Confesso che mi ha fatto una certa impressione leggere su “Agrigento notizie” un articolo di Salvo Di Benedetto sul fatto che a Raffadali l’acqua potabile venga erogata ogni 8 giorni e che gli “indigeni” lo considerino un fatto normale, mentre i “raffadalesi nel mondo” no. Nel 2009 leggere una simile notizia appare assurdo, inconcepibile e, confesso, che si fa fatica a credere in quello che si legge. Consultando i post più vecchi di Ad Est ho potuto accertare che il 14/7/2008 avevo scritto che “quello della carenza idrica a Raffadali ed in altri Comuni della Provincia di Agrigento è un vecchio, annoso problema ed avevo sostenuto che la responsabilità non può essere ascritta solo all’amministrazione comunale in carica e neanche soltanto all’attuale gestore del servizio idrico”. Scrivevo un anno fa che “la responsabilità maggiore è di chi ha governato la Sicilia dal dopo guerra ad oggi, un blocco di potere sostanzialmente sempre e solo democristiano sia nella prima che nella seconda ( e nella terza?) repubblica”. Aggiungevo che “Il problema dell’acqua è stato sottovalutato nella sua importanza e la mancata soluzione del problema è figlia di tale sottovalutazione, una sottovalutazione politicamente grave e sconcertante perché denota la mancanza nella classe dirigente isolana di un senso delle priorità nella politica dello sviluppo della nostra isola”. Facevo presente che “l’acqua è un bene così prezioso, così fondamentale ed essenziale che rappresenta l’ abc di ogni sviluppo economico, sociale ed anche civile di qualsiasi comunità e che non a caso, quando si vuol dire che manca tutto, si dice: manca l’acqua ed il santissimo sale”! Sottolineavo che “continuare a leggere quasi tutti i giorni che la priorità per la Sicilia è costituita dalla costruzione del ponte sullo stretto quando esiste un’emergenza idrica di tale portata la dice lunga sull’assennatezza della nostra classe di governo, è come vedere un padre che, incapace di assicurare il pane e l’acqua ai propri figli, lo si vede in pasticceria a comprare il dolce”! In quell’articolo ho avanzato una proposta che sento il dovere di ribadire: il problema dell’acqua diventi il tema centrale della prossima campagna elettorale relativa all’elezione del sindaco, in particolare per tutte le forze politiche della sinistra e del centrosinistra attivandosi addirittura per la presentazione di una lista monotematica: acqua sempre per tutti! Tale proposta è più che mai attuale ad un anno dalle elezioni, elezioni che non possono non rappresentare le elezioni della svolta, della rabbia e dell’orgoglio dei raffadalesi, quella rabbia e quell’orgoglio che devono ridare il governo del Paese alla sinistra, la quale deve sapere ritrovare la sua unità intorno a persone capaci di anteporre il bene della collettività agli egoismi individuali e di parte. In un programma unitario si “individuino tutte le iniziative da mettere in campo nei riguardi del governo nazionale, regionale e provinciale e dell’autorità d’ambito per risolvere sia il problema di come reperire le risorse idriche, sia quello relativo alla rete distributiva”. Come scrivevo l’anno scorso “una simile iniziativa avrebbe sicuramente il merito di focalizzare l’importanza che ha la soluzione di tale annoso problema ed aiuterebbe a capire e fa capire che risolvere tale problema è la priorità delle priorità”. I “Raffadalesi nel mondo” chiediamo un piccolo, grande piacere ai “raffadalesi indigeni”: che fra qualche anno si possa arrivare a Raffadali senza vedere i tetti delle case con quei serbatoi igienicamente inquietanti ed esteticamente orrendi che fanno dubitare di essere in Italia all’inizio del terzo millennio: sarà possibile?
Nessun commento:
Posta un commento