mercoledì 10 ottobre 2007

Un gradito ospite....

Mimmo Ferraro ex Segretario dei Verdi di Agrigento candidato per la lista regionale "Ambiente, innovazione, lavoro per Veltroni" alle primarie del Partito Democratico (Collegio Agrigento).
P.s Se fossi Lì andrei a votare solo per lui (Gato)

Il nascente Partito Democratico mi sembra che abbia, come uno degli obbiettivi principali, quello della semplificazione del sistema politico in Italia. Se ne sentiva, difatti, grande necessità. Le instabilità di governo ne sono una chiara dimostrazione e, quando si adottò il sistema maggioritario, sembrava che la semplificazione fosse alla portata, ma così non è stato ed entrambi gli schieramenti tendono adesso a questa semplificazione. Il Partito Democratico si è dato anche un obiettivo più ambizioso e, vale a dire, quello di accorciare la distanza che c’è tra la politica tous court e la gente. Il crescente “spazio” che si è frapposto fra il “potere” e la gente ha fatto sì che sempre più spesso si parla di antipolitica e la cosa non mi sembra azzardata. Si sono aperti spazi in cui i blog, i girotondi, ed altri fenomeni più o meno effimeri, hanno trovato legittimità e soprattutto successo. L’elezione diretta di domenica 14.10.2007 del segretario Nazionale e dei segretari Regionali e relativi comitati costituenti, anche per la novità assoluta dell’elezione diretta, sono l’inizio di quel percorso virtuoso che deve portare ad un avvicinamento e quindi ad una partecipazione popolare alla politica che ci si aspetta. Nonostante taluni difetti di gioventù e tal altri dei partiti che hanno concorso a formare il Pd, l’ottimismo è d’obbligo e con un nuovo ed unitario Segretario nazionale, eletto direttamente dai cittadini, sono certo che il passo della Politica, in generale, sarà più spedito e meno insicuro. Ma soprattuto il governo Prodi sarà sicuramente più rafforzato e gli obbiettivi fissati dal programma, condiviso da tutte le forze politiche, saranno più facilmente raggiunti, specialmente se anche la comunicazione sarà più puntuale e meno approssimativa. Il centrosinistra, è certo, avrà una nuova spinta.Ora, se nel resto del paese i problemi sono quelli che i grandi giornali e l’informazione denunziano, qui in Sicilia e particolarmente qui ad Agrigento i problemi hanno peculiarità diverse e la crisi dei partiti del centrosinistra è davvero preoccupante; il tutto amplificato da quello scollamento tra il paese reale e la “politica” di cui si è detto prima. Ad Agrigento la crisi dei partiti della coalizione di centrosinistra, ha radici profonde che sembrano ormai incancrenite. Per questo le primarie, qui da noi, aprono una speranza in più. Il fatto che Agrigento non ha mai avuto una giunta progressista, forse unico caso in Italia, la dice lunga su come i partiti tradizionali della sinistra non sono riusciti a trasmettere quei valori che altrove sono peculiari di un governo di centrosinistra.Il nascente Pd, però, con quanto accaduto ad Agrigento con l’elezione del sindaco Zambuto può recitare una parte da protagonista nel determinare quella svolta che sembrava impossibile, dato il forte radicamento, soprattutto elettorale, della Cdl. Quanto è accaduto ad Agrigento con le ultime amministrative apre scenari fino ad allora impensabili. Il centrosinistra arrancava, ed era ridotto a semplice testimonianza con una rappresentanza sempre meno consistente. Adesso il monolite sembra non essere più tale. Ma l’agire politico della giunta Zambuto, che si è definita al di sopra dei partiti, ha bisogno una sponda politica e se il Pd non gliela offre al più presto, quel cambiamento che la cittadinanza ha mostrato di gradire accordando un ampio consenso, rischia di essere vanificato. Il Sindaco e la sua giunta, pur nelle difficoltà congiunturali e di eredità dalle precedenti amministrazioni, ha iniziato la sua marcia senza