martedì 21 settembre 2010

I FEDELISSIMI DI CUFFARO

di Josè Galletto

E’ di alcuni mesi fa la nomina di alcuni nuovi assessori.

Esattamente il 12 marzo 2010 la nuova giunta è stata presentata alla popolazione (si diceva un tempo).

Ebbene il fatto potrebbe passare inosservato –uno dei tanti riassetti – se non fosse per la presenza in giunta di tre nuovi assessori: Pane, Tarallo e Vinti.

Nella mal nutrita area politica di sinistra è stato vivisezionato il sottoinsieme Pane – Tarallo vissuto, da alcuni, come un tradimento.

Come se negli ultimi tempi a Raffadali la prassi fosse d’incanto diventata eccezione.

Nessuno vi ha scorto delle differenze rispetto ai trapassi di appena due anni orsono, eppure erano evidenti.

Come in Aguzzate la Vista iniziamo a comparare situazioni e circostanze.

  1. Intanto rispetto alle condizioni pre-Cuffaro non vi erano elezioni all’orizzonte.
  2. Fatto non secondario, non vi erano e non vi sono, condizioni politiche favorevoli a tutelare nessun specifico interesse (il nuovo look delle Cuspidi è stato, per intenderci, apprezzato solo dai golosi frequentatori).
  3. La scelta di attingere nel campo avversario vede protagonisti un ex assessore della Giunta Tuttolomondo ed un assessore designato da Gianfranco Gueli in quota Rifondazione alle ultime elezioni. Non vi è stata una proposta del duo Pane-Tarallo proveniente da nuovi assetti politici in Consiglio Comunale. Non vi è stata, credo a ragione, la proposizione dei due al Sindaco (come a dire “Signor Sindaco, scusi, un posto di assessore c’è?)
  4. La scelta dei due neo-assessori non è giustificata da possibili investimenti sul capitale votante in capo agli stessi;
  5. La presenza di Pane e Tarallo nella Giunta Cuffaro evidenzia un fatto difficilmente contestabile: dei circa 200 candidati e ben 5.520 votanti a favore del Sindaco Cuffaro nessuno era idoneo a ricoprire quei ruoli. Un elogio grandissimo alle qualità dei due neo-assessori, ma anche (Veltroni docet) la dichiarazione che 5.520 cittadini la cui preferenza è andata al tutt’oggi Sindaco non hanno avuto la preferenza da parte del loro candidato, poi eletto. È singolare ma è così.
  6. Nel 2007 i neo-udc hanno partecipato alle elezioni candidandosi a consiglieri comunali. Solo alcuni, presto dimenticati, sono stati promossi ad Assessori. È il caso di Onofrio Costanza e Puglisi Maria Fausta. Se si eccettua per Franco Tuttolomondo, che da tempo aveva abbandonato Rifondazione, nessuno degli assessori della prima giunta Cuffaro aveva ricoperto incarichi politici di rilievo nella sinistra (PD –Rifondazione). E vi pare poco? Nel 2007 su 5.520 votanti nessuno era idoneo a ricoprire incarichi assessoriali. Dopo attenta ricerca, triennale, due uomini di sinistra ricevono la fiducia del Sindaco a guidare, insieme ad altri, l’Amministrazione Comunale.

Questi i fatti.

Il mio pensiero.

Non mi ha stupito minimante la scelta del Sindaco di nominare Pane e Tarallo, anzi ha rafforzato in me la convinzione che venendo meno il collante la situazione si sarebbe evoluta nel senso che oggi è palesato. Cercare di rilanciare l’attività amministrativa attraverso chi ha già operato per il Paese e chi si era dimostrato disponibile, seppur in altro schieramento, a farlo sin dalle elezioni. A prescindere dalle capacità di entrambi su cui avrà fatto le debite valutazioni.

Non mi stupisce quindi.

E non stupisce soprattutto se si guarda alla nuova tendenza politica esportata da Girgenti. Non siamo certo alle dichiarazioni “il Sindaco al di sopra dei partiti” ma l’idea che si possa mescere tutto dietro all’etichetta “uomini di buona volontà…per il bene del paese..ecc ecc” è transitata, ed è meno latente di quanto si possa pensare, nelle menti di alcuni esponenti politici di Raffadali.

