conto lo scriba svelandovi l’arcano: Quattro pagine. La relazione annuale del nostro tutore civico è di ben quattro pagine. Che se non avesse dovuto pensare alla scarsa vista dei nostri politici si sarebbe ridotta a circa mezza paginetta di un normale foglio di carta intestata. Sorpresi? Perché mai? A Raffadali è cosa risaputa che “va tutto bene”.“Suvvia- penserà l’ingenuo avventore- quel ruolo è svolto in maniera poco più che volontaria, per passione”. Tanto più che il Sicurello ha tradito il mandato elettorale da Consigliere comunale per immolarsi, accettando cotanta carica, al bene collettivo.Non per vanificare pie illusioni, ma tutto ha un costo. Tanta fatica e dedizione deve essere giustamente ricompensata. “Pochi spiccioli di rimborso spese” continuerà a pensare l’avventore, ma neanche per idea. A Raffadali si sta bene. Quindi la collettività ha pagato quelle quattro pagine, più altre cinque di resoconti, 15 mila euro circa. Per chi non lo sapesse, il difensore civico riceve una indennità pari a quella degli Assessori comunali (1400 euro mensili grosso modo). Rapido calcolo, possibile anche a chi ha poca conoscenze delle arti algebriche, et voilà: tremila e cinquecento euro a pagina.Neanche un testo sacro dal più “caravigliaro” degli antiquari ambisce a tanto costo. Quindi la profonda relazione del Difensore civico Giuseppe Sicurello, protocollata il 31 marzo 2009 al numero 80/PE, va concepita come una reliquia Atto di fede di una politica che paga i debiti elettorali con soldi pubblici. Ed ogni qualvolta che i cittadini avranno di che lamentarsi per una bolletta troppo cara, o per le mille devastazioni del paese, o per un figlio o marito che emigra, vadano a guardare questo reperto di alta classe narrativa e si ricordino di quanto vale e tornino a casa sorridenti. Sperando che il prossimo anno la relazione non sia più vasta altrimenti dovremmo vendere il municipio per compensare l’alto amore per la collettività del nostro difensore. P.s ma una domanda sorge spontanea..chi ci difende dal difensore?Ai posteri…..
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