Oggi sono quasi due anni dalla costituzione a Palermo dell'associazione omosessuale "Articolo Tre"
Perché si è costituita proprio nel maggio del 2006? Probabilmente in relazione alla delusione provocata dall’ambiguità e dalla eccessiva stringatezza del programma che l’Unione aveva presentato in materia di unioni di fatto. Programma, che seppur inadeguato, non ha trovato alcuna applicazione in tal senso.
Decenni di attese, di speranze, di lavoro politico e di battaglie civili volte alla costruzione di un’intesa sul diritto, che noi riteniamo basilare, a non essere discriminati e per essere cittadini a pieno titolo dinnanzi alle leggi del nostro ordinamento democratico, come singoli e come coppie, hanno prodotto il modestissimo ed insoddisfacente risultato di una vaga, e ora possiamo dire vana, promessa che ha mortificato l’amore omosessuale e mira a confinarlo nel rassicurante “ghetto” dei legami solidaristici.
Se oltre e più di questo linguaggio la politica italiana non è capace di parlare, allora è chiaro che le persone gay e lesbiche hanno bisogno ancora, ed innanzi tutto, di vedersi riconosciuto il loro diritto ad esistere in quanto tali, ad essere visibili ed a non essere oggetto di discriminazioni o di violenze a causa del proprio orientamento sessuale. Evidentemente abbiamo sbagliato nel dare per scontato che, così come nel Parlamento europeo, anche in Italia certi principi fossero ormai acquisiti.
Proprio per arginare la deriva delle lotte politiche sui diritti glbt, in questi anni duramente provate dall’ottusa ed arrogante sordità della nostra classe politica e dirigente, abbiamo pensato di costituire un’associazione che alzi il tiro delle nostre battaglie, invertendo la linea di tendenza che, recentemente, ha caratterizzato e condizionato il percorso delle rivendicazioni glbt ed il conseguente dibattito politico.
Non è dal Pacs o da qualsiasi altra formula giuridica di questo genere che, secondo noi, si costruisce il principio di uguaglianza e di non discriminazione dei cittadini e delle cittadine omosessuali, piuttosto è dall’affermazione e dall’applicazione di tali principi costituzionalmente sanciti e tutelati che devono discendere le leggi che ne garantiscano la reale fruizione per tutti. Costruire diritti con paletti e divieti non ci pare la strada migliore per dare credibilità al significato della parola “diritto”.
E’ per questo, anche un po’ provocatoriamente, che riteniamo utile strumento per le nostre battaglie la modifica dell’articolo 3 della Costituzione italiana, inserendo accanto alla tutela già prevista per il sesso, la religione, la razza, le opinioni e condizioni personali, anche il diritto a non essere discriminati a causa dell’orientamento sessuale.
Infatti, pensiamo sia indispensabile aggiornare l’enunciato dell’art.3, non solo per dare forza costituzionale a quei nobili principi di non discriminazione che il nostro Paese ha sottoscritto in diversi trattati internazionali e che ancora stentano a tradursi in provvedimenti legislativi coerenti, ma anche per richiamare il nostro Legislatore al rispetto ed all’applicazione di quanto già impone la Costituzione italiana, colmando quella lacuna che, se comprensibile e giustificabile 60 anni fa, oggi appare ingiustificabile per un Paese che vuole definirsi civile e democratico.
Riteniamo che questa battaglia preceda tutte le altre, cioè quella dell'affermazione dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, perché fornisce il principale strumento legislativo per operare ogni altra modifica che preveda la tutela dei diritti delle coppie, qualunque sia il nome che si intenderà dare all’istituto giuridico da esse posto in essere.
Ci piace pensare che non sia un caso che questa associazione sia nata a Palermo, città che ha visto la nascita dell’ArciGay, e le cui lotte politiche possano e devono trovare in “Articolo Tre” una nuova incarnazione. In grado di individuare forme e strumenti nuovi, adatti a leggere la realtà di oggi, per imparare a modificarla. Tra questi strumenti c’è senza dubbio la collaborazione con gli altri circoli ed associazioni, in Italia come in Europa, che vogliono condividere questo percorso di cambiamento sociale.
Claudio Lo Bosco - cell. 3493756763
Presidente Associazione Omosessuale
"Articolo Tre" - Palermo
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