incertezze, cercando di assicurare ai cittadini i servizi essenziali. Ma adesso bisogna cambiare passo e il Pd deve immediatamente offrire quella sponda politica che da subito, anche se era costituito soltanto in embrione, avrebbe dovuto offrire con una chiara azione politica tesa a sostenere, o a censurare quando necessario, l’agire politico della giunta. Se così non sarà da ora in avanti, quanto tesaurizzato dal risultato elettorale potrebbe essere perduto e si potrebbe ritornare al passato. Zambuto ha mostrato grande apertura politica con le nomine dei due assessori che hanno sostituito i dimissionari, per ragioni diverse, Miccichè e la Palillo.Biondi e la Passarello, pur non avendo aderito, né sembrano intenzionati a farlo, al Partito Democratico, sono certamente espressione della sinistra tradizionale agrigentina. Il Pd, non può che compiacersi di queste nomine, e dovrebbe sostenere più apertamente la giunta ed anzi cominciare a concorrere a determinare l’indirizzo politico e a dirigere l’azione amministrativa della giunta.Fino ad ora, però, il nascente Pd è stato del tutto assente dalla scena politica cittadina, e questo sta creando ritardi nel dare inizio a quel circuito virtuoso teso alla rinascita della nostra città.Ora, la formazione delle liste a sostegno dei candidati segretari nazionale e regionale qui ad Agrigento, hanno mostrato quanto di peggio la vecchia e logora partitocrazia, fatta dagli apparati dei due partiti maggiori che dovevano originare il Pd, sa fare. Non è proprio possibile, infatti, che quel valore aggiunto, che doveva essere il terzo convitato, alla nascita del nuovo partito, e vale a dire, la cosiddetta “società civile”, non può essere tenuta ai margini di questo processo iniziale. Per fortuna le altre liste, quelle cioè, che non fanno riferimento agli apparati, hanno preso a piene mani nella società civile. La cesura, che poteva esserci è stata così scongiurata, e quel processo di “meticciamento” fra le varie culture politiche che concorrono a formare il nuovo soggetto politico, e solo rimandato a dopo l’elezione dei segretari nazionale e regionali. Almeno così si auspica. Una sana concorrenza fra le liste è naturale che avvenga, ma dopo, smaltite le inevitabili delusioni, bisogna andare subito a quella unità politica che deve essere la forza del nuovo Partito Democratico. Sensibilità politiche e culturali diverse ma unità politica: è questa la scommessa maggiore che la nuova formazione deve avere come prospettiva.
Con motivazioni diverse, sia il governo Prodi sia la giunta Zambuto non possono che giovarsi della nascita, ma con il piede giusto, del nuovo Partito. Per fare questo bisogna che i vecchi apparati si lascino dietro una maniera di gestire i loro partiti ormai obsoleta e sorpassata. Il nuovo partito non appartiene ai vecchi apparati, ma appartiene a tutti, non è la fusione fredda di due soggetti politici, ma deve essere “l’evoluzione della specie”. Un nuovo partito lo deve essere nella rappresentanza delle nuove istanze che vengono dalla società che non è quella di prima ed anzi si evolve in continuazione. Io non sono tra quelli che invoca purghe ed epurazioni di persone, ma sono tra quelli che auspica che tutti, anche quelli che hanno una storia politica lunga decenni, si evolvono anch’essi, assieme alla società ed alle istanze che da essa provengono. L’ambiente ed il suo risanamento, il patto fra le generazioni, la sicurezza dei cittadini, i diritti civili, devono essere la stella polare che deve orientare l’agire politico del nuovo Partito Democratico. E per Agrigento il ritrovamento della perduta identità, fatta dalla sua storia che abbonda di stratificazioni culturali, dalle sue bellezze monumentali ed ambientali, deve fare guardare alle nuove generazioni, il futuro con più serenità.

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