di Mirella Mascellino
“Amore Non Ne Avremo”, sono le parole dell’acrostico ANNA, che danno il nome al disco dedicato a Peppino Impastato (ammazzato il 9 Maggio 1978 dalla mafia, a Cinisi) e sono tratte dalla canzone composta da Moffo Schimmenti, uomo madonita, che non ama le lodi, né il clamore, che quando decide di fare qualcosa la fa perché ci crede e in punta di piedi, perché è un uomo discreto, non ama i riflettori. Tuttavia questo suo lavoro ha avuto risonanza oltre le Madonie, quella giusta e meritata da Peppino Impastato. Il 30 novembre del 2008 a Faenza al disco è stato assegnato il Premio speciale Meeting Etichette Indipendenti, ricevendo critiche positive nelle più autorevoli riviste musicali del panorama italiano.
Chi pensa che ammazzando un uomo ci si liberi di lui e delle sue gesta, oggi può ancora capire che così non è. Chi ha ammazzato Peppino Impastato trentadue anni fa, perché dava fastidio, perchè non aveva paura nè dello ‘zzu Tanu, né di mafiopoli, né tanto meno di fare la guerra dentro casa sua, contro suo padre. Oggi, costoro sappiano che Peppino è più vivo che mai, benché il suo corpo non esista più. L’uomo di Cinisi, figlio di Felicia Bartolotta e di Luigi Impastato, l’attivista di sinistra, l’antifascista, l’antimafioso, il poeta, il giornalista, che vive nel cuore e nell’operato di migliaia di siciliani e italiani onesti e antimafiosi è vivo più che mai perché attraverso la musica di gruppi provenienti da tutta l’Italia si cantano le sue poesie e con esse la sua storia. Gandolfo Schimmenti, Moffo per gli amici, cantautore e militante di sinistra, di Polizzi Generosa, ma cosmopolita nell’indole, Peppino lo ha conosciuto davvero nella sua integrità di uomo, militante, poeta e con lui ha condiviso un percorso di vita vissuta. Circa quattro anni fa ha cominciato a lavorare alle poesie di Peppino pensando di metterle in musica. La sua idea viene accettata da altri artisti siciliani e italiani, uniti dalla memoria e dalla storia di Peppino e così nasce il disco “Amore non ne avremo”, per la direzione artistica di Giuseppe Fontanella, musicista napoletano, pubblicato dal Manifesto CD e dal Centro di Documentazione Giuseppe Impastato. Il disco raccoglie 26 brani tra poesie di Peppino, trascritte da Moffo Schimmenti, tributi live e inediti e vede la partecipazione di grandi personalità della musica internazionale e nazionale, quali Carmen Consoli, Marina Rei, Marlene Kuntz, Modena City Ramblers, 24 Grana, YoYo Mundi ed altri. In tutto hanno partecipato sette gruppi siciliani e diciannove italiani. A Moffo Schimmenti abbiamo rivolto qualche domanda.
Come è nata l’idea del disco?
L’idea di un omaggio a Peppino attraverso queste canzoni l’ho sempre avuta. Circa quattro anni fa ho cominciato a lavorarci e un giorno mentre trascrivevo le poesie è venuto a trovarmi Giovanni Cannatella e vedendomi lavorare mi disse quello che io già pensavo ovvero con una canzone non si fa la rivoluzione, ma una canzone può ammazzare di nuovo un personaggio. Perciò il lavoro è stato delicato, tentando di entrare dentro il vissuto di Peppino, che io ho conosciuto da ragazzo, eravamo della stessa generazione, quindi tentando di entrare dentro il suo essere militante della nuova sinistra, perché anche noi abbiamo attraversato questo momento storico e politico particolare, tentando di interpretare il senso delle parole di Peppino e il tipo di formazione condivisa. Dentro le poesie di Peppino sono presenti dei messaggi che facevano parte della nostra cultura, del nostro quotidiano, che noi militanti abbiamo condiviso. Così io ho sempre pensato a queste canzoni e a fare un omaggio a Peppino che è un morto di mafia, un omaggio musicale, in questi termini, che finora nessuno aveva mai fatto e che proprio Peppino per la sua storia familiare e politica meritava. Un giorno, per caso è passato da casa mia Peppe Fontanella il chitarrista del gruppo napoletano 24 Grana e ha visto questo mio lavoro e mi chiese perché non lo pubblicassi. Io naturalmente risposi che doveva trattarsi di un omaggio a Peppino da parte di diversi gruppi musicali. Allora Fontanella condividendo il mio progetto si è attivato e ha cominciato a coinvolgere alcuni gruppi della penisola tanto che dopo che la voce si era sparsa, fino alla fine c’è stato qualche gruppo che chiamava Peppe per partecipare al progetto.
