La storia è maestra di vita, dicevano annoiati i miei professori del liceo, e più l’avevano studiata più sottolineavano il concetto. Un’affermazione datata, bacchettona, sommamente retorica, ma terribilmente vera. Cinque millenni di guerre non sono bastati a far comprendere il valore assoluto della pacifica coesistenza e della vicendevole tolleranza. Figurarsi se si parla di temi meno drammatici, ma parimenti importanti come la politica ed il modo di farla. Per poterci calare nel nostro umilissimo contesto è sufficiente ricordare alcuni fatti accaduti nel passato recente per poterne trarre spunto di riflessione. Dopo la prima amministrazione Tuttolomondo, della quale facevano già parte esponenti politici con una collocazione non compiutamente consolidata, si è passati alla seconda amministrazione Tuttolomondo (terminata anzitempo con una mozione di sfiducia) della quale hanno fatto parte uomini ancor oggi al governo. Il tema è caldo, anzi caldissimo, alla luce della campagna elettorale per le prossime amministrative già praticamente in corso. La storia degli ultimi anni ci deve per forza dare delle linee, ci deve ricordare degli errori fatti e non deve più farceli commettere. Prima di ulteriori valutazioni è bene anche ricordare che la nuova legge elettorale ridefinisce le regole della partita. Si vince secco a primo turno ed il rischio di non avere maggioranza in consiglio è più che reale se ci sono più di due candidati forti. Il sindaco senza maggioranza si dovrà piegare alle richieste di chi, fino al giorno prima, era un avversario. In un contesto normale tutto ciò sarebbe inaccettabile, ma la legge è fatta talmente male che l’alternativa sarebbero le immediate dimissioni del neosindaco per andare nuovamente al voto finché non si arrivi ad avere una normale maggioranza. Pazzia pura! Vedremo come andrà a finire. Detto questo, torniamo alla storia di ieri. Nelle amministrazioni Tuttolomondo II, Casalicchio e Cuffaro si sono visti alcuni Surfisti che con grande abilità ed una grossa dose di spregiudicatezza sono rimasti sempre sull’onda “buona” a prescindere dalla sua provenienza e direzione interpretando la politica come posto di lavoro. A dispetto della lunga permanenza e dell’allenamento al governo, il contributo allo sviluppo che sono stati in grado di offrire è assolutamente impalpabile. Sfido chiunque a riconoscere un Surfista dalle proposte offerte al dibattito politico o dalle battaglie che ha condotto. Malgrado mi stupisca di poco ed il compromesso non è più un tabù, ritengo che non esistono partite che si possano continuare a giocare al ribasso. Niente Surfisti insomma, lo chiede a gran voce Raffadali non un gruppo di sedicenti benpensanti. Se qualcuno pensa di decidere il futuro in qualche salotto al buio utilizzando semplicemente il pallottoliere vada a leggersi la storia di ieri e di oggi. Con i numeri si vince, ma senza idee e progetti non si governa, si riesce (malamente) a fare l’ordinario. Raffadali ha bisogno di scrivere un’altra storia fatta delle idee che diventano patrimonio di tutti e che consentano di avere la “cifra” necessaria a vincere la partita. Si parte quindi dalle PRIMARIE di coalizione, naturale terreno di confronto e di creazione, unico modo per selezionare una nuova classe dirigente. LA CRONACA odierna urla al cielo il loro enorme valore inclusivo, come Milano, Napoli e la Puglia splendidamente testimoniano. Nessuna altra strada è percorribile se si vuole ritornare ad un rapporto normale tra la politica ed i cittadini oltre che tra il centrosinistra ed i suoi stanchi elettori. L’obiettivo, come già mille volte ripetuto, è quello di creare il sogno e di farlo avverare senza compromessi.
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