LETTERA APERTA ALLE TESTE D’UOVO DELLA RAI.
Al direttore TG1
Al direttore TG2
Al direttore TG3
Al presidente commissione di vigilanza
p.c agli organi di stampa
In questi mesi ho ricevuto tante e tali amorose sollecitazioni da parte della RAI che mi hanno quasi commosso. Quasi quasi passava in secondo piano il fatto che si trattava di sollecitazioni di pagamento del canone.
Ho sempre pagato il canone puntualmente, come tanti altri milioni di coglioni che ritengono giusto sostenere, al di là dei vincoli di legge, il servizio radio televisivo pubblico.
Da qualche tempo, esattamente da dopo le elezioni politiche del 2008, ho cominciato a pensare che il così detto servizio pubblico in realtà era diventato un servizio privato a disposizione delle forze politiche che avevano avuto accesso al parlamento. In forza di questo orientamento è successo che circa un terzo dei cittadini italiani, che non ha votato alcuno dei partiti parlamentari, è stato sistematicamente tagliato fuori dall’informazione pubblica, che si è sempre più caratterizzata come informazione di un regime che tende all’autoconservazione a dispetto del pluralismo e delle voci critiche presenti in seno alla società. Ho fatto presente tale anomalia all’appena eletto presidente della commissione di vigilanza della RAI, Sergio Zavoli, al quale ho annunciato che, in quanto cittadino-contribuente defraudato del diritto ad essere informato anche delle voci critiche verso la cultura dominante, non avrei pagato il canone di abbonamento, a meno che si intravedesse una inversione di tendenza nella comunicazione RAI, soprattutto quella televisiva dei telegiornali.
Questione non da poco visto che, come affermato da importanti e prestigiosi istituti di ricerca, il 69% degli italiani si è formata la convinzione del voto alle europee sulla scorta dei TG. E come per incanto ancora una volta hanno eletto rappresentanti al parlamento europeo solo i partiti che già erano presenti nel parlamento italiano. Allora c’è un nesso strettissimo tra informazione, politica e democrazia.
E qua apro una parentesi. Non concordo con Napolitano quando egli dice che in Italia non sussiste un problema di crisi della democrazia, ma al massimo della politica. A parte il fatto che politica e democrazia si intrecciano a filo doppio, se è vero il dato della ricerca su riportato- e non si vedono i motivi per dubitarne- questa modalità di essere democrazia contiene in sé i germi della sua degenerazione e dell’uso strumentale e fazioso del concetto stesso di democrazia. Ci sarà modo e tempo, non troppo, per riflettere su queste problematiche.
Tornando a Voi, teste d’uovo, vi comunico che la mia personale protesta verso la vostra gestione del servizio pubblico si è interrotta temporaneamente il 25 giugno di quest’anno, quando ho effettuato il pagamento del canone, non perché voi abbiate mostrato segni di resipiscenza, ma soltanto perché non ho voluto incorrere nel pagamento di ulteriori more. Si tratta ad ogni modo di una tregua dichiarata unilateralmente, perché continuerò in quest’opera di denunzia della vostra faziosità e cercherò di fare proseliti presso tutti quegli altri cittadini che non riconoscono nel vostro operato un servizio improntato all’obiettività, al pluralismo, al rispetto e alla valorizzazione di tutte le diversità che sono nel seno della società. Ci terrei a dirvi che l’arroganza non è segno di potere, ma forse manifestazione di potenza che può essere abbattuta, come già avvenuto ad altre forme e manifestazioni di potenza arrogante.
P.S. In questo coro disgustoso di informazione servile pare che si distingua la voce, isolata, di una persona perbene come Sergio Zavoli, il quale, da persona intelligente, comprende i rischi che può correre una democrazia che si compiace della sua presunta autosufficienza ed invoca a più riprese il pluralismo nel servizio pubblico.
Raffadali 27/06/09
Distinti saluti(nonostante tutto)
vincenzo lombardo
1 commento:
Caro Gato (perdonami la confidenza), mi trovi in assoluta sintonia con le tue considerazioni.
Sono anch'io un cittadino-contribuente e pago regolarmente il canone della RAI.
Il fatto é, amio modesto parere, che più di quindici anni di appiattimento brutale della cultura e della mente dei cittadini, hanno portato a tutto questo. E' necessario che tutti i cittadini riprendano coscienza critica (difficilissimo) e politica, così che si torni a parlare di civiltà e democrazia.
Cordialmente
Riccardo
(detto : lasantainquisizione)
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