VIDEO: La sentenza Cuffaro
“Totò, come è affettuosamente chiamato da tutti, candidato della Casa delle Libertà alla Presidenza della Regione nelle consultazioni regionali del 24 giugno 2001, il sessanta per cento degli elettori siciliani ha votato per lui, divenendo così il più giovane Presidente che la Regione Sicilia abbia mai avuto.”
Si chiude così, senza curriculum giudiziario, la presentazione di Totò Cuffaro pubblicata sul sito del comune di Raffadali ed in un opuscolo realizzato con la "complicità” di molti commercianti. Probabilmente un’affettuosa dimenticanza voluta dal sindaco, Silvio Cuffaro, guarda caso fratello del mangiatore di cannoli post condanna.
E pensare che la sentenza d’appello dello scorso 22 gennaio è stata peggiore rispetto a quella inflitta in primo grado dal tribunale di Palermo per il senatore dell’Udc, che risulta dimesso dal partito ma non dalla lauta carica in palazzo Madama. Nonostante la condanna a 7 anni per favoreggiamento aggravato di mafiosi abbia interdetto Totò Cuffaro dai pubblici uffici, l’ex governatore siciliano continua ad avere potere di firma su leggi ed emendamenti. Lusso da “cittadino illustre” che la pagina comunale di Raffadali del fratello sindaco gli omaggia dimenticandosi di alcuni cittadini senza condanne: il deputato antifascista e Sindaco Salvatore Di Benedetto , Vittoria Giunti, partigiana e primo sindaco donna della Sicilia, Nino Cuffaro, solo omonimo di Totò, assessore e "cuore pulsante" della cultura di Raffadali per 25 anni al quale è stato intestato il teatro comunale oggi del tutto abbandonato, Mariano Burgio e Michelangelo La Rocca animatori della rivolta contadina, ed i poeti di caratura nazionale Enzo Argento e Salvatore Maragliano. Ad essere sinceri anche Di Benedetto e Giunti ricevettero alcune condanne...
Quelle fasciste. Subite per restituire al popolo italiano dignità. La stessa che gli amici (secondo due gradi di giudizio) di “Vasa Vasa” Cuffaro da sempre cercano di togliere ai siciliani. Ma ognuno si sa, ha i suoi riferimenti etici. Il condannato per mafia lo lasciamo agli amministratori, Sindaco e assessori in testa, e noi ci teniamo le nostre persone per bene. Solo che il sito del comune è la vetrina di tutta la collettività. Sinceramente onorare un condannato per mafia ha poco di onorevole..
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