domenica 2 ottobre 2011

BESTIA A CHI?


Di Paolo Vizzì

Con bestia appelliamo un animale, un individuo privo di intelletto, un essere che regola
il suo comportamento soltanto attraverso l'istinto.
Il termine, nell'accezione comune, è fondamentalmente deteriore, se riferito ad un essere umano indica disprezzo. In generale però il significato di base è quello di animale, che se piccolo e dolce è una bestiola, quindi degna di affetto o amore.
La fiera del Rosario di Raffadali ha una sua parte dedicata agli animali, che come da tradizione, prima dell'inverno venivano venduti ed acqustati per le esigenze della famiglia o dell'azienda. La tradizione rimane tuttora IMMUTATA, ma non sono immutate le sensibilità e la coscienza che un animale o bestia che dir si voglia ha dititto ad essere trattato con il rispetto dovuto ad ogni essere vivente. Ho sempre ritenuto che un allevatore debba innanzitutto avere cura dei propri animali cercando di crescerli nel migliore dei modi, oltre che per un interesse materiale legato al loro valore, anche per l'amore che ognuno di noi mette nel proprio lavoro. Le scene viste stamattina sono definibili soltanto in un modo: indegne. Indegne di un paese civile, indegne di un popolo che si dibatte nella ricerca di una normalità negata da tante anomalie sociali, indegne di chi ha sul cruscotto della macchina la foto della Madonna e poi tortura poveri animali rei soltanto di essere nati nelle mani sbagliate. Questo si vedeva stamattina tra le bancarelle ed i viali improvvissati di una specie di incontro tra Bestie che vendevano bestie. Pecore gravide rinchiuse nel cofano di utilitarie, agnelli incaprettati buttati a terra sotto un sole impietoso, capre legate ad un palo con fili di spago aggrovigliati tra loro, gente a cavallo in mezzo alla folla, conigli ammassati in gabbie minuscole, agnelli neonati che belavano disperati. Per carità, in molti casi gli animali erano ben tenuti e curati, ma troppe erano le situazioni inaccettabili. Nulla di tutto ciò dovrà più accadere, Raffadali non dovrà mai più dare la piazza ad uno spettacolo così drammatico, un genitore che porta i propri bambini a vedere la fiera non può trovarsi di fronte a torture simili. La tradizione della fiera è parte fondamentale dell'identità raffadalese ed è sacrosanto che sia mantenuta ed anzi valorizzarta, ma non è possibile continuare ad assistere a queste torture senza intervenire con decisione. Ad Est, con i suoi ragazzi si impegna fin da ora, e con tutti i metodi possibili, ad impedire che vengano esposti animali tenuti in queste condizioni. Ci chiediamo inoltre se l'amministrazione, o ciò che ne resta, abbia mai avuto sentore di ciò che accade laggiù e se abbia mai pensato di prendere qualche provvedimento preventivo in merito alla garanzia che gli animali esposti siano trattati e non maltrattati. Anche questo è un impegno di AD Est, e per ciò solleciteremo anche la chiesa, visto che questa è soprattutto una festa religiosa, affinchè i festeggiamenti per la madonna non si sposino con le sofferenze di tanti ignari animali.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto, Paolo anche io ho notato la stessa cosa questa mattina. Non si ha più amore per gli animali per la terra e per il decoro del paese. Il paese sembra abbandonato a se stesso e dove altri fanno manifestazioni per pulire il mondo noi ci attrezziamo per fare l'opposto. Saluti Tonino.

Anonimo ha detto...

Paolo che dire l'ennesima carognata che la dice lunga sul senso civico..certo che è dura poi dover spiegare ad un bambino perchè una animaletto debba soffrire in questo modo. Intanto segnalo una pubblicità che recita queste parole.." se li ami li sterilizzi.(gli animali) " chissà se sterilizzassero l'ideatore del manifesto. Se tanta sciiiienza alla fine si riduce a questo..è meglio che ci diano un taglio!! iniziando da loro stessi. (Riky Ragusa)

http://www.lav.it/uploads/30/13838_sterilizzazione_2_ante_2009.pdf

Salvatore Paci ha detto...

Spero vivamente in un superamento di quelle che vengono chiamate “tradizioni” fin da troppo tempo portate avanti da chiese, sindaci, “parrini”, cittadini e “mafiosità” varie.
Non solo dal punto di vista delle feste paesane ma anche da quello alimentare, incentivato anche da medici, leggende, ignoranza in buona e cattiva fede, media ecc. Sì, perchè non dobbiamo dimenticare che questi maltrattamenti accadono in scala milioni di volte maggiore ogni maledetto giorno in tutto il mondo ma, ovviamente, lontano dai nostri occhi. Riflettiamo su queste immagini, riflettiamo sul perchè i maltrattamenti animali ci impressionano tanto; sarà forse perchè non è nella nostra natura vederli soffrire e a maggior ragione vederli allevare, tirare, legare, picchiare, sparare, sgozzare, affettare e … mangiare?
Non si tratta di estremismi. Mi si potrà infatti rispondere che esistono realtà meno cruente e che gli animali vengono trattati bene e bla bla bla. Ma a che serve trattare bene un animale per poi tradirlo impunemente (perchè uccidere per “nutrirsi” non è reato ma è addirittura un diritto) e mangiarselo?
Detto ciò, noto con piacere che a denunciare questi fatti non sono sempre le solite associazioni animaliste ma, questa volta, una redazione, un blog, un’organizzazione che mira a sollecitare le menti di un paese dell’entroterra siciliano come Raffadali.