Avete coinvolto anche Carmen Consoli che accompagnata dai Lautari introduce la sua interpretazione di sciuri di campu, tratta dalla poesia scritta dall’eroe Peppino Impastato. Come è stato il coinvolgimento?
Abbiamo usato il metodo di inviare tre canzoni a ciascun gruppo, lasciando loro la libertà di arrangiamento personale. Tuttavia a Carmen Consoli abbiamo inviato soltanto Ciuri di campu perché io pensavo e dicevo che Carmen avrebbe dovuto cantare quella canzone e così Fontanella le ha inviato solo quella, senza possibilità di scelta ed io ho avuto questa grande soddisfazione, soprattutto sentendo poi la canzone cantata dalla bravissima Consoli.
Allora Moffo, tu, dalle montagne Madonite sei stato l’ideatore di questo progetto straordinario, oggi realizzato, che vede coinvolti altri musicisti madoniti e italiani e per questo sembra essere stato fondamentale l’apporto di Peppe Fontanella, musicista napoletano. Ma ci dici come lo hai conosciuto?
È venuto in vacanza qui circa tre anni fa, poiché la sua fidanzata lavorava col Cis e così ci siamo conosciuti e lui appena ha saputo della mia idea si è messo subito a disposizione e suonando con un gruppo abbastanza noto, i 24 Grana, coi quali andava in tournè, ha coinvolto tutti gli altri protagonisti del disco, dal Veneto al Piemonte: i Gang veneti, Libera Velo napoletani, Perturbazioni piemontesi, Low Fi napoletani, One Dimensional Man italo-inglesi, è la prima volta che cantano in italiano, le Loup Garou italiani e belgi, Giaccone e Congiu torinesi, i Bisca napoletani, Riccardo Sinigallia romano, Elia feat torinesi, i famosissimi Marlene Kuntz, Marta sui Tubi sono due siciliani e due torinesi, Yo yo Mundi astigiani, Modena City Ramblers gruppo famosissimo di Modena, Analphabet City, francesi e gli Zù romani. I siciliani invece sono i Lautari e Carmen Consoli, il Collettivo Impastato ovvero gli amici di Peppino, i Taberna Milensis, gruppo storico siciliano in cui oggi suonano due madoniti Castellana e Sanfilippo, gli Uzeda, siciliani che cantano per lo più in inglese, molto conosciuti in America, gli Affinità di Quarta con la cantante Francesca Martino che hanno musicato una poesia di Salvo Vitale contadini di Punta Raisi, i Radio Zapata e i C.P.F., il mio gruppo e gli altri madoniti di cui voglio citare i nomi: Giovanni Cannatella, Giovanni D’Angelo, Roberto Terranova nel cui studio U Sciauru du suonu di Polizzi sono state registrate le canzoni Di Radio Zapata e dei Taberna Milensis, Giuseppe Sanfilippo(Gangi), Filippo Paternò(Gangi), che ha musicato la canzone di Marina Rei, la quale ha mantenuto la stessa linea melodica datagli dal nostro Filippo, Vincenzo Castellana(Caltavuturo), Leonardo Bruno, nel cui studio Alta Quota di Petralia Soprana abbiamo registrato la canzone A terra vola, dedicata a tutte le vittime della mafia e scritta da me ispirandomi alle parole che Pirandello fa pronunciare a uno dei protagonisti del romanzo I Vecchi e i giovani e Vincenzo Mancuso, grande musicista e produttore che interviene con la chitarra nella nostra canzone, che si può dire madonita per scelta. Tutti gli artisti hanno lavorato gratuitamente offrendo la loro arte e il loro talento alla memoria di Peppino e i proventi del disco saranno devoluti al Centro di Documentazione Siciliana Giuseppe Impastato fondato nel 1977 da Umberto Santino e da Anna Puglisi, ed è il primo Centro Studi sulla mafia sorto in Italia.
