martedì 23 giugno 2009

Comunisti: “Essere o non essere?....questo è il dilemma”


Quando oggi essere comunisti è un problema.

di Rossella Savarino*

Un grande uomo disse nel lontano '62: “ Se ci dicessero che siamo quasi dei romantici,che siamo degli idealisti inveterati, che pensiamo cose impossibili e che non si può ottenere dalla massa di un popolo ciò che è quasi un archetipo umano, noi dovremmo rispondere mille volte sì, che si può, che siamo nel vero, che tutto il popolo può avanzare e liquidare le piccolezze umane...”; queste sono le parole di un rivoluzionario,un rivoluzionario comunista,un vero comunista. Ernesto Guevara de la Sierna, egli si che era un comunista, un vero comunista, aveva una fiducia illimitata nei valori morali. Aveva una fiducia illimitata nella conoscenza degli esseri umani. E bisogna dire che vedeva con assoluta chiarezza la spinta morale come la leva fondamentale per l'edificazione del comunismo della società.
Pensò,sviluppò e scrisse molte cose: in un giorno come quello di oggi bisogna affermare che gli scritti del Che, il suo pensiero politico e rivoluzionario dovrebbe essere preso da spunto. Le sue idee -come uomo d'azione, come pensatore,come persona dall'ineccepibile valore morale, dall'ineguagliabile sensibilità, dalla condotta irreprensibile-hanno e continueranno ad avere valore universale..
Gli imperialisti ostentano un trionfale colpo di fortuna che ha permesso l'eliminazione di questo formidabile uomo d'azione. Ma forse gli imperialisti non sanno o fanno finta di non sapere che quella dell'uomo d'azione era solo una delle tante sfaccettature della personalità di questo combattente,di questo uomo che avrebbe potuto dare alla società di oggi uno stimolo in più per affrontare la vita senza alcuna distinzione di sesso,razza,religione o estrazione sociale.
Oggi il Che non sta più a simboleggiare concrete lotte di liberazione e la sua immagine, riprodotta, commercializzata e utilizzata in cento modi diversi, fa guadagnare profitti proprio a quegli stessi capitalisti che egli stesso avrebbe voluto cancellare dalla faccia della terra. Ma il suo spirito e gli ideali sono indistruttibili. Possono essere soffocati, ridotti ai minimi termini, compressi oltre ogni limite;possono essere momentaneamente accantonati e relegati in qualche angolo remoto dall'edonismo economico imperante, ma al solo scopo di renderne, un giorno,più infuocato il ritorno.
Essere comunisti oggi vuoi dire battersi non soltanto per richiamarsi a una gloriosa storia politica, ma far affermare i contenuti della sinistra in una lotta capace di contrastare e fermare le tremende contraddizioni delle forze capitalistiche dominanti.
Non mancherà molto al momento in cui apparirà chiaro quello che per noi comunisti è chiaro da sempre: che il capitalismo non è in grado, non sa e non può risolvere le contraddizioni che determinano queste lacerazioni nella società, il problema della pace e della guerra, delle condizioni di vita, dell’esistenza, del salario, delle pensioni, della sanità, della scuola. Non può risolvere queste contraddizioni, il capitalismo, perché sono le sue contraddizioni. E sempre più emerge la necessità di una diversa direzione. economica fondata su scelte che non siano affidate semplicemente e soltanto al libero mercato ma che possono avere un intervento, una valutazione, una programmazione pubblica.
Ed è cosa ardua essere comunista. È sempre stato arduo, oggi più ancora di ieri.
Oggi è più arduo non soltanto per le difficoltà che derivano dalla nuova condizione politica, da quanto è tragicamente accaduto e per le macerie che ne sono derivate e in cui ci ritroviamo. Più di ieri si va controcorrente. Hanno finito per prevalere e per diffondersi, con il dominio economico e militare del capitalismo, le sue tossine culturali e morali, la concezione stessa della vita, i costumi, le ambizioni, gli egoismi che sono propri dei padroni del mondo.
Trionfano il materialismo gretto e rozzo, l’avere più che l’essere, il carrierismo e il personalismo. Hanno il sopravvento l’arroganza, che è compagna della presunzione, figlie ambedue dell’ignoranza, e la volgarità che rasenta il plebeismo, la violenza verbale e materiale.
Si è infranta la diga ideale che riusciva a farvi fronte, e la stessa famiglia mondiale della sinistra è contagiata dal medesimo morbo che dovrebbe combattere.
É arduo essere comunisti oggi, molto arduo, ma vale la pena esserlo, continuare a esserlo sino alla fine della propria esistenza, operando finché si può per quei principi nobilissimi che hanno animato le società in ogni epoca e in ogni luogo, facendole avanzare oltre ogni ostacolo: i principi - non è superfluo ripeterlo - di libertà e di pace, quelli dell’eguaglianza e della fratellanza umana, quelli della solidarietà, della giustizia, della liberazione.
A chi come me si definisce comunista sarà capitato più volte di essersi sentito rivolgere dall’interlocutore di turno (di solito uno che non è mai stato comunista, uno che comunista non lo è più oppure qualcuno che non vuole più esserlo e vuole convincerti della bontà del suo vecchio nuovismo) la fatidica domanda: “che cosa significa essere comunisti oggi?”.
Io sono solita dire che la risposta al quesito è molto semplice e che essere comunisti, oggi come ieri, significa battersi per il superamento dell’ingiusta società capitalistica e per la sua sostituzione con una società di eguali in cui vi sia finalmente il reale trionfo della tanto sbandierata meritocrazia, poiché, essendo le condizioni di partenza e le opportunità uguali per tutti, ognuno sarà libero di produrre secondo le sue capacità e ricevere secondo i suoi bisogni. Questo è il comunismo.
Ah dimenticavo per chi oggi si chiede chi siano i “comunisti”: I comunisti sono quelli che non sopportano che gli operai muoiano sul lavoro, le donne siano trattate come oggetti, i migranti siano ributtati in mare... e l' elenco può continuare. Sono comunisti coloro i quali pensano che, per uscire da questi problemi, bisogna mettersi insieme, che é la politica. Quelli che pensano di uscirne da soli, sono gli egoisti. E' per questo che ci chiamano "compagni", che vuol dire, quelli che dividono insieme il pane.
Beh, compagni, sarebbe ora di rialzarci e con passione e forza riprenderci ciò che ci spetta, riprenderci la libertà, la libertà di pensiero,di stampa e di parola, la libertà di camminare a testa alta ogni qual volta lo si voglia, la libertà di non essere succubi del politico di turno, la libertà di dire che siamo COMPAGNI, ma compagni veri, tutte libertà che ci sono state tolte prepotentemente. Non basta dire di essere comunisti, bisogna anche dimostrarlo ogni giorno, ogni momento della propria vita, anche con semplici gesti. Io ho deciso di esserlo e non me ne vergogno. E tu?
E come disse lo stesso Che: “il miglior modo di dire è fare”....allora cosa aspettiamo?!?!
Di seguito elenco i motivi per i quali ho scelto di essere “comunista”.
* Io sono comunista
* Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
* Io sono comunista
* Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
* Io sono comunista
* Perché credo fermamente nell’utopia d’una società giusta.
* Io sono comunista
* Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
* Io sono comunista
* Perché credo fermamente che la felicità dell’uomo sia nella solidarietà.
* Io sono comunista
* Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
* Io sono comunista
* Perché nessuno ha ancora trovato un’idea migliore.
* Io sono comunista
* Perché credo negli esseri umani.
* Io sono comunista
* Perché spero che un giorno tutta l’umanità sia comunista.
* Io sono comunista
* Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
* Io sono comunista
* Perché detesto l’ipocrisia e amo la verità.
* Io sono comunista
* Perché non c’è nessuna distinzione tra me e gli altri.
* Io sono comunista
* Perché sono contro il libero mercato.
* Io sono comunista
* Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell’umanità.
* Io sono comunista
* Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
* Io sono comunista
* Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
* Io sono comunista
* Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
* Io sono comunista
* Perché troppe poche persone sono comuniste.
* Io sono comunista
* Perché c’è chi dice di essere comunista e non lo è.
* Io sono comunista
* Perché lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo esiste perché non c’è il comunismo.
* Io sono comunista
* Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
* Io sono comunista
* Perché mi critico tutti i giorni.
* Io sono comunista
* Perché la cooperazione tra i popoli è l’unica via di pace tra gli uomini.
* Io sono comunista
* Perché la responsabilità di tanta miseria nell’umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
* Io sono comunista
* Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
* Io sono comunista
* Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo.
Beh se anche tu ti rivedi in questi punti allora perchè non lottare per lo stesso ideale, più siamo meglio sarà.

