lunedì 20 ottobre 2008

Il passato come futuro?

di Michelangelo La Rocca

Strano Paese il nostro, sembra afflitto da un inguaribile torcicollo che lo costringe sempre a tenere la testa rivolta all’indietro: malattia grave, gravissima della quale neanche il più autorevole dei reumatologi riesce a guarirci.

Hanno detto i nostri padri che la storia è maestra di vita: allora siamo stati allievi né diligenti, né, tanto meno, intelligenti.

Si suole dire che chi non conosce il proprio passato non può avere un futuro.

Tutto vero, tutto verissimo; ma questo non può, non deve voler dire che dobbiamo attorcigliarci su quel che siamo stati senza cercare di individuare il bandolo della matassa per dipanare un futuro degno di un Paese civile e moderno.

La destra al governo, questa destra populista, questa destra non liberale, né liberista, ricca di voti ma anche di vuoti programmatici, ci condanna ad attardarci sul nostro passato impedendoci di pensare il nostro futuro ed al nostro futuro.

Tanti, e tutti negativi, sono i segnali in questo senso e di questo segno.

Fascisti, post-fascisti ed ex-fascisti ancora e sempre intenti a discutere di fascismo, sul fascismo alla miserevole ricerca di cosa e chi salvare di questa terribile, tremenda esperienza storica che in tutti i Paesi civile è stata sepolta sotto spesse lenzuola ammantate di irredimibile vergogna.

Un Presiedente del Consiglio, che fascista non è mai stato, che non trova il tempo, il modo, la voglia di dichiararsi anti-fascista, quasi non fosse un dovere istituzionale e costituzionale per un Capo del Governo di uno Stato che ha nella Resistenza, nell’antifascismo un valore fondante e costituente.

Un Sindaco della Capitale che non trova di meglio che commemorare dopo 138 anni i caduti papalini di Porta Pia dimostrandosi più papalino dei papalini!

Un Ministro della Pubblica Istruzione che reintroduce l’obbligo del grembiulino ( i nostri figli ed i nostri nipoti saranno i balilla del terzo millennio?), il voto in condotta, il maestro unico facendo ritornare l’istruzione primaria indietro di decenni.

E come se non bastasse l’Alitalia è stata salvata (ma è stata salvata?) secondo regole che ricordano il peggiore assistenzialismo di Stato di democristiana memoria che vuole la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite.

E la sinistra?

E’ troppo attardata anche lei a meditare sulla sindrome di Livorno ( dell’ unità non c’è più neanche la festa!) per perdere tempo a guardare avanti ed a pensare il futuro, al futuro.

E così nessuno che pensa al Pianeta malato, alla ricerca, alle fonti energetiche alternative e pulite ed alla scuola, unica vera palestra di futuro.

Ed il Paese è sulle ginocchia, è in declino, in balia di una classe dirigente vecchia ed invecchiata, mediocre e modesta.

Sciagurata generazione la nostra: nella staffetta della vita, nella staffetta della storia consegnerà il testimone ai propri figli molti metri indietro rispetto a dove ed a quando glielo hanno consegnato i loro padri.

Non abbiamo avuto riconoscenza verso i nostri padri, non meriteremo riconoscenza dai nostri figli!


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