venerdì 13 marzo 2009

Lettera a Repubblica.

Caro Direttore

Chi ti scrive è un collega (se un free lance può essere definito tale) stanco di un paese che diventa sempre meno normale.
Ho sempre vissuto con l'idea che il giornalismo fosse una missione alta.
Un servizio per la gente, da vivere e scrivere come un dono, senza volerne nulla in cambio.
Quando gli obiettivi sono cosi utopici, di conseguenza alti diventano i "poteri forti" con cui ti scontri.
Lì cominciano le vie crucis tra comandi dei Carabinieri e Questure per "declinare le generalità". Le telefonate alle 8 di mattina di solerti funzionari delle forze dell'ordine che ti avvertono di querele in arrivo. Le lettere a casa, con tanto di marchio dell'Arma, che ti "intimano" di presentarti urgentemente al "più vicino comando".
Poi le notifiche nel quale si evince che il Pm per "la complessità della vicenda giudiziaria" chiede altri sei mesi di proroga per le indagini preliminari.
Tutto questo perché hai scritto un pezzo in cui venivano riportate le dichiarazione di un mafioso, collaboratore di giustizia, che declinava, con dovizia di particolari, le presunte attività illecite del Senatore Cuffaro e della sua famiglia in terra di Sicilia.
Di mafia non si deve parlare, me che meno se sei nato nello stesso comune del senatore e non l' hai mai baciato.
La cosa inquietante è la certezza che non finirà mai, che dopo questa querela ne arriveranno altre. Perchè "Loro" sono potenti e tu no. Perché "loro" hanno i mezzi e tu puoi contare solo su un pugno di amici e sul tuo avvocato (con la speranza che non ti presenti mai la parcella). Perché i condannati per mafia siedono in Parlamento e chi li denuncia passa il suo tempo tra Caserme e Questure. Con i volti di chi sta intorno che cominciano ad assumere espressioni dal significato chiaro: "chi te lo fa fare?". Sinceramente non lo so ... ma oggi sono solo stanco.

Gaetano Alessi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

purtroppo in attesa di tempi migliori ( e soprattutto più giusti) ci tocca sopportare anche questo.... ormai sembra diventata una tassa fissa..... ad ogni modo vai avanti con la consapevolezza che quel pugno d'amici: "chi te lo fa fare?" non te lo dirà mai anzi, li troverai sempre a fianco a te...... come sempre pronti a spartisi i vastunati..... ma all'occorrenza anchi a cafuddrari....

ALSAALE

Anonimo ha detto...

Le persone che si arrendono e dicono - chi te lo fa fare - sono tante perchè solo pochi credono in ciò che fanno. Molti desistono per sfinimento, ma bisogna trovare la forza di continuare a lottare contro loschi poteri. Anche se stanca.

Fabio Lomax ha detto...

Ciao Gae...
Non sarai mai solo!... La tua lotta ci accomuna, siamo sempre di più...

Un abbraccio, Fabio

Unknown ha detto...

Carissimo Gaetano, quello che ti sta accadendo è, in minima parte, quello che sto vivendo con la vicenda Genchi. E' lo Stato che anzichè stare con gli incensurati difende e protegge colpevolmente i condannati. Cuffaro è il peggio dei siciliani incarnato tutto in un uomo di notevole peso corporeo. Ti prego di considerarmi a tuo fianco e di consultarmi quando vuoi. Domani proverò a chiamare il senatore cuffaro in ufficio a Roma, a chiedere se ritenga giusto perseguitare un giornalista anzichè farsi processare da civile e non da senatore. A presto

Gennaro Giugliano ha detto...

Le parole di Salvatore Borsellino mi auguro siano di coraggio e trasparenza per il tuo operato
RESISTENZA-RESISTENZA-RESISTENZA