Come siete arrivati al Manifesto CD?
Beh, sempre per merito di Fontanella. Tuttavia il Manifesto si è attivato subito e benché sia passato qualche anno ha realizzato il progetto che tutti ora possono conoscere.
Nella riscrittura dei testi come hai lavorato?
Mi sono ispirato sia alle poesie, traducendole fedelmente nel siciliano o lasciandole in italiano perché Peppino scriveva in italiano, che alla storia vissuta aggiungendo nuove parole, dettate dalla vita e dalla esperienza condivisa. Per esempio la canzone Mamma Felicia l’ho scritto dopo che tornai dal suo funerale. Devo dire che tutti i gruppi si sono appassionati, i non siciliani che hanno cantato in dialetto si sono impegnati, chiedevano con zelo la pronuncia, i significati delle parole. Una cantante torinese, Ada Lalli, è andata a trovare una famiglia polizzana che vive a Torino per meglio pronunciare le parole. Io sono felicissimo per questo lavoro che ho pensato come un omaggio a Peppino e così è stato. Ringrazio tutti i gruppi che hanno sostenuto le spese di registrazione autonomamente e hanno lavorato tutti benissimo e con divertimento.
Delle quattordici poesie di Peppino, pubblicate dal csd Impastato nel volume Lunga è la notte a cura di Umberto Santino nel 2003, il nostro Moffo trascrive in musica le poesie indicate coi seguenti numeri, nel testo su citato: 1) Aria di festa, 2)Stancu sugnu, 3)Ciuri di campu musicata dai Lautari e cantata da Carmen Consoli 4)E lui cantava(dedicata a un cantautore del ‘68), 5)E nessuno ci vendicherà musicata dal madonita Paternò, unico testo integrale tra poesia e canzone, 6)Vento(Lunga è la notte), 7)U cori di la negghia, 8)A pinsari, 9)Ricordo d’autunno, 10)Esenem, pezzo dal significato attualissimo, 11)Profumo di maggio(la morte di Peppino), 12)E fora chiove, 13)Amore non avremo, da il titolo al disco, è l’ acrostico del nome della donna amata da Peppino, Anna, e avrebbe dovuto dare anche il titolo al film, che poi sarà I cento passi 14)L’amuri di lu munnu. Gli altri brani sono scritti o dagli stessi interpreti, per esempio i Modena cantano il loro brano I Cento passi con un arrangiamento diverso dall’album, Francesca Martino col gruppo Affinità di quarta musicano la poesia di Salvo Vitale Contadini di Punta Raisi, il Collettivo Impastato canta Amicu di la storia Mia. Compagno, musicata da Moffo, è cantata dai Low Fi e poi la moglie di Giovanni Impastato, Felicia, coi Resina interpretano La matri di Pippinu scritta da Umberto Santino. Ci troviamo di fronte a un lavoro straordinario fatto con amore, dedizione e scrupolo tenendo conto di Peppino, della sua vita, della sua militanza, della sua storia nella integrità totale e ciò si evince dai testi che sono venuti fuori dalle poesie e dai testi inediti, vedi Mamma Felicia: “…quel mattino di maggio sei diventata una madre coraggio …quante volte hai detto…per mio figlio io voglio giustizia, non voglio vendetta!.... Tu e lei e Armando Gasiani siete stati tutti e tre partigiani”. Attraverso la musica e le canzoni Peppino viene consegnato alla storia, che ahimè egli stesso ha scritto col suo sangue versato, con la possibilità ancora più alta di essere fatto conoscere ai giovanissimi che con più facilità si avvicinano al mondo della musica, il cui messaggio è spesso più efficace a raggiungere l’obiettivo della conoscenza e della memoria. Allora insieme cantiamo Peppino che vive con noi e attraverso noi, grazie a questo dono musicale che parte dalle Madonie e unisce l’Italia dell’antimafia e della legalità: “Bisogna vederli tutti quanti/ pronti e seri/ nta lu cori li banneri/ quattromila compatti/ pi sta terra si cumbatti/ e sembrano la terra stessa/ la terra viva che si muove e pensa e vola/ e a terra vola…/…..quantu sangu e strati strati/ di militanti e magistrati/ e sta terra u ridi chiù/ e fa chianciri a Gesù/ e sta terra u ridi chiù/ e nun ridi mancu tu…” i versi iniziali della canzone a Terra vola, cantata da CPF e scritta da Moffo Schimmenti.
