di Vincenzo Lombardo
La vicenda del licenziamento della giornalista Olga Lumia da parte del suo editore, solo perché lei si è permessa di pubblicare nel suo spazio su Facebook la foto del ministro Alfano che bacia un mafioso, deve indurci a qualche riflessione, oltre la pura e semplice, seppur doverosa, solidarietà alla Lumia. Che sia una fonte di informazione privata, come Agrigento web, diretta poi da personaggi destrorsi, a limitare la libertà di espressione, si può capire. Che non significa giustificare. E´ notoria l´acquiescenza dei mass media siciliani tradizionali, giornali e televisioni, verso il potere costituito, specie se moderato o di destra. Ora si allinea anche una rete internet. Nessuna meraviglia. Siamo in linea con la norma.Che Berlusconi e Fini, figure istituzionali, seppure di parte, si lamentino per una critica ad altre simil- istituzioni, come la protezione civile, passi. Ma che la RAI, servizio pubblico, pagata quindi da tutti i cittadini di qualunque orientamento politico e culturale si accodi servilmente al potere politico dominante e pensi di censurare se stessa, è da un verso ridicolo, dall´altro tragico.Io ho visto la puntata incriminata di Anno Zero, una delle poche cose decenti da vedere in TV, dall´inizio alla fine. Tutto quello che è emerso e mi è rimasto stampato nella memoria è che la protezione civile a L´Aquila è arrivata con circa tre ore di ritardo dal momento dell´evento del terremoto, alle ore 3,32 di domenica 6 aprile. Non riferito da giornalisti scrupolosi e corretti, perciò comunisti, ma dai cittadini che hanno vissuto sulla loro pelle il dramma del terremoto. Più esattamente è emerso che la protezione civile non aveva in loco una struttura decentrata organizzata in grado di intervenire tempestivamente. E che le cose stessero così lo hanno dimostrato i difensori d´ufficio della Santa Protezione, il giornalaio Giordano e il sottosegretario alla presidenza del consiglio presenti in studio, i quali scaricavano le responsabilità del mancato intervento tempestivo sulle autorità locali. Il povero Santoro non è riuscito a fare passare compiutamente questa realtà perchè sovrastato dal petulio urlato dei due già citati difensori di Sua Santità Bertolaso, il quale, in fin dei conti, era fuori discussione nel ragionamento del conduttore, che si limitava a riportare ciò che i cittadini dicevano. Dov´è lo scandalo? Non bisogna dare voce in RAI a quei cittadini, magari stronzi abbonati come me, che possono disturbare il manovratore?Ma la RAI, prima che della casta politica presente in parlamento, è di proprietà degli utenti pagatori. Non è detto che questi siano necessariamente rappresentati dal personale politico che siede sugli scranni parlamentari. Tanto meno, poi, da una parte di questa, sia essa governo od opposizione. Non bisogna mai dimenticare che esiste un 33% degli elettori, ed io fra questi, che non si sente rappresentato dai parlamentari di questa legislatura.Se mi si vuole anche costringere a pensare con la testa di altri, servendosi dello strumento della comunicazione pubblica, proprio non ci sto. Costi quel che costi. Intanto, civilmente e democraticamente, non rinnovo l´abbonamento alla RAI. E´ una forma di protesta già comunicata al presidente della Commissione di Vigilanza, Zavoli. So che pagherò un prezzo, detto mora; ma è il minimo che si possa fare per dimostrare che non si è morti e disposti a subire tutto ciò che il potere dominante ti vorrebbe fare inghiottire. Non voglio ancora arrivare al passo decisivo cui pare siano giunti 156.000 abbonati che avrebbero disdettato l´abbonamento. E´ una scelta apparentemente forte, in realtà molto debole e rischiosa, perchè potrebbe offrire ai poteri occulti che comandano davvero il destro per dichiarare l´inutilità del servizio pubblico e, perciò, la sua sostituzione col privato, quello che era "bello". Come è avvenuto con i servizi. I magnifici risultati delle privatizzazioni sono sotto gli occhi di tutti.I guasti sarebbero ancora maggiori se si privatizzasse del tutto anche la comunicazione. Già c´è mezzo popolo passivizzato e rincoglionito da un diluvio di fiction profusa soprattutto da Mediaset. Se si mediasettizza anche la RAI in forma ufficiale e definitiva per i prossimi cent´anni l´oligarchia politico-finanziaria che domina incontrastata da oltre vent´anni potrà dormire sonni tranquilli. Anzi essa approfitterà della crisi da essa stessa prodotta per comprimere i diritti democratici ed instaurare assetti istituzionali sempre più escludenti, più propaggine dei suoi interessi che non emanazione vera della volontà e degli interessi del popolo. E passeremo dal prefascismo al fascismo. Alla faccia della costituzione repubblicana, degli spazi di democrazia conquistati a partire dal dopoguerra, delle libertà civili, già oggi fortemente in discussione.
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