Palermo, piazza Politeama, 2 dicembre 2007. Durante la prima domenica dedicata allo shopping natalizio un gruppo di cittadini, vestiti con tute da giardiniere, ha deciso di imporsi all’attenzione della gente su un tema che dovrebbe stare a cuore di tutti i siciliani: la possibilità che durante la conferenza dei servizi in corso venga rilasciata l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per Bellolampo che darebbe il via alla costruzione definitiva dell’inceneritore.
Ancora una campagna informativa, dunque, quella svolta per sensibilizzare quanti ancora non riescono a capire quanto sia dannoso per la salute la realizzazione degli inceneritori e quanti benefici si potrebbero ricavare da un piano dei rifiuti che fosse improntato non sull’incenerimento,ma sulla raccolta differenziata, il compostaggio e il riciclo dei materiali.
Cittadini che invitano altri cittadini, dunque, a mobilitarsi, ad abbracciare questa battaglia non dettata da nessuna esigenza di partito: questo è un tema che interessa tutta la popolazione che rischierebbe di vedere compromessa la propria salute.
Difatti, occorre ancora una volta ricordare quanto le discariche e gli inceneritori siano pericolosi.
I rifiuti solidi urbani,infatti, sono costituiti per una considerevole frazione da sostanze organiche (scarti alimentari, carta, ecc.), soggette naturalmente ad un processo di decomposizione a mezzo di particolari microrganismi presenti nei rifiuti stessi.Negli ammassi di rifiuti conferiti in discarica si innesca inizialmente la fermentazione aerobica, la quale avviene con un grande sviluppo di anidride carbonica (CO2); successivamente, quando l'ossigeno inglobato nel rifiuto ha raggiunto valori trascurabili, si attiva la fermentazione anaerobica, nel corso della quale si forma una miscela gassosa costituita essenzialmente da metano (CH4), in percentuale variabile dal 40 al 50% in volume, anidride carbonica (CO2), 35 - 40% in volume della miscela, e piccole quantità di altri gas come acido solfidrico (H2S), idrogeno (H2), azoto (N2) e composti in tracce, responsabili della formazione degli odori sgradevoli, quali mercaptani, ammoniaca, composti alogenati, ecc..Questo biogas ottenuto dalla discarica, se non raccolto, verrebbe disperso in atmosfera, diventando un agente inquinante (emissioni di odori, danni alla vegetazione e anche pericoli di incendi ed esplosioni) e costituendo uno dei più pericolosi gas serra.
Interessante notare come, relativamente alla situazione di Bellolampo, si sia potuto notare una correlazione tra il rilascio di biogas della discarica e gli effetti sulla qualità dell’aria urbana di Palermo: si è dimostrato inequivocabilmente che i venti, che spirano prevalentemente lungo l’asse est/ovest, apportano quasi la metà delle emissioni in atmosfera provenienti dal sito di Bellolampo direttamente sui siti corrispondenti alle aree di CEP, Borgo Nuovo, via Belgio, piazza Unità d’Italia, la cui densità di popolazione è talmente elevata da imporre di usare i massimi livelli di prevenzione disponibili tecnologicamente ( V congresso nazionale CIRIAF "I rilasci di biogas della discarica di "Bellolampo" e gli effetti sulla qualità dell’aria urbana di Palermo" (S. Barbaro, A. Bonanno, M.L. Boscia, G. Rizzo, S. Aronica del Dipartimento di Ricerche Energetiche ed Ambientali dell’Università di Palermo, e dell’Istituto di Ricerche sulle Risorse Marine e l’Ambiente).
L’inquinamento prodotto da biogas verrebbe a sommarsi a quello prodotto dall’incenerimento dei rifiuti: qualora venissero costruiti i quattro inceneritori previsti, qualsiasi scarto prodotto dalla nostra società verrebbe bruciato ad altissime temperature, producendo ceneri, tossine e fumi contenenti sostanze come metalli pesanti, polveri sottili e diossine, che si accumulano nell’organismo umano provocando malattie respiratorie, cardiache e cancro.
Si provi un po’ ad immaginare quello che potrebbe significare in un paese, la cui aria sia completamente irrespirabile a causa dell’eccessivo traffico, che ha creato notevoli problemi ambientali!
Quali benefici può portare all’economia locale un sistema di questo tipo?
In realtà l'inceneritore ha un indotto molto limitato: genera pochissima occupazione (poche decine di addetti che saranno prelevati dalle discariche che verranno chiuse: per incenerire un milione di tonnellate di rifiuti occorrono 80 persone invece che 1600 per il riciclaggio!), scoraggia la localizzazione di attività economiche in una zona a forte inquinamento ambientale, porta la svalutazione degli edifici ad uso abitativo e, infine, una direttiva comunitaria dequalifica i prodotti agricoli provenienti da zone dove insistono impianti di smaltimento di rifiuti.
Gli allevatori dovrebbero essere preoccupati: come osserva il prof. Federico Valerio, il problema delle diossine non è solo relativo alla loro presenza nell'aria che respiriamo, ma nel terreno, perché da esso si accumula lungo la catena alimentare e da lì giunge all’uomo attraverso gli alimenti. Il problema di fondo é proprio questo: sostanze persistenti, come sono le diossine, e i metalli pesanti, come il mercurio o il cadmio (tallone d'Achille degli inceneritori, anche dei più moderni!) devono essere controllate con approcci diversi… Bisogna,perciò, evitare che il loro accumulo lungo la catena alimentare raggiunga l'uomo a dosi pericolose e le normative italiane non sono in grado di garantire questo tipo di sicurezza. La preoccupazione di quei ricercatori attenti alla qualità dell'ambiente (da cui si parte per la salute dei cittadini) é giustificata in quanto si va costatando quanto la presenza di diossine sia nociva per la salute.
Non a caso si riscontra un’inversione di tendenza: mentre l’Italia si propone di costruire gli inceneritori, altrove l'opposizione di cittadini, associazioni e municipalità ha rallentato, e talvolta bocciato del tutto, progetti di costruzione di nuovi inceneritori e imposto la chiusura dei vecchi impianti. Negli USA,ad esempio, almeno 280 proposte di costruzioni di inceneritori sono state bloccate. Lo Stato dell'Ontario, in Canada, ha bandito la costruzione di questi impianti; lo stesso è avvenuto in Belgio,in città come Philadelfia, San Diego e Boston. . L’italia, invece, è l’unico Paese che, per legge, ha assimilato i rifiuti urbani a fonte energetica rinnovabile: questo permette di godere di sostanziosi e ambiti incentivi . Anche per questo si finisce per accreditare l’incenerimento come la soluzione ottimale, vantaggiosa economicamente ed innocua per la salute dei cittadini. Si può rimanere inerti di fronte a tutto questo? Si può accettare che qualcuno speculi in questo modo sulla salute dei cittadini?
In fondo, si è liberi di rispondere come si creda a queste semplici domande…anche convincendosi che nulla di più si possa fare.
Ma cittadini che preferiscono una tuta da giardiniere e slogan allo shopping sfrenato forse sono sintomo del fatto che non occorra rimanere fermi ad aspettare che "tutti i giochi vengano fatti".
(lucia castellana)
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