http://gaetanoalessi.blogspot.com/
Chi pensa che ammazzando un uomo ci si liberi di lui e delle sue gesta, oggi può ancora capire che così non è. Chi ha ammazzato Peppino Impastato trentadue anni fa, perché dava fastidio, perchè non aveva paura nè dello ‘zzu Tanu, né di mafiopoli, né tanto meno di fare la guerra dentro casa sua, contro suo padre. Oggi, costoro sappiano che Peppino è più vivo che mai, benché il suo corpo non esista più. L’uomo di Cinisi, figlio di Felicia Bartolotta e di Luigi Impastato, l’attivista di sinistra, l’antifascista, l’antimafioso, il poeta, il giornalista, che vive nel cuore e nell’operato di migliaia di siciliani e italiani onesti e antimafiosi è vivo più che mai perché attraverso la musica di gruppi provenienti da tutta l’Italia si cantano le sue poesie e con esse la sua storia. Gandolfo Schimmenti, Moffo per gli amici, cantautore e militante di sinistra, di Polizzi Generosa, ma cosmopolita nell’indole, Peppino lo ha conosciuto davvero nella sua integrità di uomo, militante, poeta e con lui ha condiviso un percorso di vita vissuta. Circa quattro anni fa ha cominciato a lavorare alle poesie di Peppino pensando di metterle in musica. La sua idea viene accettata da altri artisti siciliani e italiani, uniti dalla memoria e dalla storia di Peppino e così nasce il disco “Amore non ne avremo”, per la direzione artistica di Giuseppe Fontanella, musicista napoletano, pubblicato dal Manifesto CD e dal Centro di Documentazione Giuseppe Impastato. Il disco raccoglie 26 brani tra poesie di Peppino, trascritte da Moffo Schimmenti, tributi live e inediti e vede la partecipazione di grandi personalità della musica internazionale e nazionale, quali Carmen Consoli, Marina Rei, Marlene Kuntz, Modena City Ramblers, 24 Grana, YoYo Mundi ed altri. In tutto hanno partecipato sette gruppi siciliani e diciannove italiani. A Moffo Schimmenti abbiamo rivolto qualche domanda.
Come è nata l’idea del disco?
L’idea di un omaggio a Peppino attraverso queste canzoni l’ho sempre avuta. Circa quattro anni fa ho cominciato a lavorarci e un giorno mentre trascrivevo le poesie è venuto a trovarmi Giovanni Cannatella e vedendomi lavorare mi disse quello che io già pensavo ovvero con una canzone non si fa la rivoluzione, ma una canzone può ammazzare di nuovo un personaggio. Perciò il lavoro è stato delicato, tentando di entrare dentro il vissuto di Peppino, che io ho conosciuto da ragazzo, eravamo della stessa generazione, quindi tentando di entrare dentro il suo essere militante della nuova sinistra, perché anche noi abbiamo attraversato questo momento storico e politico particolare, tentando di interpretare il senso delle parole di Peppino e il tipo di formazione condivisa. Dentro le poesie di Peppino sono presenti dei messaggi che facevano parte della nostra cultura, del nostro quotidiano, che noi militanti abbiamo condiviso. Così io ho sempre pensato a queste canzoni e a fare un omaggio a Peppino che è un morto di mafia, un omaggio musicale, in questi termini, che finora nessuno aveva mai fatto e che proprio Peppino per la sua storia familiare e politica meritava. Un giorno, per caso è passato da casa mia Peppe Fontanella il chitarrista del gruppo napoletano 24 Grana e ha visto questo mio lavoro e mi chiese perché non lo pubblicassi. Io naturalmente risposi che doveva trattarsi di un omaggio a Peppino da parte di diversi gruppi musicali. Allora Fontanella condividendo il mio progetto si è attivato e ha cominciato a coinvolgere alcuni gruppi della penisola tanto che dopo che la voce si era sparsa, fino alla fine c’è stato qualche gruppo che chiamava Peppe per partecipare al progetto.
