Lillo Miccichè per Ad Est on line
La settimana scorsa tre argomenti hanno occupato i maggiori spazi dell’informazione locale: la prima, la più importante, è l’operazione antimafia cosiddetta “Marna”, la seconda lo scontro politico all’interno della stessa maggioranza di centrodestra Cuffaro-Cimino, e la terza, prettamente locale, lo scontro Zambuto-Arnone.Le tre vicende apparentemente nulla hanno in comune, ma si legano tra loro per “la politica, la scarsezza di denaro pubblico e il grande bussines dei rifiuti e ciò che ne deriva”, in specie quando questi problemi messi assieme producono crisi finanziarie nella Regione, nei Comuni e negli Ato, e producono anche, purtroppo, affari e criminalità. Infatti se si scava a fondo si scopre che non nel lontano passato ma di recente, la politica (sia regionale che locale) si è molto dedicata a caldeggiare l’imprenditoria del settore dei rifiuti (dalla “munnizza” esce ORO, sia che vada buttata in discarica o che debba essere bruciata nel prossimo futuro nei quattro inquinanti e costruendi inceneritori di Sicilia. Dove gli alti profitti che hanno alimentato e continuano ad alimentare appetiti di vario genere sono derivati dalla mancanza di trasparenza nelle gare di appalto, rappresentando ciò un addio alla libera concorrenza (vedi la sentenza della Corte di Giustizia Europea del febbraio scorso ) e l’intromissione della criminalità mafiosa all’interno del settore dei servizi pubblici che in cambio del pizzo, assicura alle imprese protezione da altre pericolose famiglie criminali di altri mandamenti. Dalle cronache giudiziarie apparse sulla stampa non si comprende chiaramente se la denuncia del pagamento del pizzo dell’impresa Catanzaro a favore di affiliati mafiosi venga fuori prima delle dichiarazioni del pentito di mafia Maurizio Di Gati, oppure dopo le rivelazioni di quest’ultimo, ma non dimeno, tutto questo, oltre che a massacrare la verità, la giustizia e la legalità, ha prodotto e continua a produrre un costo aggiuntivo che, ovviamente, si scarica sui cittadini attraverso il costante aumento della tassa sui rifiuti. Ed ecco perchè il primo argomento si lega politicamente con le altre due questioni: se prendiamo lo scontro tra il Presidente della Regione Cuffaro e l’onorevole Cimino, quest’ultimo nella qualità di Presidente della commissione bilancio all’ARS, ha ragione quando afferma che bisogna porre il freno alle spese senza copertura reale, come per esempio (anche se direttamente non lo si dice) le risorse che vengono destinante alle contribuzioni a favore di quegli imprenditori che si occupano del settore dei rifiuti. Cuffaro questo non c’è lo dice. Ma si sa che la Regione Siciliana con delibera di Giunta del 1° ottobre 2007 ha approvato il testo della Finanziaria 2008 prevedendo espressamente, nelle more delle determinazioni del Ministero dello Sviluppo Economico inerenti l'applicazione del CIP6, lo stanziamento per la spesa annua di 250 milioni di euro a titolo di anticipazione degli incentivi previsti. Tale anticipazione opera in favore dei costruttori di inceneritori e discariche e tra questi c’è l’impresa dei fratelli Catanzaro, società agrigentina che si occupa dei rifiuti a Siculiana e ad Agrigento nella zona industriale, la stessa ditta che ha subito l’estorsione. Inoltre la Regione, tramite un assessore di Cuffaro, nel luglio scorso, per decreto ha aumentato la tariffa del 25% per il conferimento in discarica a carico dei alcuni Comuni e Ato , tra questi anche Agrigento, e quindi altre tasse aggiuntive contro i cittadini (il decreto che aumenta la tariffa del conferimento in discarica a favore del Comune di Siculiana e a favore della ditta Catanzaro che la gestisce non è stato ancora ritirato nonostante le proteste di molti sindaci).Qui entra direttamente in discussione il disastro finanziario del Comune di Agrigento; infatti è il settore dei rifiuti che ha principalmente contribuito a creare il dissesto finanziario del Comune, e non si comprende per quale ragione l’amministrazione si ostini a nasconderlo. Le recenti polemiche tra il sindaco Zambuto e il consigliere Arnone, non possono e non devono essere trattate come le solite diatribe personali del passato. E il diniego di Zambuto all’uso dei locali comunali per la conferenza stampa di Arnone va inquadrato in quel riflesso condizionato che si chiama “dissesto finanziario provocato dal centrodestra”, e la cui pronuncia fa scattare immediatamente grande insofferenza, eccetto quanto si è in campagna elettorale, figuriamoci poi se viene ripetuta da un suo ex amico, ora finalmente nemico, che è Arnone. Il Consigliere Arnone d’altronde, affermando che il dissesto è dietro l’angolo, non fa altro che affermare quanto avevo denunciato con le mie dimissioni di assessore del settembre scorso e sulle quali il Sindaco Zambuto si è ben guardato di aprire la polemica con me perchè sa benissimo che il problema risiede, non tanto nelle favole dei 10000 utenti che non sono inseriti nel ruolo, ma nel costo elevato del servizio integrato dei rifiuti causato soprattutto dal sistema del piano regionale dei rifiuti voluto dal suo referente politico Totò Cuffaro, mai del tutto abbandonato. Ora molti utenti si domandano se non è il caso che venga ridotta la tassa sui rifiuti, visto che il pizzo non sarà più caricato fra i costi aggiuntivi sostenuti dall’impresa, è una domanda provocatoria ? Con argomenti così gravi appena denunciati può sembrare abbastanza riduttivo concludere accennando allo scontro avvenuto in consiglio comunale tra Zambuto e Arnone o al negato accesso al Comune per una conferenza stampa di Arnone, ma non lo è affatto, perché il diritto ad espletare democraticamente le proprie funzioni, non deve essere impedito a nessuno e perché consentire all’avversario politico di dire la propria è il migliore antidoto per evitare che diventi soltanto un nemico da battere, questo vale per tutti, per chi governa e per chi è all’opposizione. Il principale nemico della democrazia si chiama criminalità mafiosa o che non deve essere solo vista fra quelli che intimoriscono o uccidono, ma anche fra coloro che si camuffano, ecco perché tutti abbiamo il dovere di combatterla, e tutti abbiamo il dovere di dire sempre la verità, anche se certe parole non ci piacciono come per esempio “dissesto finanziario”. Diciamoci la verità: il dissesto al comune di Agrigento è stato provocato soprattutto dall’elevato costo del servizio dei rifiuti che oggi si continua a scaricare sui cittadini con l’aumento delle tasse. L’altenativa a questo stato di cose, e lo dirò fino alla nausea, si supera soltanto con la raccolta differenziata dei rifiuti, tutto il resto produce solo tasse, affari per poche imprese del settore e molta criminalità mafiosa.
Lillo Miccichè - Comm. straord, della fed. dei Verdi di Agrigento
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