Zambuto, come Lombardo a Palermo, sono casi particolari.

Credo poco alla politica fatta senza la politica.

Ogni partito è portatore di interessi (oramai) prima ancora che rappresentante di istanze di fasce di cittadini o categorie (i lavoratori!) e generalmente la posta in gioco non è così ampia da poter accontentare tutti.

Laddove, poi, si conservino sacche, nicchie, di idee (piffauri ideologismo no..un si dici) la convivenza fra partiti o uomini degli stessi è davvero molto difficile.

Quale poteva essere la strada da seguire.

Intanto le possibilità, come sopra esposto in termini numerici, non mancavano.

Bisognava cambiare rotta dopo aver smarrito la bussola.

E la nomina dei tre (non due notate) nuovi assessori è solo un timido tentativo di percorrere quella strada. Vi era la possibilità di dare segnali, all’elettorato di centro destra, attraverso la scelta di nuovi volti pescati nell’alveo di chi aveva dato la preferenza al Sindaco, di chi si era prodigato nelle campagne elettorali, di chi aveva sofferto in e per quella competizione elettorale.

Nessun segnale. Atti di coraggio e capacità di investire sui giovani, responsabilizzandoli, poche.

Non so chi ha consigliato il Sindaco nelle proprie ultime scelte ma so che, se un consigliori c’è, questo ha sbagliato tattica. Ha sbagliato strategia.

Megliu unu di fora…è assolutamente folle.

Non perché critichi la scelta di Pane e Tarallo, ma perché credo nelle responsabilità. E le responsabilità non vanno condivise solo in certi periodi dell’anno. Vanno assunte e occorre avere la dignità di saperle affrontare con i propri mezzi. Responsabilità che dovrebbero trovare risposte, risorse e sede nell’alveo della odierna maggioranza.

Le scelte elettorali fatte dai cittadini di Raffadali hanno assolutamente ribaltato l’ottica in cui viveva la nostra comunità oramai da quasi un decennio. La forza di questo cambiamento (perché vi è stato un cambiamento) non si è espressa attraverso contrapposizioni di idee, seppur diverse, fra i due pezzi in cui il paese si è trovato diviso. La forza si è espressa attraverso una dimostrazione di muscolarità che ha annientato entrambi.

Si.

Perché finanto che Raffadali è stata il capoluogo della Sicilia nessuno ha osato contraddire le seppur flebili, ma esistenti, linee politiche dell’Amministrazione. Nessuno si è mai sognato di proporre alternative e di chiedere, interrogarsi ma soprattutto farsi dare risposte. Nessuno.

Nel centrodestra è avvenuto lo stesso fenomeno. Nessuno s’interroga, nessuno ha chiesto, nessuno ha proposto per motivi assolutamente analoghi.

Che motivo c’è di fare politica, se la politica siamo noi.

In realtà non si è saputo indirizzare quell’entusiasmo che, seppur indotto dalla consapevolezza di vivere una stagione fondata sostanzialmente sull’interesse e sul bisogno, c’era.

La massiccia presenza di giovani candidati e addirittura una lista di donne avrebbero dovuto rappresentare un bacino da cui attingere la nuova classe dirigente del Paese.

Ma non sono lo sono stati.

Fin qui le scelte di chi Governa.

Andiamo sulle scelte dei due neo assessori. Entrare nel Governo di Raffadali è una scelta assolutamente legittima.

Ma amministrare una città significa portare avanti le proprie idee, il proprio retroterra culturale, aldilà delle contingenze e delle tiratine di giacca, emerge.

Ed invece con stupore (stavolta si) alcune testate (http://www.agrigentoweb.it/torna-a-raffadali-la-settimana-dello-studente_49389/) il 28 maggio 2010 titolavano: “Torna a Raffadali la settimana dello studente”.

Torna? Una prima volta diventava un ritorno.

