di Salvo Ognibene*
Cinisi
9 maggio 2009. Davanti la sede di Radio Aut c’è tanta gente, ci sono i compagni
di Peppino, gente comune e tanti volti dell’”antimafia”. Inizio a scambiare
qualche chiacchiera con Rita Borsellino, con Salvo Vitale, Beppe
Lumia…Crocetta, che io ricordi, non c’era, ma il suo nome era nell’aria, c’era
un certo entusiasmo quel giorno. A meno di un mese si sarebbe votato per il
Parlamento Europeo e Rita Borsellino e Rosario Crocetta erano sicuramente
i simboli di quell’antimafia che doveva arrivare a Bruxelles, così fu.
Io
li votai entrambi e ricordo la mia felicità nel segnare quei nomi. Rita
Borsellino la conoscevo già, Crocetta meno ma non ebbi dubbi allora sulle
persone che potevano rappresentarmi in Europa.
Tre
anni dopo quel Crocetta che io votai per il Parlamento Europeo mi richiede il
voto ma questa volta di dubbi ne ho molti di certezze una: non voterò mai chi
in qualche modo rappresenta la continuità con quel sistema Cuffaro-Lombardo che
ci ha distinto negli ultimi anni.
In
Sicilia, gli ultimi Presidenti di Regione hanno chiuso il proprio mandato con
fatti di mafia.
Cuffaro
e Lombardo gli ultimissimi, il primo condannato a 7 anni per
favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, il secondo indagato anche per
voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa
Ed
il prossimo? Beh…il prossimo Presidente di Regione sicuramente conoscerà il
passato della sua bella isola e la storia di Palazzo D’Orleans. Forse l’ex
Sindaco di Gela avrà ben pensato di adeguarsi alla tradizione e così pian
pianino ha iniziato a prendere posizione per arrivare con tutti i requisiti
necessari alla guida della Regione Sicilia, perché, salvo dribbling improvvisi
di Miccichè, sarà il prossimo Presidente della mia isola. Certo, una svolta. Un
passato che conta, due volte Sindaco di Gela, antimafioso ed anche omosessuale.
Voi direte, ma la mafia? Con quella, probabilmente, si sta attrezzando perché
se fino ad oggi si è sempre distinto per il suo impegno e per le sue lotte da
quando si è messo in testa di fare il Governatore si sarà scordato del suo
passato adeguandosi in toto alla tradizione siciliana.
Tutto è iniziato
con le scorse amministrative Palermitane dove, dopo il caos primarie e la
spaccatura di quello che oggi è il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, decise
di appoggiare insieme ai suoi compagni di partito Lumia e Cracolici, stampelle
di questo disastroso governo Lombardo, Ferrandelli. Orlando ebbe la meglio però
e subito dopo si iniziò pian piano a percorrere quel tragitto che ci porterà in
un modo o nell’altro al voto il 27/28 ottobre prossimo. Crocetta scende in
campo per liberare la Sicilia dalla mafia, dal clientelismo e dalla continuità
lombardiana a e cuffariana. Una candidatura nata dal web e libera dai partiti,
almeno così dice. A poche settimane dall’ufficializzazione della candidatura le
cose sono un po’ diverse: l’ex Sindaco di Gela sembra sia il candidato
ufficiale del PD, e fin qui non ci sarebbe nulla di male se non il fatto che
proprio i migliori alleati di Lombardo sono i suoi sponsor, ed anche dell’Udc.
Esatto l’Udc, l’unione dei carcerati come la chiama qualcuno. Quel partito che ha governato con Cuffaro, sostenuto Lombardo e
che tra le sue file ha avuto personaggi come Mannino, Romano o Cintola e che ha
fornito forse più di ogni altro partito imputati e galeotti vari.
Casini che da
Cuffaro non ha mai preso le distanze, anzi, ha messo due mani sul fuoco della
sua innocenza lascia fare al Senatore D’Alia, segretario del partito in Sicilia
e uomo di Cuffaro, come ci ricorda lo stesso Crocetta, “caro onorevole
D’Alia, sono perfettamente convinto che tu non sia nato ieri. E proprio perché
non sei nato ieri, sei stato a tua volta prima uomo di Cuffaro e poi di
Lombardo” (vedi qui) che dopo aver abbandonato
il percorso intrapreso con il PDL di Marcello Dell’Utri segue la linea dettata
da Roma, alleanza con il Pd, senza se a senza ma anche in Sicilia.
Caro
Crocetta è solo delusione, delusione di chi come me aveva creduto in lei
dandogli anche fiducia e votandolo per quell’europarlamento che oggi vuole
abbandonare e queste cose le devo dire proprio a lei, non a Miccichè come ci ha consigliato
(vedi) . Non si può costruire l’alternativa della Sicilia con chi fino a ieri è
stato il partito di Cuffaro ed oggi è sostenitore di Lombardo.
La
Sicilia non ha bisogno di compromessi senza progetto ma di un progetto di
rinnovamento da costruire con coerenza e credibilità, abbiamo bisogno di una
politica che abbandoni l’ipocrisia, che metta al primo posto l’etica e la
morale e che non aspetti le sentenze per allontanare persone inaffidabili nella
gestione della cosa pubblica.
Le elezioni si vincono con i numeri, è
vero, ma il cambiamento si fa con le persone, che non sono numeri.
www.diecieventicinque.it
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