Avete coinvolto anche Carmen Consoli che accompagnata dai Lautari introduce la sua interpretazione di sciuri di campu, tratta dalla poesia scritta dall’eroe Peppino Impastato. Come è stato il coinvolgimento?
Abbiamo usato il metodo di inviare tre canzoni a ciascun gruppo, lasciando loro la libertà di arrangiamento personale. Tuttavia a Carmen Consoli abbiamo inviato soltanto Ciuri di campu perché io pensavo e dicevo che Carmen avrebbe dovuto cantare quella canzone e così Fontanella le ha inviato solo quella, senza possibilità di scelta ed io ho avuto questa grande soddisfazione, soprattutto sentendo poi la canzone cantata dalla bravissima Consoli.
Allora Moffo, tu, dalle montagne Madonite sei stato l’ideatore di questo progetto straordinario, oggi realizzato, che vede coinvolti altri musicisti madoniti e italiani e per questo sembra essere stato fondamentale l’apporto di Peppe Fontanella, musicista napoletano. Ma ci dici come lo hai conosciuto?
È venuto in vacanza qui circa tre anni fa, poiché la sua fidanzata lavorava col Cis e così ci siamo conosciuti e lui appena ha saputo della mia idea si è messo subito a disposizione e suonando con un gruppo abbastanza noto, i 24 Grana, coi quali andava in tournè, ha coinvolto tutti gli altri protagonisti del disco, dal Veneto al Piemonte: i Gang veneti, Libera Velo napoletani, Perturbazioni piemontesi, Low Fi napoletani, One Dimensional Man italo-inglesi, è la prima volta che cantano in italiano, le Loup Garou italiani e belgi, Giaccone e Congiu torinesi, i Bisca napoletani, Riccardo Sinigallia romano, Elia feat torinesi, i famosissimi Marlene Kuntz, Marta sui Tubi sono due siciliani e due torinesi, Yo yo Mundi astigiani, Modena City Ramblers gruppo famosissimo di Modena, Analphabet City, francesi e gli Zù romani. I siciliani invece sono i Lautari e Carmen Consoli, il Collettivo Impastato ovvero gli amici di Peppino, i Taberna Milensis, gruppo storico siciliano in cui oggi suonano due madoniti Castellana e Sanfilippo, gli Uzeda, siciliani che cantano per lo più in inglese, molto conosciuti in America, gli Affinità di Quarta con la cantante Francesca Martino che hanno musicato una poesia di Salvo Vitale contadini di Punta Raisi, i Radio Zapata e i C.P.F., il mio gruppo e gli altri madoniti di cui voglio citare i nomi: Giovanni Cannatella, Giovanni D’Angelo, Roberto Terranova nel cui studio U Sciauru du suonu di Polizzi sono state registrate le canzoni Di Radio Zapata e dei Taberna Milensis, Giuseppe Sanfilippo(Gangi), Filippo Paternò(Gangi), che ha musicato la canzone di Marina Rei, la quale ha mantenuto la stessa linea melodica datagli dal nostro Filippo, Vincenzo Castellana(Caltavuturo), Leonardo Bruno, nel cui studio Alta Quota di Petralia Soprana abbiamo registrato la canzone A terra vola, dedicata a tutte le vittime della mafia e scritta da me ispirandomi alle parole che Pirandello fa pronunciare a uno dei protagonisti del romanzo I Vecchi e i giovani e Vincenzo Mancuso, grande musicista e produttore che interviene con la chitarra nella nostra canzone, che si può dire madonita per scelta. Tutti gli artisti hanno lavorato gratuitamente offrendo la loro arte e il loro talento alla memoria di Peppino e i proventi del disco saranno devoluti al Centro di Documentazione Siciliana Giuseppe Impastato fondato nel 1977 da Umberto Santino e da Anna Puglisi, ed è il primo Centro Studi sulla mafia sorto in Italia.
Come siete arrivati al Manifesto CD?
Beh, sempre per merito di Fontanella. Tuttavia il Manifesto si è attivato subito e benché sia passato qualche anno ha realizzato il progetto che tutti ora possono conoscere.