Questo non lo condivido. Negli ultimi 10 anni gli uomini di Cuffaro si sono contraddistinti per aver voluto, con tutti i mezzi, recidere le radici culturali del Paese.

Inutile far elenchi.

Ma è chiaro che così come è d’uso lo spoil sistem, per il sottogoverno, analoga misura veniva adottata per le consuetudini culturali o pseudo tali di Raffadali.

Recidere non significa sostituire.

Perché per sostituire qualcosa bisogna pensare come farlo.

Bisogna anche spiegare perché lo si è fatto.

Non fare, semplicemente, toglie tutti gli imbarazzi.

All’Assessore Tarallo si è chiesto, ed io dico finalmente, di rimettere in moto una macchina in una sede che da tempo è, solo ufficialmente, dimenticata.

Ma l’aver cambiato il nome, l’etichetta, alla manifestazione (senza peraltro averne cambiato il logo ad esempio) è solo un modo per differenziarsi dal passato.

Io credo che questo non era necessario.

E non è un fatto secondario. E’ solo il sintomo di un disagio. Il disagio di dover pescare nel passato per dare al presente.

Ma d'altronde la scelta dei due neo assessori non fa altro che certificare la sconfitta di un modello culturale che non è mai esistito, manifestando quel disagio vissuto nei decenni rossi a cui non è seguita però nessuna elaborazione alternativa. E allora si cambia l’etichetta e si cerca, se non si è in grado di progettare nuovo, di tranciare il vecchio.

E’ ovvio che questo disagio non appartiene, a rigor di logica, dell’Ass. Tarallo.

All’Ass. Pane sono state consegnate le deleghe Spettacoli ed eventi - Arredo e decoro Urbano - Villaggio della Gioventù - Politiche Giovanili e Sviluppo Economico.

Sono persuaso, come peraltro ho ribadito in altre sedi, che vi sia stata in questi anni di nulla culturale una certa leggerezza nell’assegnazione dell’organizzazione di manifestazioni cittadine (estate raffadalese, carnevale, ecc).

Assegnazione per lo più monopolizzata da un’associazione “Raffadali e Bioetica” e di recente affiancata dalla CAPIT.

Rimango convinto che quanto è stato prodotto dalle due rappresenti efficacemente la somma culturale in capo alle stesse.

Perché vedete avere il compito di organizzare degli eventi non fa altro che rendere pubbliche il proprio modo di intendere ed i saperi che vi stanno dentro.

È passato inosservato ai più, ad esempio, un famoso presepe (famoso per la scomparsa delle pecore distribuite sapientemente su tutto il territorio comunale) in cui era impossibile non notare la presenza di pastori con le camicie a quadretti.

E’ passato inosservato il fatto che una manifestazione di intenso valore come Giovaniassieme (anche nel nome) sia scomparsa a favore della Corrida (che è altra cosa).

Bisogna avere il coraggio, oggi, di ricercare nelle risorse del Paese qualcuno che sappia che a Betlemme vi nacque solo Gesù e che non vi è mai stato il miracolo delle camicie a quadretti.

Non appare tuttavia un compito arduo.

Così come non appare arduo il compito di dover dare sede alla Consulta Giovanile.

Ho atteso 2 numeri del FATTO LOCALE per valutare quale sia (ed è stato chiaro anche in quella sede) il peso che l’Amministrazione ha dato a questa creatura.

Leggo il numero di Ad Est di Agosto.

Ringrazio Gaetano Alessi, pubblicamente, per le belle parole spese nella lettera inviata all’Ass. Pane.

Lo ringrazio anche, da cittadino, per il suo continuare a mettere sale con la propria attività, da migrante, su Raffadali.

Nell’ultimo numero ho apprezzato l’articolo di Nino Cuffaro in cui mette nero su bianco fatti e idee.

Mi pare una bella rampa di lancio per le nuove generazioni.

Ma i FEDELISSIMI?

È il paradosso.

Ma i fedelissimi di Cuffaro siamo noi.

Siamo gli unici che gli staremo sempre di fronte.

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