sabato 26 febbraio 2011

LA DEMOCRAZIA COMPRATA E VENDUTA!

di Michelangelo La Rocca
Da mesi, ormai, si discute del mercato dei parlamentari, mai come in questa tormentata legislatura il numero dei deputati interessati da questo fenomeno è stato così alto e significativo.
I parlamentari che hanno cambiato casacca supera il centinaio, alto è anche il numero dei parlamentari che hanno cambiato e ricambiato, a distanza di pochi giorni, il gruppo e lo schieramento di appartenenza.
La politica sembra aver mutuato dal calciomercato le regole sulle quali basare la formazione delle squadre in campo, i palazzi della stessa politica ricordano da vicino l’hotel Gallia dei tempi d’oro del calcio mercato.
Quando si verificano questi fenomeni è il segno evidente che la politica è ammalata, gravemente ammalata. E quando la politica è ammalata è la democrazia che soffre, che rischia, persino, di morire.
In questi mesi mi ha colpito il basso profilo del dibattito su questi temi così delicati e sensibili ed il fatto che si dubiti persino dell’ illiceità di tali comportamenti.
La democrazia viene colpita al cuore e si discute se queste tristi vicende possano interessare il giudice penale!
Questa incertezza mi lascia a dir poco basito, anche opposizione dovrebbe far sentire alta e forte la propria voce su questo tema!
A cosa vale votare se poi il voto non ha alcun valore e le sorti del nostro Paese vengono decise in altri modi, con altri criteri?
Una democrazia comprata e venduta e poi ricomprata e rivenduta non è più una democrazia, al massimo sarà una plutocrazia.
Per fortuna qualcuno comincia a squarciare il velo su questo triste mercimonio e la magistratura comincia ad indagare.
Tanto di cappello al deputato Bucchino che ha avuto il coraggio di denunciare le pressioni subite ed ha rivelato il vigente tariffario della prostituzione politica.L’auspicio è che si faccia chiarezza sembra l’ombra di alcun dubbio, in fondo la persona offesa è cara a tutti quelli che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione perché si tratta nientemeno che delle sorti della nostra democrazia!

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