l tabloid Daily Mail parla di frode e propone il tribunale e la galera per i deputati colpevoli. Gordon Brown, primo ministro Labour, ha dichiarato che “Westminster non può funzionare come un club di gentiluomini i cui membri scrivono le regole e le applicano a loro piacimento”. Michael Martin, lo speaker dei Commons, l’equivalente del nostro presidente della Camera, è stato costretto a dimettersi per aver difeso il Parlamento dallo scandalo del rimborso spese dei deputati. Non era mai successo in 400 anni: lo speaker capro espiatorio della tempesta che si è abbattuta su Westminster! L’indignazione e lo scalpore popolare stanno provocando una reazione a catena tipo Watergate: molti deputati sono sotto inchiesta, costantemente umiliati dalla stampa e dall’opinione pubblica, alcuni hanno promesso di restituire i soldi e non si presenteranno più alle prossime elezioni. Tutto è partito dal quotidiano conservatore Daily Telegraph che ha pubblicato i rimborsi spese dei deputati. Alcuni di loro hanno violato la legge facendosi rimborsare un mutuo già estinto, chiedendo un doppio rimborso per la medesima casa (il caso di una coppia di coniugi entrambi deputati), scaricando sui contribuenti le spese per la pulizia di un corso d’acqua intorno alla proprietà, oppure facendosi rimborsare le cassette porno per il coniuge. Tutte spese irrisorie ( circa un milione di sterline l’anno) se paragonate a quelle dei nostri parlamentari italiani. Un deputato inglese ha un salario annuale di 70 mila euro, la metà di quelli italiani che sono i meglio pagati d’Europa. Infatti oltre ai 5.500 euro di stipendio, i nostri deputati percepiscono circa 8 mila euro mensili come rimborso spese. Ma dove finiscono tutti questi soldi?. Le Camere pagano a fiducia e non c’è richiesta o pubblicazione di nota spese. Nel 2009 i nostri deputati ci costeranno circa 100 milioni di euro, una cifra da capogiro se li paragoniamo ai britannici. Quello che mi colpisce nel Regno Unito è l’indignazione della gente che giudica “immorale” chi si arricchisce a spese dello Stato anche se è nella legge. In tempo di crisi economica i cittadini britannici, disposti a tollerare le diseguaglianze di classe, non accettano che i loro rappresentanti diventino degli intoccabili, una casta e che sperperino indisturbati i soldi dei contribuenti. In Italia, al contrario, la notizia del costo esorbitante dei parlamentari non fa stupire la gente. Lo scandalo è codificato e non desta scalpore. Manca una stampa indipendente che invochi la punizione per i colpevoli e il cambiamento. Manca il desiderio di una nuova legislazione basata sul contatto diretto fra cittadini e governo. Manca la fiducia nel capo del governo che dovrebbe dare una nuova visione di trasparenza e onestà. Tutte belle parole che nel nostro paese non hanno senso perchè c’è un presidente del consiglio che, poverino, preso come è dalle ragazzine, non si rende ancora conto della crisi economica e della difficoltà di molti cittadini ad arrivare a fine mese con lo stipendio. Riflettiamo e prendiamo spunto dalla vicenda del Parlamento britannico quando voteremo la prossima volta. Se non cambiano i nostri parlamentari italiani, facciamoli cambiare noi! Mandiamoli tutti a casa!
Rossella Bondi
lunedì 15 giugno 2009
LA SISTEMATICA UMILIAZIONE DEI PARLAMENTARI ANGLOSASSONI...E IN ITALIA GLI ONOREVOLI SE LA SPASSANO
Rossella Bondi per Ad Est - Inghilterra.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento