giovedì 13 ottobre 2011

Un po d'amore può giovare alla causa..


di Mimmo Ferraro*
“Giovanni Panepinto finiva il suo intervento nell’assemblea del PD di sabato scorso auspicando non solo l’inizio di un percorso unitario, ma farlo con amore. Ci ha lasciati tutti piacevolmente sorpresi. Questo fatto mi pare ben augurale.
La maggioranza degli interventi, infatti, ha espresso la volontà di tutti di non solo andare avanti, ma di rilanciare l’azione politica del Partito Democratico in provincia Il passo più importante è stato quello di fare una direzione provinciale dove tutte le componenti si diluiscono in un’unica famiglia politica. Certo nessuno si fa illusioni che la cosa sia così semplice, però formalmente si è dato inizio a quel processo unitario che in provincia ci voleva. Anche un po’ di “amore” può giovare alla causa.
La questione che ho posto all’inizio dell’assemblea, però, non ha avuto risposte. Mi riferisco alla vicenda Porto Empedocle, dove il circolo subito dopo le amministrative, è scoppiato con le dimissioni del segretario di circolo e di un altro importante componente. Ora in linea generale è meglio quando si inizia a costruire un percorso nuovo non lasciare nodi irrisolti dietro. La faccenda in questo caso è particolarmente delicata poiché le dimissionarie, si tratta di due donne, non vogliono lasciare il partito come hanno comunicato in note piene di sentimento e di analisi politiche. Scritte insomma con il cuore e con la testa. Condividono tutte le idealità ma non condividono la gestione e per il momento non li frequentano gli organi del Partito. Altri segretari si sono dimessi lasciando anche il Partito mentre altri dovrebbero dimettersi. Il segretario Emilio Messana non ha fatto nessun cenno alla vicenda né nella sua relazione né nella replica finale nonostante la mia sollecitazione. Ora tutti concordiamo che il nostro partito è sicuramente distante per sua natura e per la sua storia da una coltura maschilista. E proprio perché sono due donne, non bisognava trattare la faccenda con tanta disinvoltura esattamente per non prestare il fianco a speculazioni di nessun genere. Caterina Santamaria e Franca Alonge sono anche due dirigenti provinciali che sono state sempre a disposizione del partito con la loro genuina passione ogni volte che si presentava l’occasione. Ritengo che gli attuali dirigenti del circolo di Porto Empedocle debbano dirci come sono andate le cose soprattutto nel momento della formazione della lista del PD a Porto Empedocle in occasione delle comunali recenti. Non è una faccenda strettamente del circolo. Al presidente Sinesio, che sulla vicenda ha avuto un ruolo fondamentale, ho rinnovato la sfiducia mia e degli altri amici e compagni che hanno votato scheda bianca durante la votazione del 24 settembre. So bene che non provocherò nessuno smottamento, non è neanche mia intenzione provocare, ma per me è un atto formale doveroso per lealtà verso un pezzo di partito che non può essere trattato come la polvere che si scopa sotto il tappeto.
A margine dell’assemblea mi piace osservare come una stampa, quasi tutta, un po’ omologata, non solo si è contentata della velina passata dalle segreterie, solo qualcuno si è “sorbito” quattro ore di dibattito, ma i pezzi erano tutti incentrati sulle posizioni dei parlamentari. Nessuno ha detto niente del bellissimo intervento del più giovane di tutta l’assemblea, Giuseppe Montana di Alessandria della Rocca che non solo è stato brillante nell’analisi ma argomentando con una sottile ironia ha indicato una rotta per il Partito Democratico che ha in se i prodromi dell’innovazione. Concordo con lui perché il Partito ha necessita di svecchiarsi nelle quotidianità. Viceversa il presidente dei Giovani Democratici, la volta scorsa non ha trovato di meglio che chiedere due posti in più per la sua organizzazione, in direzione: una cosa vecchia quanto il cucco. Un mio professore di fisica citava sempre la frase: “Un sigaro è un diciotto non si negano a nessuno”. Così due posti in un pletorico organismo, a momenti più grande dell’assemblea provinciale, non si negano ai Giovani Democratici.
Il partito deve aver altro appeal verso le giovani generazioni. Impresa ardua in un momento di crisi della politica tout court, dove diverse forme di antipolitica rischiano di farla da padrone. Per questo il Partito Democratico deve non solo rinnovarsi anagraficamente, ma deve snellire le procedure che rischiano di appesantire la vita del partito tenendo lontani quei pezzi di società civile che di se sarebbero vicine alle idealità del PD”.

*dirigente nazionale Pd

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