di Gaetano Alessi
Ormai è un anno che Totò e in carcere e Silvio Cuffaro, scappando via a gambe levate per non affrontare il giudizio degli elettori, annuncia che non si ricandiderà. Il cuffarismo è finito ed è sconfitto, perché ha perso non solo con la condanna giudiziaria e politica dei suoi uomini di punta ma perché non ha lasciato nulla alla collettività, anzi si, le bollette dell’AeG (che per essere chiare sono state rimandate non condonate). Totò Cuffaro ha “sbattuto” contro la mafia e ne è stato inglobato, Silvio Cuffaro ha “sbattuto” contro le responsabilità amministrative e ne è stato schizzato via perché incompetente. Lo dicevamo cinque anni fa, ora la storia ci da la conferma. Abbiamo vinto ed è una vittoria che da dignità ad un’intera collettività e a buona parte della gente onesta di tutto il paese. Potrebbe bastare così, ma abbiamo deciso di andare avanti. Volevamo che la sconfitta del cuffarismo fosse totale, facendo scegliere il prossimo sindaco con il massimo coinvolgimento popolare, passando quindi dai bar e dalle stanze oscure dei partiti (che poi tranne Pd e Fds a Raffadali sono solo clan familiari) a quelle bellissime delle piazze e della gente, tramite percorsi partecipativi come le primarie. Non è stato così e davanti a noi c’è solo un ennesimo tentativo di non vivere la politica come sociale ma come accaparramento o gestione del potere. Poi l'arrivo dell'eredità cuffariana con la triade Di Stefano, Impiduglia e Totò Librici capaci ci fare impallidire "a bannera du Carminu" è il tocco finale. Non è cosa nostra. Dieci anni fa avremmo fatto una lista civica e partecipato in solitudine, ma ora rischieremmo di far vincere quello che resta della struppata cuffariana e non è il caso. Tutto è meglio di quella gente. Quindi continueremo a fare giornalismo di base fino a quando lo riterremo “utile” al paese, poi magari ci ritireremo. Non ci lega nulla, non abbiamo “interessi” solo l’amore per Raffadali e la nostra Sicilia ed il testardo convincimento che i nostri ragazzi incarnino, nel loro entusiasmo, il concetto stesso di resistenza antimafia e che sono una fonte inesauribile da cui però la “politica” non vuole attingere, perché ha paura. Faremo gli elettori, che gente splendida da votare ne abbiamo, e cercheremo di eleggere un nostro consigliere comunale, per garantire che i lavori del consiglio siano trasparenti e lineari, e porteremo in dote una produzione programmatica immensa frutto della competenza e della vivacità dei nostri redattori. Vinca chi vuole in maggio, noi abbiamo già vinto. Spero in un ripensamento, ma non credo ci sarà. Per fare scelte coraggiose serve coraggio e non ne corre molto tra le “famiglie” che rappresentano la “politica” a Raffadali. E poi noi siamo uomini del popolo, e se il popolo non viene coinvolto dateci un solo motivo per sostenere un candidato a sindaco che non abbiamo scelto.
Sceglieremo per esclusione, e questa è l’ultima vittoria del cuffarismo morente.
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