Al Presidente del consiglio comunale
Al Segretario generale del Comune di Raffadali
E pc.
Al Sindaco di Raffadali
Oggetto: Petizioni popolari
Gentilissimo presidente
Gentilissima dottoressa
Vi scrivo in relazione alle ultime convocazioni del Consiglio comunale, dove sono state discusse due petizioni popolari realizzate e fatte sottoscrivere dalla nostra associazione e da Officina democratica.
L’Articolo 31 dello Statuto comunale recita:
Se la petizione è sottoscritta da almeno cento persone l’organo competente deve pronunciarsi in merito entro 30 giorni dal ricevimento.
Il contenuto della decisione dell’organo competente, unitamente al testo della petizione, è pubblicizzato mediante affissione negli appositi spazi e, comunque, in modo tale da permetterne la conoscenza a tutti i firmatari che risiedono nel territorio del Comune.
Negli ultimi due casi questo non è avvenuto o avvenuto in parte.
Di certo le associazioni promotrici e i “primi firmatari” non hanno ricevuto nulla. Né i pareri degli uffici, né la semplice notizia della convocazione del consiglio comunale.
Dei manifesti neanche l’ombra.
Ora: o la Statuto comunale è un pezzo di carta che non vale nulla o, come la pensiamo noi, è lo strumento cardine dell’ azione di una comunità.
Perché garantisce quelle “regole del gioco” valide per tutti e in tutti i momenti della vita della cittadinanza.
Con la presente chiediamo che le “imperfezioni” del passato siano superate.
Con le nuove petizioni, che arriveranno in consiglio comunale a breve, si possa ristabilire il normale funzionamento della macchina pubblica in ossequio alla Statuto comunale.
Nostro intento è riportare la gente, e i suoi problemi, dentro la politica e nei luoghi della politica.
Se la politica agisce come lobby di potere convocando i suoi consigli comunali come “carbonari” la strada è veramente in salita.
Attendiamo con ansia.
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