lunedì 2 gennaio 2012

“Se ho resistito io così dovete resistere anche voi” -

La Resistenza di Vittoria Giunti nelle parole di Gaetano Alessi

di Carlotta Bartolucci

Nell’atrio della Casa della Resistenza di Verbania, in mezzo a locandine di eventi e documentazioni storiche, c’è una pila di libri. Sono piccoli e brevi e sulla copertina c’è lei, un profilo deciso e sorridente, scavato dal tempo ma intenso. Sfoglio le prime pagine e leggo: “Non dimentichiamo: la storia è fatta non solo dai condottieri e dai leaders ma da chi non avrà mai il proprio nome ricordato dai libri di storia”. Quella donna sorridente è una di loro.

Per questo martedì 29 novembre, in un evento fortemente voluto dall’Anpi Verbania e il presidio Giorgio Ambrosoli, associazioni legate per la loro lotta incentrata sulla memoria e l’impegno, abbiamo ospitato Gaetano Alessi, il quale si è dimostrato essere molto più che solo l’autore del libro.

Ha srotolato l’aggrovigliato filo dei ricordi che lega persone, avvenimenti, fatti, battaglie dello ieri e dell’oggi, raccontando di una donna che dedicò la propria vita alla lotta. Con semplicità e vividezza, accompagnato da un’amichevole e marcato accento siciliano, ha rievocato il carattere che fu in grado di opporsi prima all’oppressione del Fascismo, poi alla repressione dei diritti delle donne, ed infine al potere mafioso. Gaetano ha ridato vita con la memoria a quello spirito capace di battersi per degli ideali senza mai perder di vista l’importanza dell’essere umani, capace di parlare agli altri mai di sé ma della gente, capace di prendere le decisioni quando c’era bisogno ma mettersi da parte quando necessario.

Ha finalmente posto un volto e un nome alla donna che contribuì alla storia con la determinazione degli umili: Vittoria Giunti. Giovane, bella, colta, possedeva la tenacia che le permise di essere partigiana e combattere fino a quando non cantò libertà per le strade di Roma. Il suo carattere riflessivo, invece, le permise di capire che, per avvicinarsi alle donne in Sicilia e rompere la corazza di pregiudizi dietro alla quale si nascondevano, non avrebbero dovuto “solo parlarsi, ma capirsi” e comunicare prima che con la bocca, con l’anima. Dopo la Liberazione, quella fu la sua seconda vittoria: appoggiata dalle donne di Sicilia, nel clima chiuso e ostile del 1956, fu il primo sindaco donna comunista. Fu dirigente del Partito Comunista Italiano e componente durante la Costituente della commissione nazionale per il diritto di voto delle donne. In un 1998 dove il potere mafioso siciliano imperversava, intraprese la sua terza battaglia: contro la Mafia. Ma questa volta combatté con la forza del gruppo, degli ideali e dell’impegno di giovani. E quei ragazzi che si unirono guidati da quella ottantenne piena di vita, lo contrastarono per davvero il potere della criminalità organizzata. Si ritrovarono soli molte volte, abbandonati dalle istituzioni, dai parenti e dagli amici; molte furono le volte che vollero abbandonare loro la battaglia. Vittoria però con la sua costante presenza li spronava, incoraggiandoli a continuare. Nel 2003 Vittoria disse: “Se fondate un giornale, io vi rilascerò la prima intervista della mia vita”; e nacque. Fondarono AdEst, strumento di informazione e denuncia di frodi mai dette, di appalti mafiosi, e della povertà assoluta della Sicilia.

Gaetano Alessi faceva parte di loro. Sorride mentre ricorda Vittoria, e parla unicamente di lei; non accenna al proprio lavoro di giornalista ed editorialista su giornali come Narcomafie, LiberaInformazione, Articolo21, L’Unità, La Repubblica e La Sicilia, né accenna al premio giornalistico Giuseppe Fava che ha ricevuto quest’anno. Parla solo di AdEst, trasmettendo quel senso di appartenenza che nasce naturale come per ogni cosa a cui ci si dedica per una intera vita, nonostante ogni contrasto e difficoltà. Dalla stampa illegale ogni sei mesi e la distribuzione furtiva per le strade o di notte, perché ai tempi ogni richiesta di registrazione veniva loro negata, oggi AdEst è un giornale autonomo d’inchiesta (di cui ancora oggi Gaetano è caporedattore) che porta con sé il ricordo di Vittoria: la resistenza di ieri che si congiunge alla resistenza di oggi. Perché è questo ciò che chiese Vittoria Giunti il 2 giugno 2006, in letto di morte: “Ragazzi miei, se ho resistito io così dovete resistere anche voi” . Ed è con questo spirito che martedì, nel luogo che conserva la vita e la memoria di coloro che si sacrificarono per la battaglia comune dei diritti di ognuno, abbiamo ricordato quell’unica donna che vinse tre battaglie per la libertà di tutti.

http://presidiogiorgioambrosoli.liberapiemonte.it/2011/12/06/%E2%80%9Cse-ho-resistito-io-cosi-dovete-resistere-anche-voi%E2%80%9D/

Per saperne di più, richiedere il libro ed organizzare una presentazione adest1@libero.it

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