domenica 24 agosto 2008

Massimo D’Alema intervistato da Bianca Berlinguer

di Gaetano Alessi x FestaUnità Bologna*

Una sala centrale gremita saluta con un’ovazione l’arrivo lunedì sera, alla Festa de l’Unità di Bologna, di Massimo D’Alema. Il deputato democratico prende posto a fianco di Bianca Berlinguer, chiamata ad intervistarlo per l’occasione.

E' una discussione a tutto tondo quella impostata della giornalista del Tg 3 che, come primo punto, tocca la situazione interna del Partito Democratico.

D’Alema non sfugge alla domanda. Dà ragione al segretario Veltroni sul fatto che il dibattito interno al Pd non deve essere autodistruttivo, ma sente la necessita che i democratici escano dalle stanze del partito per affrontare i problemi reali del paese.

Quando la Berlinguer gli chiede se saranno capaci di lavorare in squadra, l’ex Presidente del Consiglio ricorda le vittorie e le sconfitte dei suoi lunghi anni in politica e la capacità del gruppo dirigente del centro sinistra di rimanere sempre unito. “Non vedo una battaglia drammatica all’interno del Pd - dice - semplicemente una discussione sul futuro. La creazione di ReD, le iniziative d’analisi della fondazione su temi importanti della cosa pubblica, non sono un freno al Pd, anzi, sono un’opportunità.Gli esponenti più rappresentavi del Partito potrebbero essere spesi dal Segretario per la crescita del progetto democratico”.

Alle domande sulla riforma federalista e sui provvedimenti del ministro Gelmini, Massimo D’Alema risponde con chiarezza.

“Non ho nulla da eccepire nel merito del decentramento di alcuni poteri, sono però fermamente convinto che vadano salvaguardati gli elementi fondamentali dell’unità del Paese. Sulla scuola vi prego di non chiamarla “riforma”. Chiamiamo il provvedimento per quello che è: un taglio alle risorse dell’Istruzione.Un abbassamento grave dell’offerta formativa che graverà come un macigno sul futuro del nostro paese”.

Scatta quasi dalla sedia quando la Berlinguer gli ricorda le dichiarazioni della mattina stessa del ministro La Russa, durante la commemorazione dell’8 settembre ’43 a Porta San Paolo a Roma, e quelle di poche ore prima del Sindaco della capitale Alemanno sulle leggi razziali.
“Ho la viva impressione che qualche dottor Stranamore alberghi al governo del paese. Ricordare gli occupanti quando si commemorano i difensori della libertà e giudicare quasi come “il bene” i crimini commessi dai fascisti fino al 1938, sono dichiarazioni aberranti e sconcertanti. Credo - conclude il passaggio D’Alema, tra gli applausi dei presenti - che il bagno nelle acque di Fiuggi sia stato, per alcuni esponenti della destra, troppo rapido e ogni tanto, pur fingendosi democratici, non riescono ad evitare il saluto romano”.

Sul tema delle alleanze D’Alema afferma che non vi è alcun contrasto tra costruire un grande partito (“non sento la necessità di un congresso” tende a sottolineare) e rimettere assieme un nuovo centro sinistra che sappia vincere le prossime competizioni elettorali evitandosi però la litigiosità del passato.
Sulla situazione bolognese è molto cauto: “non vorrei parlarne, però penso non vi sia bisogno di primarie dove vi è un Sindaco uscente”.

Nell’ultima parte della serata, tutta dedicata al Pd, l’ex ministro degli Esteri esorta ad una maggiore e capillare presenza del partito nelle periferie, tra la gente.

“Dobbiamo costruire un grande partito popolare” afferma in conclusione.

I militanti apprezzano e gli tributano l’ultimo lunghissimo applauso.


*http://festaunita.pdbologna.org/news/3-presentazione/76-massimo-dalema-intervistato-da-bianca-berlinguer


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