sabato 26 marzo 2011

Legge elettorale - Di Benedetto: "non voto una legge porcata"


“È stato cancellato il doppio turno per la scelta del sindaco per 547.605 siciliani. Siamo partiti puntando alla doppia scheda e siamo approdati al turno unico: perfino Pirro avrebbe saputo fare meglio!”. Lo dice Giacomo Di benedetto, deputato regionale del PD, a proposito della riforma elettorale approvata ieri dall’Ars.

“L’Ars ha approvato una pessima riforma, un pateracchio con tre diversi sistemi elettorali: maggioritario, turno unico e doppio turno. Il voto confermativo, pur essendo migliorativo rispetto all’attuale voto di trascinamento, è ben lontano dall’ipotesi di doppia scheda che ci eravamo, come PD, prefissi di introdurre nella riforma elettorale”.
Nel corso dell’intervento in aula, Di Benedetto ha motivato il suo voto di astensione, in difformità dal resto del gruppo del PD.
“Avere cancellato col nostro voto il doppio turno nei comuni da 10 a 15 mila abitanti – ha detto - è, a mio giudizio, un atto suicida per le forze progressiste che hanno sempre tratto vantaggio dal ballottaggio, indubbiamente più libero. Abbiamo consegnato questi comuni all’ingovernabilità e per di più abbiamo aperto la strada all’ipotesi di estensione, in futuro, del turno unico anche per i comuni con più di 15 mila abitanti, cosa fortemente richiesta dal PDL. Potremo ritrovarci sindaci eletti con appena il 30% dei voti e senza maggioranza in consiglio. Ritengo infine estremamente grave non avere mantenuto la previsione del testo iniziale che introduceva la possibilità di voto referendario sulla fiducia al sindaco: in questo modo abbiamo espropriato i siciliani di un potere di controllo sul primo cittadino”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più si va avanti e più la democrazia diventa una finzione, un guscio vuoto.
Si è cominciato col maggioritario e con l'elezione diretta del sindaco, poi con lo sbarramento al 5%, ora con i sindaci che vengono eletti col 30% dei consensi.
Non si è ancora toccato il fondo di questa deriva a-democratica, di questo scivolamento lento e silenzioso verso forme di autoritarismo fascistoide?
Alle ultime comunali c'erano 13 liste, alle penultime 12. Tutte queste belle riforme hanno dato questo grande risultato. Nella vituperata vecchia repubblica erano presenti 3-4 liste, ed il voto era più chiaro perchè le liste erano intestate a partiti riconoscibili. Oggi è un pullulare di raggruppamenti anonimi dietro cui c'è tutto e il contrario di tutto.
Un' osservazione ingenua: le leggi elettorali si fanno per dare vantaggi a questo o quel partito- a proposito delle lagnanze per il turno unico nei comuni da 10 a 15 mila abitanti- o per garantire rappresentanza al popolo? Anche su questo versante la politica è scivolata in basso.
vincenzo