sabato 13 novembre 2010

Tanto per gettare un sasso nello stagno

Carissimo Prof. Dott. Geol. Paolo Vizzì, vedo con piacere che hai più titoli di me, e prendo atto che il tuo manifestarli è dipeso dalla mia ostentazione. Però adesso sappiamo qualcosa in più l’uno dell’altro. E riguardo al tema che stiamo trattando aggiungo che mia suocera è veneta, mio suocero è calabrese, e mia moglie è nata e vissuta a Varese. Io sono ovviamente di Raffadali, ma dopo trent’anni che vivo in Lombardia posso ancora sentirmi siciliano ma non posso esserlo, perché solo in Sicilia si può essere siciliani. Per quanto concerne l’unità nazionale, ti consiglio di salire sulla Montagna Grotticelle e osservare l’orizzonte. L’unità nazionale è come l’orizzonte che tutti vedono ma che è impossibile raggiungere. Dov’è quest’Unità d’Italia? Con i settentrionali che votano lega per un sentimento di basso ventre (infatti il loro capo dice a parole di averlo sempre duro) e i meridionali che votano per il do ut des: culture agli antipodi, o per meglio dire inculture completamente diverse. Come fai a spiegare a un operaio lombardo che, dopo trent’anni di lavoro in fabbrica o altrove, non riesce neppure a comprarsi un bilocale, che a Raffadali tutti hanno almeno un appartamento, tanti persino palazzi, oltre che seconde case in campagna e terze al mare (per fortuna che a Raffadali non ci sono montagne sennò anche quelle sarebbero coperte di ville in montagna), in virtù di una buona minestra di maccu, la cui prelibatezza fa crescere cittadini intelligenti e dotati di senso civico? Riguardo all’intelligenza già Vitaliano Brancati asseriva che il popolo siciliano è il più intelligente d’Europa. E io sono d’accordo con lui, tanto intelligente che ha capito il gioco delle tre carte dei politici e si regola di conseguenza. Riguardo alla solidarietà dovresti spiegare, sempre al solito operaio lombardo, chi paga, se non lui, i lauti stipendi degli impiegati regionali sparsi per l’isola (sembra che siano sette volte quelli lombardi) oltre che gli osceni appannaggi degli inquilini del Palazzo dei Normanni. Non vado oltre, il resto lo potrai leggere sul mio libro del quale ti anticipo la quarta di copertina in modo da darti l’idea di come la penso:
“Se in Sicilia c’è la mafia, una parte del popolo siciliano non può considerarsi innocente. Questo in sintesi il tema di fondo di questo libro. Combattere la mafia col sacrificio di migliaia di servitori dello Stato e privati cittadini è inutile. Per ogni cento mafiosi che vengono assicurati alla giustizia ce ne sono altri mille pronti a sostituirli. Non si può debellare la cultura mafiosa con la repressione di quelli che delinquono, perché costoro sono solo la punta dell’iceberg. La mafia da contrastare è quella sommersa, fatta da innumerevoli formiche mafiose che lavorano incessantemente per procurarsi vantaggi ridicoli gli uni sugli altri. Ma contro questa mafia giudici e poliziotti nulla possono. Per combattere questa mafia ci vuole…”

Ricambio il saluto

Sono e mi firmo, semplicemente


Pasquale Faseli

1 commento:

bruno ha detto...

La quarta di copertina fotografa in maniera chiara la realtà delle cose; ognuno di noi non può considerarsi innocente ed è vero. Però alcuni passaggi della lettera mi sembrano sfiorati da un po di demagogia......sul perchè un operaio non può permettersi un bilocale in Veneto, mentre a Raffadali tutti hanno una casa, forse la risposta è molto più complessa ed articolata di come voglia fare intendere lei nella lettera...può essere, anzi spero, che mi sbagli, ma io ho inteso che se vogliamo far capire all'operaio del veneto come si fa ad avere una casa a Raffadali, dobbiamo tirare per forza in ballo la criminalità e l'imbroglio.....i nostri politici fanno schifo, è vero, ma la tangentopoli del nord non è stata un'invenzione dei giudici, (a meno che lei non la pensa come il nostro presidente)....sono però d'accordo con lei quando sostiene che l'unità è impossibile è come l'orizzonte, perchè troppe sono le differenze storiche, antropologiche, culturali che ci rendono diversi, ma d'altronde non c'è da scandalizzarsi, abbiamo un territorio ricco di prodotti tipici (IGT, IGP, DOC, DOGT ecc) che non sono altro che la testimonianza di queste complesse diversità.....ma proprio perchè l'unità è come l'orizzonte, anche se non lo possiamo toccare con mano, lo possiamo vedere e lo dobbiamo vedere!
Cordialità