Una domanda: cosa hanno fatto gli amministratori per i giovani fino ad oggi (tranne farli sfilare mezzi nudi e neanche maggiorenni in piazza e fottergli un po di soldi dai premi del Carnevale) ?
E anticipiamo una risposta : se mai dovessimo fare un parallelo tra le attività svolte da noi e quelle dell'amministrazione negli ultimi 8 anni, qualcuno (e non noi) non ci farebbe una grande figura.
Potremmo continuare a fare e ricevere polemiche, ma non è questa la strada per garantire un futuro ai nostri ragazzi quindi recepiamo l'appello di Silvio Cuffaro (dove sia vissuto fino ad ora resta un dilemma) e siamo pronti ad ogni confronto, pubblico, cartaceo e virtuale con chiunque.
Siamo disponibili ad intraprendere un cammino comune mettendo a disposizione la nostra piccola struttura per aggregare, includere e creare nuove "narrazioni".
Noi ci siamo (come sempre), ma gli altri oltre i comunicati stampa avranno voglia d'impegnarsi davvero?
Gaetano Alessi
di Salvo Di Benedetto
A meno di due anni di distanza dall’operazione “Mini One”, che portò all’arresto di diversi giovani raffadalesi, per spaccio di droga, un nuovo colpo è stato assestato ieri notte dalle forze dell’ordine agli spacciatori locali. Con la nuova operazione, denominata “Pit stop” sono stati bloccati il trentunenne, disoccupato, Antonio De Juri, calabrese, nato a Cosenza, ma residente a Raffadali, Leonardo Vecchio, 43 anni, nato a Como e residente a Raffadali, Salvatore Russo, 32 anni, autotrasportatore, già agli arresti domiciliari per detenzione di armi. Il fratello di quest’ultimo, Luciano Russo di 35 anni, è stato invece arrestato a Ravenna, dove risiede, e condotto nel carcere della cittadina romagnola per detenzione di armi da guerra. Il cinquantenne Pietro Sciarratta è stato posto invece agli arresti domiciliari per detenzione illecita di armi e munizioni. L’accusa per gli altri “raffadalesi” è invece di detenzione e spaccio di stupefacenti e detenzione di armi da guerra, e per questo motivo sono stati tradotti presso il carcere circondariale di contrada Petrusa, in attesa dell’interrogatorio. Coloro i quali dunque pensavano, o quantomeno, speravano che con l’operazione antidroga di due anni addietro, fosse stato sferrato un colpo mortale agli spacciatori in città, dovranno, purtroppo, ricredersi.È indiscutibile che Raffadali è una piazza che “tira”, e la malavita è pronta a rischiare ed organizzarsi pur di non perdere i profitti derivanti da un mercato, evidentemente, piuttosto florido. Pare, infatti, che gli introiti provenienti dallo spaccio di cocaina ed altre sostanze stupefacenti, si aggirasse addirittura attorno ai 50 mila euro al mese. Una cifra esorbitante, se rapportata al numero di abitanti a Raffadali. A questo punto, è opinione diffusa in paese, che le varie istituzioni, amministrazione comunale, scuola, chiesa e associazionismo in genere, assieme soprattutto alle famiglie, dovranno confrontarsi con il problema e cercare di porvi rimedio. A tale proposito, il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, in questi giorni a Padova per l’assemblea dei comuni italiani, ha fatto sentire la sua voce. “Voglio complimentarmi con l’Arma dei carabinieri – ha dichiarato Cuffaro – per questa brillante operazione che restituisce un po’ di tranquillità e serenità alle nostre famiglie. È evidente però – ha aggiunto il sindaco – che la sola attività di repressione non è sufficiente e che tutti, istituzioni in primis, dobbiamo fare qualcosa di più. Per quanto mi riguarda, assieme all’amministrazione, al consiglio comunale e ai sindacati e a quanti vorranno unirsi a noi, cercheremo di intensificare le iniziative sociali, culturali e ricreative in maniera tale da incidere in maniera positiva sul tessuto sociale delle nuove generazioni”.
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