* Componente Consulta giovanile Raffadali

1 commento:

Anonimo ha detto...

CHE FANTASTICA COINCIDENZA!
Ho appena finito la consolante immersione nei ricordi del passato in compagnia ideale della straordinaria Vittoria Giunti che mi imbatto nella coraggiosa dichiarazione di orgoglio e dignità da parte di questa giovane che grida a squarciagola in faccia ai codardi, agli opportunisti, agli indifferenti tutte le ragioni della sua scelta difficile e controcorente. Brava, Rossella. E soprattutto, grazie!
Non è facile per chi porta sulle spalle incurvate il fardello "indicibile" di comunista- come ha recentemente sentenziato un ex presidente della Camera- reggere il peso di tante delusioni e "l'onta e i soprusi del potere" dominante. Non è facile resistere quando vieni additato agli occhi di un popolo senza memoria e narcotizzato da una campagna mediatica pluridecennale come il corresponsabile dei crimini più infami. E rischi anche tu di perdere la memoria di ciò che i comunisti sono stati per l'Italia: non solo la forza principale che ha ridato al nosro paese dignità e indipendenza dallo straniero, ma anche l'avanguardia organizzata che ha difeso la democrazia dai rigurgiti fascisti e dal terrorismo, che ha favorito il progresso sociale e civile, che ha contribuito in modo determinante all'emancipazione delle classi subalterne e delle donne, che ha cercato di sostanziare il dettato costituzionale secondo il quale l'Italia è "una republica democratica fondata sul lavoro".
Davvero niente di cui vergognarsi.
Eppure la panzana dei "bambini bolliti" mangiati dai comunisti si è insinuata nell'inconscio profondo
del sentire comune e tu ti senti solo e colpevole, anche se la tua coscienza ti dice che come comunista italiano non hai nulla da rimproverarti.
Allora ben vengano le tue parole di orgogliosa rivendicazione. Fanno bene all'anima. Ben venga il tuo appello a far emergere il Che che si cela impaurito in tanti cuori, sopratutto giovani, e ben venga la tua richiesta d passare dal dire al fare.
Per quello che mi consentono le mie forze sono disponibile a fornire il mio contributo per la ripresa di una primvera rossa in questa Raffadali abbrutita, distesa bocconi su una palude oleosa intrisa di miasmi asfissianti.
Tanti auguri a te e a tutti/e quelli/e come te che hanno deciso di non arrendersi. Mai!
vincezo lombardo