giovedì 4 febbraio 2010

L'Arroganza del potere e dei "potenti"

di Gaetano Alessi

Nel nostro Paese il tessuto del rispetto sociale è sempre stato fragile (del tutto subordinato al primato della famiglia e del familismo) e in questi ultimi anni si è ulteriormente lacerato. Come se un popolo già predisposto all’individualismo avesse potuto giovarsi di un ulteriore “via libera” che consente un esercizio ancora più disinvolto del menefreghismo. Un menefreghismo stratificato, diciamo così, che somma vecchie disinvolture a nuove arroganze. Ma la vita quotidiana, specie se vissuta a stretto contatto con gli altri, sottopone ad uno stillicidio di piccole sopraffazioni, aggressività e noncuranza dell’altro: quasi gli altri non avessero più un ingombro fisico, fossero fantasmi, figure di disturbo, foglie secche da spazzare via. In questo contesto, dopo aver pervicacemente contribuito a crearlo, s’inserisce l’ordinanza che istituisce una sorta di “paradiso” per le auto degli assessori comunali nel centro di Raffadali. Si obietterà che di fronte allo sfascio sociale in cui si vive quest’atto sembra una cosa di poco conto. Ma non è così. Sono proprio azioni come queste, tanto stupide quanto inutili, a scavare un fossato ancora più largo tra politica e cittadini. A creare quel sistema per cui uno è “importante” se gode di privilegi. Con questa mediocre legge “Ad Personam” Totò Librici, Angelo Salemi, Stefano Iacono Manno, il “compagno” Franco Tuttolomondo, Salvatore Tuttolomondo e Silvio Cuffaro si rendono, o credono di rendersi, “speciali”. Ma sfiorano solo il ridicolo. Come ridicolo e marchiano è il testo dell’atto d’indirizzo, su carta intesta dei Vigili Urbani, che riportiamo fedelmente (compresi gli errori grammaticali) “Facendo seguito alle indicazioni verbali e al fine della realizzazione di alcuni stalli per la sosta da riservare alle autovetture di proprietà del Comune e degli Amm. Comunali, s’invita la S.V. a volersi adoperare al fine di creare dei suddetti stalli da individuare nel primo tratto della Via Rosario, lato destro, dalla via Nazionale e fino a vicolo Castelluzzo. E’ appena il caso di ricordare che la sosta sarà permessa alle autovetture riportanti le indicazioni del Comune di Raffadali e degli Amministratori, in precedenza autorizzati. S’incarica la S.V. dell’esecuzione della presente ordinanza”. Ora, oltre l’Italiano diciamo “ardito”, non si capisce chi sia a dare l’atto d’indirizzo. Il Comandante dei Vigili al Sindaco o viceversa? L’arcano si scopre leggendo la firma in calce. In tutti e due gli atti la firma è infatti del vice sindaco Librici (che sembra tenere molto al provvedimento) che con la destra chiede un’autorizzazione e con la sinistra sì autorizza. Non so quanto possa essere legale la cosa, ma lo decideranno gli organi competenti. Quello che conta è lo spirito di un ’azione la cui motivazione, dicono voci di piazza, ricade in una “ritorsione” nei confronti dei Vigili Urbani per aver elevato un paio di multe allo stesso assessore plurifirmatario. Per citare Sciascia: “Siamo d’innanzi al teatrino di qualche personaggio in cerca d’autore”. Atto d’indirizzo e ordinanza sono l’esempio più alto della politica della giunta Cuffaro che si riassume così: mentre un diversamente abile non può accedere in Municipio per la presenza asfissiante di barriere architettoniche, l’assessore “potente” perde il suo tempo a garantirsi privilegi nelle ore di apertura del municipio. Prima loro e poi gli altri: questo l’ordine d’importanza. Sarebbe il caso che qualcuno oltre noi, incrociandoli per strada o mentre fanno la spesa, gli ricordi che non è così. Gli ricordi che devono la loro fedeltà alla comunità e che per far questo sono pagati e, dato la loro attività, anche profumatamente. Tutto questo da l’impressione di vivere in una comunità dove un affastellarsi confuso di “io” sta sempre di più soffocando il “noi”. Abbiamo la certezza che alcuni assessori non hanno gradito l’ordinanza e gli attacchi che ne sono seguiti e che, garantiamo, seguiranno. Un consiglio: non chiedano o restituiscano il “pass” della vergogna, e lo facciano sapere. In modo che chi ha da vergognarsi si vergogni, senza nascondersi dietro agli altri. Se poi il provvedimento fosse ritirato del tutto o magari limitato ai soli mezzi comunali sarebbe un atto di gran dignità. Ma c’è da aspettarselo? Dubito. Tant’è che voci di corridoio danno per certi altri due illuminanti provvedimenti: il primo servirà alla nostra giunta per saltare la fila alle Cuspidi(gran voglia di cannoli..); il secondo andrà a realizzare il più gran sogno della nostra “classe” politica, cioè aggirare la coda alle Poste. Per lo Ius primae noctis il latino ci salva. Dato che alcuni assessori prima dovranno imparare l’italiano (scrittura dell'ordinanza dixit) abbiamo tempo. Ma stiamo pronti.. pi fari tinturii gli inquilini di Palazzo di Città imparano in fretta..

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