Ricordo come fosse ora il 15/6/1975 quando mi recai per la prima volta alle urne per votare: ricordo l’ansia, l’impazienza e l’entusiasmo con cui misi per la prima volta la “crocetta” sul mitico simbolo della “falce e martello” del mai dimenticato P.C.I.
Avevo diciannove anni ed ebbi il privilegio e la responsabilità di essere nel contempo elettore e candidato e ricordo ancora oggi l’affascinante slogan di quella campagna elettorale : Con i comunisti governi anche tu!”
Divenni consigliere comunale di Raffadali con 409 voti e risultai essere il nono dei venti consiglieri su trenta eletti dal P.C.I. quella volta.
Erano i tempi di Totò Di Benedetto e nessuno, allora, avrebbe potuto o voluto immaginare quello che sarebbe successo a Raffadali e nel Paese alla fine degli anni novanta ed agli inizi del terzo millennio!
Ho fatto questa premessa per ricordare a me stesso ed ai lettori con quanta e quale passione allora si partecipava alla vita politica, con quanto e quale entusiasmo si partecipava alla lotta politica per costruire un domani migliore.
Dopo il voto del ‘75 altri ne seguirono nello stesso senso e nello stesso segno, con una fedeltà ed una partecipazione mai messa in dubbio o in discussione.
Ricordo che nel ‘79 mi trovavo ad Alessandria per motivi di studio e pur di esercitare il diritto di voto mi feci nominare presidente di seggio.
Solo nell’83 non riuscii a votare perché all’estero dopo le nozze: ed ancora oggi affiora il rammarico.
Ed ora?
Ora ho il seggio vicino casa, seguirò le elezioni per motivi professionali ( sono responsabile dell’ufficio elettorale di due Comuni) ma non so ancora se andrò a votare e per chi voterò.
E’ ancora fresco il ricordo della batosta del 2008 e, cosa ancora più grave, mi sento disorientato, senza una bussola politica, privo di passione ed entusiasmo politico.
Lancio un accorato appello: qualcuno mi dica, qualcuno mi spieghi, per favore, per chi e perché un fedele elettore dell’ex-P.C.I. il prossimo 7 giugno possa o debba andare a votare!
Il panorama politico ed in particolare quello della sinistra o del centro-sinistra appare un disordinato campo di battaglia con decine di morti e feriti.
La sinistra antagonista è divisa ed il raggiungimento del quorum appare una chimera.
Si intravede, è vero, qualche uomo nuovo e credibile (ad esempio Vendola, Fava, Migliore) ma è ancora poco, troppo poco, per poter delineare una politica degna di questo nome.
Il Partito democratico, anche se rivitalizzato dall’ottimo Franceschini, appare ancora incerto, poco amalgamato e coeso e, perciò, lontano dall’essere un preciso riferimento politico per gli elettori del centro-sinistra.
A venti giorni dal voto non riesco ad individuare motivi politicamente validi per varcare la soglia del seggio ed entrare con convinzione nella cabina elettorale per impugnare la matita copiativa.
A dire la verità ne ho individuato uno: contribuire a rendere la vittoria della destra meno schiacciante e roboante ed evitare, in tal modo, il rischio di pericolose derive plebiscitarie: non è poco, ma, sinceramente, non è neanche molto.
Qualcuno, per favore, mi aiuti ad entrare nel seggio anche solo con la metà della trepidante ansia, dell’entusiasmo e dell’impazienza di quel, ahimè lontano, 15/6/1975!
Michelangelo La Rocca
1 commento:
Caro Michelagelo,
tra quei 409 voto c'era anche il mio. Non a caso, visto che schierarsi dalla parte dei giovani è sempre stata la bussola che mi ha guidato nell'agire politico Col senno di poi e alla luce dell'esperienza non so se questa scelta sia stata lungimirante, vista la deriva verso cui tanti giovani si sono poi incamminati. E tuttavia non sento di dovermi pentire di niente.
A differenza di quanto dici tu, il 6 giugno andrò a votare,senza tentennamenti e senza angosce. E voterò la lista comunista anticapitalista,non con lo sguardo rivolto ad un passato che forse non tornerà facilmente- non parlo dell'URSS, che non mi ha mai interessato tanto- ma semplicemente del clima italiano di quegli anni '70 a cui guardi con comprensibile nostalgia.
No, il mio voto guarda al presente e al futuro. Vuole essere una contestazione al modello di svilupppo imposto all'umanità dal liberismo a partire dagli anni '80
Uno sviluppo quantitativo imperniato sullo sfruttametno globale del lavoro e dell'ambiente spinto dalla bramosia dell'accumulazione e del profitto. Questo orizzonte affermatosi prepotendemente dopo il 1989 è stato considerato come lo sbocco unico e finale dell'umanità. Ricorderai le scemenze di quegli pseudosapienti che parlavano di fine della storia e di quei politicanti che esaltavano la fine della classe operaia, del lavoro dipendente e l'avvento salvifico dell'impresa e della globalizzazione con tutto il corredo di privatizzazioni e di fiducia cieca nel mercato. Sai di chi parlo.
La realtà di questi anni ci ha detto e ci dice che tutto ciò era ed è un bluff tragico Tragico per le mille guerre esportate nel mondo a sostegno del mostro onnivoro capitalimperialistico, tragico per le riduzioni degli spazi di democrazia formale e sostanziale, tragico per l'aumento esponenziale dell'insicurezza esistenziale degli individui e di interi popoli, nei paesi sviluppati e in quelli sottosvlupati. Da cosa nascono le migrazioni bibliche dei diseredati dei paesi poveri e la violenza di leggi che sanciscono la precarietà come forma normale di vita nei paesi ricchi?
Ecco, il mio voto contesta un presente e un futuro di questo tipo e vuole essere un messaggio contro i sostenitori di tale scenario, compresi gli esponenti della sinistra effimera che non disdegnano di fare accordi con l'UDC dei mafiosi o con la Lega razzista ( vedi amministrative di Recoaro)
Caro Michelangelo, va bene che
" lu putiri è megliu di futtiri" ma se non proviamo a porre un argine alla prostituzione politica innescata dalla subcutura berlusconiana rischiamo di diventare anche noi complci dei notri carnefici.
Ti saluto caramente
vincenzo lombardo
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