lunedì 15 settembre 2008

Democrazia di rappresentanza o di sbarramento?

Egregio Presidente Giorgio Napolitano,


Ho scelto di rivolgermi a lei con questa mia missiva pubblica poiché, in questa determinata fase storica del nostro Paese, in qualità di Presidente degli Italiani, rappresenta l’unica figura istituzionale dalla quale io possa sentirmi rappresentato.

Chi le scrive è solo uno dei circa tre milioni di Italiani che pur essendosi recati alle urne il 13 e 14 Aprile (chi per espletare il proprio dovere di elettore, chi, come nel mio caso, per una forte passione politica) si ritrovano a non essere rappresentati all’interno delle Aule parlamentari a causa di una antidemocratica legge elettorale che prevede una elevata soglia di sbarramento.

Come se non bastasse, leggendo le analisi post-voto sui maggiori quotidiani italiani, apprendo da illustri opinionisti che ciò, ovvero l’esclusione di milioni di cittadini dalla rappresentanza politica nazionale, è addirittura un bene per la democrazia italiana che, grazie a questo risultato, si avvia, a loro dire, a divenire finalmente una “democrazia compiuta”!

Non so quale sia il loro concetto di “democrazia compiuta” ma, per me e credo anche per quegli Italiani ed Italiane che scelsero di immolare la loro vita sull’altare della Liberazione Nazionale, la democrazia non può che essere un processo includente e non escludente.

Alcuni tra questi opinionisti sostengono, anche, che in una fase di forte crisi economica nazionale ed internazionale sia indispensabile la presenza di governi forti e quindi sia necessario ed utile sacrificare il diritto di ognuno ad essere rappresentato nelle istituzioni nazionali a favore della cosiddetta governabilità.

Tale concetto, secondo me, se assunto come veritiero ha insito una pericolosa tendenza dittatoriale: infatti, qualora dovesse ulteriormente acuirsi la crisi economica che investe la nostra nazione, sarebbe giustificabile limitare un ulteriore pezzo di rappresentanza e, proseguendo su questa strada, potrebbe addirittura diventare legittima l’idea di “un uomo solo al comando”.

A tal proposito, non è un caso l’editoriale de “Il Corriere della Sera” del 22 Dicembre del 2007 in cui Michele Salvati auspicava la venuta di un “equivalente democratico del benevolent dictator”.

Egregio Presidente, in questi giorni ancora una volta il nostro diritto di rappresentanza è messo in discussione dalle proposte di modifica della legge elettorale per le elezioni europee.

Infatti, si avanza l’idea di inserire una soglia di sbarramento che, non essendo giustificabile con il pretesto della governabilità, smaschera le intenzioni antidemocratiche e di parte di coloro che oggi la propongono in nome della semplificazione del quadro politico sfruttando sia i risultati elettorali sia il vento di antipolitica e qualunquismo che da qualche tempo è tornato a soffiare forte sul nostro Paese.

Personalmente penso che la politica italiana non abbia bisogno di semplificazioni bensì di chiarezza di contenuti e passione per le idee. Quella stessa passione, mia e di tanti milioni di Italiane ed Italiani, che le chiedo di salvaguardare evitando il varo di suddetta “legge truffa”.

Uno Stato democratico è tale quando è in grado di tutelare e dare rappresentanza alle idee di tutte e tutti.

Certo della sua attenzione, le invio i miei più cordiali saluti.

Alessandro Belmonte

Nessun commento: