mercoledì 22 dicembre 2010

La Politica? Non è una cosa per giovani!

di Vincenzo Cicero

Perché i giovani sono poco presenti nella vita politica?
Una quesito di difficile risposta. Alcuni giovani vedono nella politica il male odierno, dicono che la vera mafia è la politica, che la politica è per chi la fa. Nessuna meraviglia a causa di corrotti, scalda sedie, politici a favore del singolo e non del collettivo. Tutto questo fa scivolare i ragazzi in un tunnel d’egoismo (non necessariamente negativo) dove l’individuo pensa al suo interesse e non a quello collettivo. Si vive nella rassegnazione non consapevole. Fermi solo a lamentarsi, vincolati e privi di volontà di agire (volere è potere!) Indifferenti vanno verso un futuro privo di luce e speranza. Dove non si chiedono il perché, e delegano agli altri il loro domani, quando insieme se ne può costruire uno a beneficio e all’altezza di tutto e di tutti. Politici che offrono idee già pronte all’uso da realizzare, usate a fine di costruzione della propria immagine, possibilmente in tempi di campagne elettorali. Perché è facile servirsi delle giovani generazioni per ottenere qualche voto in più. Le idee non si offrono, ma si costruiscono insieme in questo campo, altrimenti si viola la libertà altrui imponendo le proprie idee. Molti non vanno a votare, oso dire che è segno d’ignoranza perché il voto è anche un diritto. Chi non vota mette una mano davanti la propria bocca, non esprime il proprio pensiero. Da noi giovani deve partire il cambiamento, la voglia di ripartire, bisogna riparare tutto quel danno provocato da persone egoiste che avendo già dato continuano a far finta di impegnarsi solo per ricevere stipendi alti e non lasciano quindi spazio a generazioni più giovani. Chiudo con una frase di Gramsci che credo riassuma tutto quelli che scritto sopra. “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita…”

2 commenti:

Giovanni ha detto...

Come giustamente ricordi, anni di politica "ad personam" e al parlamento abbiamo il capostipite, hanno creato un certo timore ad avvicinarsi ad essa, ma non ci si deve scoraggiare, e prendendo esempio dall'America Obamiana solo il vento giovane può spazzare via la politica obsoleta, perché ci sono vecchi politici, che possono contribuire a dare la loro esperienza, altrimenti si rischia di buttare via il bambino con l'acqua sporca.

Alessandro Sardone ha detto...

Perché l'America Obamiana sarebbe questo gran segnale di rinnovamento? La riforma sanitaria non è passata, le truppe statunitensi restano a in Afghanistan con sommo godimento dell'industria bellica (che come quella degli alimenti primari non conosce crisi), la ricchezza resta sempre in mano ai soliti noti e sul piano energetico non si accenna a dire basta al petrolio.

Vorrei condividere con voi l'ascolto delle parole del senatore Bob Kennedy: http://www.youtube.com/watch?v=grJNlxQsqtE

L'unico segno di cambiamento che vedo (le cui conseguenze non sono ancora valutabili) è il superamento del mondo unipolare con a capo gli Stati Uniti d'America.

L'autore dell'articolo scrive: "Molti non vanno a votare, oso dire che è segno d’ignoranza perché il voto è anche un diritto". In linea generale sono sempre stato d'accordo, ma ora mi accorgo che il mio voto va a partiti che con questa legge elettorale resteranno fuori dal parlamento, per cui... a che pro?