mercoledì 3 marzo 2010

Turismo in Sicilia SPRECHI RIFLESSI IN UNA VETRINA CONCAVA


di Agostino Spataro*

Nei giorni scorsi, il presidente della regione Lombardo è tornato da Milano giustamente indignato per avere accertato, de visu, la sostanziale inutilità della partecipazione siciliana a quella Bit.
Avrà egli costatato l’inconsistenza organizzativa e propositiva dell’offerta turistica siciliana, lo scarso interesse suscitato nella stampa specializzata e no, l’enorme scarto esistente fra spesa effettuata e ritorno economico.
Anche quest’anno si è ripetuto, cioè, un rituale cialtronesco che spreca il denaro pubblico non per promuovere l’immagine turistica della Sicilia, ma quella più improbabile di frotte di assessori, parlamentari, presidenti di provincia, consiglieri, funzionari e sculettanti segretarie.
All’evento non può mancare la troupe televisiva locale incaricata di girare la cassetta che sarà trasmessa per la delizia dei concittadini- elettori.
E la gente se la deve sorbire, per mesi, come quando si va a far visita agli amici tornati da una vacanza che ti costringono vedere l’immancabile, interminabile filmino.
E così assistiamo, nelle tv locali, a performance a dir poco stomachevoli, oltre che dispendiose, risultato di una concezione invertita della promozione turistica che usa la vetrina siciliana alla Bit più per un consumo politico interno che per far conoscere agli operatori l’immagine e le risorse dell’Isola.
Insomma, una vetrata concava che riflette le immagini verso l’interno, facendole confluire nel suo punto focale dove brilla la stella dell’assessore di turno. I risultati deludenti di questa come di tante altre costose promozioni sono sotto gli occhi di tutti.
Peccato che i responsabili se ne accorgano sempre dopo. Mai prima, durante la fase di programmazione della spesa e delle partecipazioni.
Stiamo parlando di decine di milioni di euro (soldi dei contribuenti) che ogni anno la regione, le province bruciano per azioni meramente propagandistiche che poco o nulla contribuiscono a fare arrivare nuovi turisti in Sicilia.
Anzi, a guardare le più recenti statistiche, si rileva che l’Isola, già agli ultimi posti nelle graduatorie degli arrivi e delle presenze, continua a perdere quote assai importanti dei mercati turistici nazionale e internazionale.
Nel 2008, secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale, ha perduto, rispetto all’anno precedente, ben 375.285 arrivi (- 8,1%) e 664.581 presenze (- 4,6%) .
Tradotte in cifra economica e sociale, tali perdite hanno significato un colpo durissimo per il turismo isolano e per il suo indotto, in termini di disoccupazione e di forniture di beni e servizi.
Si dirà: ma c’è stata, c’è, la crisi mondiale. La crisi è innegabile, tuttavia, se si guarda intorno, scopriamo che i suoi effetti non sono uguali per tutti. Anzi.
Mentre il turismo siciliano subiva quasi un tracollo, altre regioni italiane e mediterranee sono riuscite a contenerli e talune addirittura a far registrare incrementi davvero significativi.
Per non andare lontano, cito soltanto i risultati conseguiti dal piccolo arcipelago di Malta che, sempre nel 2008, ha registrato un incremento del 3,8% degli arrivi ( in assoluto: + 47.346) e del 2,2% delle notti in albergo (in assoluto: + 254.033 notti).
Ovviamente, le responsabilità di tutto ciò non si possono scaricare solo sulla politica e sulle istituzioni pubbliche, ma riguardano anche l’imprenditoria, le banche, l’intero “sistema” del turismo siciliano che sistema non è.
Ma torniamo a Lombardo, al suo furioso ritorno da Milano.
Egli ha annunciato la fine di ogni futura partecipazione siciliana alla Bit e la creazione di una “borsa mediterranea del turismo”, in concorrenza con quella di Milano.
Così su due piedi, anzi su quattro poiché l'ha concordata col governatore campano Bassolino il quale, però, fra un mese non sarà più in carica.
Nell’attesa, Lombardo ha trasferito ogni potestà a una “cabina di regia” che, esautorando, di fatto, l’assessore e gli uffici competenti, dovrebbe decidere sulle future trasferte promozionali.
Infatti, già all’indomani, la cabina ha varato, in un colpo solo, finanziamenti per 2,6 milioni di euro per la partecipazione della regione ad alcune fiere dell’Oriente estremo.
Conosciamo la somma impegnata, ma non i metodi e i criteri di selezione, giacché tutto si è svolto in questa “cabina” affollata d’illustri novantenni o giù di lì che, con tutto il rispetto per la loro veneranda età, non credo siano le persone più idonee per decidere su tali complesse materie e relativi finanziamenti.
Anche questa appare una trovata singolare cui si ricorre per coprire, con nomi altisonanti, più modeste pretese di gestione clientelare.
Invece che riforme serie, s’inventano cabine di regia, super comitati e super consulenti e via via improvvisando. Un calderone ben dosato, con nomi e colori un po’ sbiaditi, e ripartito fra i soci di una maggioranza che non c’è.
*Già parlamentare del PCI
Editorialista di Repubblica Palermo

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