Nella riscrittura dei testi come hai lavorato?
Mi sono ispirato sia alle poesie, traducendole fedelmente nel siciliano o lasciandole in italiano perché Peppino scriveva in italiano, che alla storia vissuta aggiungendo nuove parole, dettate dalla vita e dalla esperienza condivisa. Per esempio la canzone Mamma Felicia l’ho scritto dopo che tornai dal suo funerale. Devo dire che tutti i gruppi si sono appassionati, i non siciliani che hanno cantato in dialetto si sono impegnati, chiedevano con zelo la pronuncia, i significati delle parole. Una cantante torinese, Ada Lalli, è andata a trovare una famiglia polizzana che vive a Torino per meglio pronunciare le parole. Io sono felicissimo per questo lavoro che ho pensato come un omaggio a Peppino e così è stato. Ringrazio tutti i gruppi che hanno sostenuto le spese di registrazione autonomamente e hanno lavorato tutti benissimo e con divertimento.
Delle quattordici poesie di Peppino, pubblicate dal csd Impastato nel volume Lunga è la notte a cura di Umberto Santino nel 2003, il nostro Moffo trascrive in musica le poesie indicate coi seguenti numeri, nel testo su citato: 1) Aria di festa, 2)Stancu sugnu, 3)Ciuri di campu musicata dai Lautari e cantata da Carmen Consoli 4)E lui cantava(dedicata a un cantautore del ‘68), 5)E nessuno ci vendicherà musicata dal madonita Paternò, unico testo integrale tra poesia e canzone, 6)Vento(Lunga è la notte), 7)U cori di la negghia, 8)A pinsari, 9)Ricordo d’autunno, 10)Esenem, pezzo dal significato attualissimo, 11)Profumo di maggio(la morte di Peppino), 12)E fora chiove, 13)Amore non avremo, da il titolo al disco, è l’ acrostico del nome della donna amata da Peppino, Anna, e avrebbe dovuto dare anche il titolo al film, che poi sarà I cento passi 14)L’amuri di lu munnu. Gli altri brani sono scritti o dagli stessi interpreti, per esempio i Modena cantano il loro brano I Cento passi con un arrangiamento diverso dall’album, Francesca Martino col gruppo Affinità di quarta musicano la poesia di Salvo Vitale Contadini di Punta Raisi, il Collettivo Impastato canta Amicu di la storia Mia. Compagno, musicata da Moffo, è cantata dai Low Fi e poi la moglie di Giovanni Impastato, Felicia, coi Resina interpretano La matri di Pippinu scritta da Umberto Santino. Ci troviamo di fronte a un lavoro straordinario fatto con amore, dedizione e scrupolo tenendo conto di Peppino, della sua vita, della sua militanza, della sua storia nella integrità totale e ciò si evince dai testi che sono venuti fuori dalle poesie e dai testi inediti, vedi Mamma Felicia: “…quel mattino di maggio sei diventata una madre coraggio …quante volte hai detto…per mio figlio io voglio giustizia, non voglio vendetta!.... Tu e lei e Armando Gasiani siete stati tutti e tre partigiani”. Attraverso la musica e le canzoni Peppino viene consegnato alla storia, che ahimè egli stesso ha scritto col suo sangue versato, con la possibilità ancora più alta di essere fatto conoscere ai giovanissimi che con più facilità si avvicinano al mondo della musica, il cui messaggio è spesso più efficace a raggiungere l’obiettivo della conoscenza e della memoria. Allora insieme cantiamo Peppino che vive con noi e attraverso noi, grazie a questo dono musicale che parte dalle Madonie e unisce l’Italia dell’antimafia e della legalità: “Bisogna vederli tutti quanti/ pronti e seri/ nta lu cori li banneri/ quattromila compatti/ pi sta terra si cumbatti/ e sembrano la terra stessa/ la terra viva che si muove e pensa e vola/ e a terra vola…/…..quantu sangu e strati strati/ di militanti e magistrati/ e sta terra u ridi chiù/ e fa chianciri a Gesù/ e sta terra u ridi chiù/ e nun ridi mancu tu…” i versi iniziali della canzone a Terra vola, cantata da CPF e scritta da Moffo Schimmenti.
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