FINANZIARIA REGIONALE 2010
Le proposte fatte dal Partito Democratico ed approvate con la della legge finanziaria regionale 2010 ne costituiscono parte rilevante ed introducono notevoli innovazioni, oltre che possibilità di sviluppo e crescita economica, pur nella ristrettezza delle risorse economiche disponibili.
Infatti la finanziaria, grazie al PD, prevede, tra l’altro: la possibilità di ripubblicizzare la gestione del servizio idrico, l’apertura pomeridiana delle scuole nelle aree a rischio, l’esenzione dai tickets per le prestazioni specialistiche ambulatoriali (fino a 20.000 Euro ISEE), il rifinanziamento degli ERSU così da poter fornire adeguati servizi agli studenti universitari e sgravi alle famiglie, la possibilità di stabilizzazione per i precari regionali.
Non di secondario rilievo sono le norme di “moralizzazione e razionalizzazione” introdotte: l’obbligo di procedere alle assunzioni nella P.A. attraverso concorsi per soli titoli fino al 2013, l’accorpamento e la riduzione delle società regionali da 27 a 13 e la dismissione di quelle ritenute non strategiche per i fini istituzionali della Regione, l’obbligo di rendicontare i contributi regionali anche per i soggetti gestori delle riserve naturali, la riduzione dei compensi per gli amministratori e per i revisori delle società, l’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni ad attenersi per gli acquisti ai prezzari Consip.
La finanziaria prevede anche importanti incentivi allo sviluppo, riproponendo, purtroppo con risorse regionali, norme già varate dal Governo Prodi e cancellate dall’attuale Governo Berlusconi. Mi riferisco al credito d’imposta (contributi alle aziende che assumono nuovo personale), alle zone franche urbane (aree del territorio in cui le aziende che vi si trovano sono esentate dal pagamento di imposte e contributi), al finanziamento degli interventi sulla viabilità provinciale.
Ritengo giusto ricordare che tra le opere è stata inserita e finanziata la ristrutturazione della piazza Europa di Raffadali.
Tutto ciò solo per citare alcune delle nuove norme introdotte, che insieme allo stanziamento di 100 milioni di Euro per l’agricoltura e a numerose previsioni in favore della cooperazione e della piccola e media impresa, possono dare un forte impulso al nostro sistema economico.
Occorre adesso chiedersi, se l’effetto sarà veramente quello di assicurare un significativo rilancio produttivo ed occupazionale.
Molto dipenderà dalla capacità e dalla rapidità che avrà il Governo Regionale nell’emanare i decreti attuativi delle diverse norme e di attivare la spesa, su questo, in verità, nutro profonde perplessità. Basta considerare che diverse cose positive approvate nella finanziaria dello scorso anno e da noi proposte, sono ancora lettera morta per l’incapacità dimostrata dal Governo Lombardo, mi riferisco per esempio ai cantieri scuola o ai finanziamenti per la ristrutturazione degli edifici nei centri storici.Purtroppo a fronte del disastro siciliano assistiamo ad un Governo Regionale incapace di spendere le ingenti risorse europee, tanto da dover restituire alla Comunità Europea svariati milioni di euro che potevano favorire la crescita economica dell’isola.
Le proposte fatte dal Partito Democratico ed approvate con la della legge finanziaria regionale 2010 ne costituiscono parte rilevante ed introducono notevoli innovazioni, oltre che possibilità di sviluppo e crescita economica, pur nella ristrettezza delle risorse economiche disponibili.
Infatti la finanziaria, grazie al PD, prevede, tra l’altro: la possibilità di ripubblicizzare la gestione del servizio idrico, l’apertura pomeridiana delle scuole nelle aree a rischio, l’esenzione dai tickets per le prestazioni specialistiche ambulatoriali (fino a 20.000 Euro ISEE), il rifinanziamento degli ERSU così da poter fornire adeguati servizi agli studenti universitari e sgravi alle famiglie, la possibilità di stabilizzazione per i precari regionali.
Non di secondario rilievo sono le norme di “moralizzazione e razionalizzazione” introdotte: l’obbligo di procedere alle assunzioni nella P.A. attraverso concorsi per soli titoli fino al 2013, l’accorpamento e la riduzione delle società regionali da 27 a 13 e la dismissione di quelle ritenute non strategiche per i fini istituzionali della Regione, l’obbligo di rendicontare i contributi regionali anche per i soggetti gestori delle riserve naturali, la riduzione dei compensi per gli amministratori e per i revisori delle società, l’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni ad attenersi per gli acquisti ai prezzari Consip.
La finanziaria prevede anche importanti incentivi allo sviluppo, riproponendo, purtroppo con risorse regionali, norme già varate dal Governo Prodi e cancellate dall’attuale Governo Berlusconi. Mi riferisco al credito d’imposta (contributi alle aziende che assumono nuovo personale), alle zone franche urbane (aree del territorio in cui le aziende che vi si trovano sono esentate dal pagamento di imposte e contributi), al finanziamento degli interventi sulla viabilità provinciale.
Ritengo giusto ricordare che tra le opere è stata inserita e finanziata la ristrutturazione della piazza Europa di Raffadali.
Tutto ciò solo per citare alcune delle nuove norme introdotte, che insieme allo stanziamento di 100 milioni di Euro per l’agricoltura e a numerose previsioni in favore della cooperazione e della piccola e media impresa, possono dare un forte impulso al nostro sistema economico.
Occorre adesso chiedersi, se l’effetto sarà veramente quello di assicurare un significativo rilancio produttivo ed occupazionale.
Molto dipenderà dalla capacità e dalla rapidità che avrà il Governo Regionale nell’emanare i decreti attuativi delle diverse norme e di attivare la spesa, su questo, in verità, nutro profonde perplessità. Basta considerare che diverse cose positive approvate nella finanziaria dello scorso anno e da noi proposte, sono ancora lettera morta per l’incapacità dimostrata dal Governo Lombardo, mi riferisco per esempio ai cantieri scuola o ai finanziamenti per la ristrutturazione degli edifici nei centri storici.Purtroppo a fronte del disastro siciliano assistiamo ad un Governo Regionale incapace di spendere le ingenti risorse europee, tanto da dover restituire alla Comunità Europea svariati milioni di euro che potevano favorire la crescita economica dell’isola.
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