di Giuseppe Crapisi
Poche ore ci separano dal nuovo anno e molte sono le speranze di ognuno di noi. Scrivendo, rifletto al possibile miglior augurio da rivolgere alla mia terra.Vorrei che si mettessero insieme tutte quelle realtà che quotidianamente resistono al modello clientelare – mafioso che rende i siciliani sudditi, poiché una popolazione affamata può esser condizionata e ricattata. Mi auguro che si riesca davvero a rompere questo sistema di sudditanza e che possano tornare tutti coloro sono stati costretti a lasciare le proprie famiglie e i propri amici per emigrare. Oggi non si emigra più solo per cercare lavoro ma anche per poter studiare, perché in Sicilia viene progressivamente negato anche questo diritto. Se non ci saranno più sudditi e se si cambierà la cultura allora sì che quest’isola potrà davvero costruire il proprio futuro come centro del mediterraneo. L’augurio più grande è che i precari di ieri di oggi e di domani acquisiscano coscienza di classe e che riescano ad avere rappresentanza politica. La meglio gioventù è oggi senza futuro. Vi parla un corleonese che nella propria città, insieme ai compagni di viaggio di Corleone Dialogos, da più di otto anni ha dato tutto per cambiare il luogo che ama. Voltandomi indietro vedo i piccoli passi avanti fatti da questa comunità ma ancora tanto rimane da fare. Ci sono tantissime persone che credono in ciò che fanno sacrificando la propria vita in termini lavorativi e affettivi consapevoli che questo è l’unico antidoto a quella piaga che si chiama familismo amorale. Mi auguro che dal 2011 Corleone Dialogos e Ad Est possano iniziare a pensare ad un reale cambiamento, unitariamente e partendo dal basso. Se non ci limiteremo solo a pensare ad una svolta, ma passeremo all’azione allora forse potremo dire di avere provato a lasciare alle future generazioni una Sicilia migliore di quella che abbiamo ereditato.
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