La notizia è di quella che rimbalza immediatamente attraverso la rete e sconvolge i retti pensatori democratici: passa il decreto salva liste. Dal Pdl per il Pdl naturalmente.
Immediatamente compaiono profili listati di nero, scritte in cui si ammette che la democrazia è finita, che il golpe è avvenuto. Il 5 marzo è il giorno in cui la Repubblica italiana cessa di esistere con una firma del presidente “peggiore degli ultimi 60 anni” com’è stato definito.
Il PD si riserva un’intera settimana per scendere in piazza, spostando al 13 marzo il giorno della protesta in piazza, mentre al solito è dalla rete che arriva il tam tam di rivolta: “in piazza adesso” dice il Popolo viola. E la gente risponde.
Non sono in molti a protestare a Catania, perlopiù di tratta del gruppo dei soliti rossi. Molti adulti e pochi, pochissimi giovani davanti alla Prefettura per dimostrare l’ostilità. Mi chiedo dove sono andati a finire tutti quelli che pure si sono prodigati immediatamente a scrivere sulle loro bacheche telematiche tutte quelle belle frasi sagaci. In una società in cui i forconi non si conoscono più scendere per strada con i mano una tastiera non è proprio la stessa cosa. E allora che Internet prende il posto della piazza. E che per strada ci vadano pure le vecchie leve con le loro bandiere e le loro idee.
È Napolitano adesso a venire contestato, per quella firma che nessuno ha capito o che tutti credono di aver capito benissimo. E mentre sul sito della Presidenza della Repubblica viene pubblicata una lettera ufficiale in cui si giustifica in modo poco convincente la scelta del decreto salva Pdl, per strada ci si chiede quale possa essere stato il ruolo del PD in tutto questo. Ci si interroga sugli accordi di corridoio e si arriva ad una conclusione unanime: la sinistra puzza di Berlusconi.
Immediatamente compaiono profili listati di nero, scritte in cui si ammette che la democrazia è finita, che il golpe è avvenuto. Il 5 marzo è il giorno in cui la Repubblica italiana cessa di esistere con una firma del presidente “peggiore degli ultimi 60 anni” com’è stato definito.
Il PD si riserva un’intera settimana per scendere in piazza, spostando al 13 marzo il giorno della protesta in piazza, mentre al solito è dalla rete che arriva il tam tam di rivolta: “in piazza adesso” dice il Popolo viola. E la gente risponde.
Non sono in molti a protestare a Catania, perlopiù di tratta del gruppo dei soliti rossi. Molti adulti e pochi, pochissimi giovani davanti alla Prefettura per dimostrare l’ostilità. Mi chiedo dove sono andati a finire tutti quelli che pure si sono prodigati immediatamente a scrivere sulle loro bacheche telematiche tutte quelle belle frasi sagaci. In una società in cui i forconi non si conoscono più scendere per strada con i mano una tastiera non è proprio la stessa cosa. E allora che Internet prende il posto della piazza. E che per strada ci vadano pure le vecchie leve con le loro bandiere e le loro idee.
È Napolitano adesso a venire contestato, per quella firma che nessuno ha capito o che tutti credono di aver capito benissimo. E mentre sul sito della Presidenza della Repubblica viene pubblicata una lettera ufficiale in cui si giustifica in modo poco convincente la scelta del decreto salva Pdl, per strada ci si chiede quale possa essere stato il ruolo del PD in tutto questo. Ci si interroga sugli accordi di corridoio e si arriva ad una conclusione unanime: la sinistra puzza di Berlusconi.
Davanti alla Prefettura catanese a mostrare che la gente esiste ancora, c’è anche Mimmo Cosentino, del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione comunista. “E’ la prima mobilitazione in risposta alla deriva autoritaria che vive il Paese – dice Cosentino -. Confidiamo in una larga risposta umana del popolo italiano, a partire dallo sciopero generale del 12 marzo indetto dalla CGIL e della manifestazione del 13 marzo indetta dal PD a difesa della legalità repubblicana. È necessario unire i diritti sociali e civili – conclude Cosentino – affinchè si possa ottenere un’alternativa a questo regime repubblicano. La risposta in ogni caso deve venire dalla gente”.
Nessun commento:
Posta un commento