giovedì 29 settembre 2011

Azzerati


di Gaetano Alessi

Con l'azzeramento della settima, od ottava (non ricordo bene) giunta Cuffaro è definitivamente finita l'esperienza del "fratellino" al comando di Raffadali. Avuta come un giocattolo da un più che riluttante capostipite quattro anni fa
Silvio Cuffaro è riuscito nell'arduo compito di far rimpiangere Nino Casalicchio (che era riuscito nell'arduissimo compito di far rimpiangere la seconda giunta Tuttolomondo) dimostrando la sua totale incapacità politica e amministrativa quando il fratello prima è finito nelle mani della giustizia e poi in quelle della polizia penitenziaria. Avrebbe potuto (e dovuto) lasciare il giorno dopo la condanna di Totò Cuffaro, ma così, e credo mal consigliato, non è stato. Quell'operazione avrebbe consentito ai suoi eredi di "sganciarsi", abiurare il padre e tentare da abili "surfisti" di ricollocarsi e gli avrebbero evitato le pernacchie che ormai l’inseguono ovunque in paese. Ed è questa l'operazione che si sta cercando di fare ora. Magari sotto la guida di abilissimi strateghi come Stefano Catuara (mi vien da ridere). Da oggi a poco più di un mese vedrete gli ex assessori fare comunicati di fuoco contro Cuffaro, cambiare casacche, strizzare l'occhiolino al Pd, cercare di passare a sinistra, in poche parole cercare di salvare lo stesso potere che da 12 anni detengono. Faranno come Scajola dicendo "eravamo schiavi di un condannato per mafia e famiglia, ma a nostra insaputa!!!". Silvio Cuffaro sarà lasciato alla deriva, come i vecchi elefanti che scelgono di morire da soli, magari troverà qualche scintino pronto a fargli da assessore (il mondo è pieno di Filippi Tarallo), ma credo che si avvii mestamente alle dimissioni. Non c'è più il tempo e lo spazio per mettere in atto gli ultimi scempi come un piano regolatore che garantisca tutti coloro che hanno comprato terreni a valle delle Cuspidi (tra cui mezza giunta e affini) ed a marzo scadono i contratti degli articolisti al comune, chi si prenderà la responsabilità di rifarli in un periodo di assoluta mancanza di risorse? In pratica scappano come i vigliacchi, ma non c'era da aspettarsi altro. In tutto questo il Pd (unica forza politica organizzata in paese che conta 5 consiglieri comunali, uno provinciale e un parlamentare regionale) esce con un comunicato ambiguo: "A giudizio dei democratici raffadalesi è necessario che le prossime elezioni segnino uno svolta nel governo del paese, affidandone la guida alle forze progressiste e di rinnovamento. Pertanto il Partito Democratico dichiara la propria inconciliabilità politica e programmatica con le forze che attualmente amministrano Raffadali. Al contempo il Partito Democratico invita le forze della sinistra, quelle progressiste e quelle del centro, che sostengono la maggioranza alla Provincia ed alla Regione, ad avviare un percorso comune che, a partire da un programma condiviso, si traguardi ad una alleanza politica per le prossime elezioni amministrative". Il problema è che tra quelle forze c’è l’Udc rappresentata a Raffadali da Totò Librici e Claudio Di Stefano, “surfisti” della prima ora e adoratori, quando era in auge, di quella famiglia Cuffaro che secondo il Pd non è degna di nessuna attenzione. Ci dica ora Giacomo Di Benedetto, senza ambiguità, con questi uomini il Pd fa accordi? Noi no. Nel numero di AdEst in corso abbiamo indicato cosa vorremmo che si facesse nei primi centro tre giorni di un’eventuale nuova amministrazione, abbiamo chiesto il percorso delle primarie, abbiamo lanciato proposte, la gente risponde, i cittadini rispondono, il colpo d’occhio della manifestazione del 16 settembre in piazza Europa ancora riempie gli occhi ed il cuore, ma tace la politica. Sapete perché? Perché ha paura del nuovo, perché ha paura che le persone tornino a contare, ha paura che tutte le ambiguità, il politichese, il “volemose bene” su cui hanno lucrato poche famiglie sparisca. Hanno paura che uomini e donne fuori da ogni contesto di potere rivoltino come un guanto il paese, magari con spregiudicatezza, senza guardare in faccia nessuno, ponendo come unica stella polare i bisogni dei cittadini, mettendo a servizio di tutti le proprie competenze, le proprie professionalità, il proprio coraggio. Si, serve un atto di coraggio. Silvio Cuffaro è finito, Luigi “RobertRedford” Argento e Peppuccio “indennità” Sicurello non rappresentano nulla, all’infuori di loro stressi e del loro conto in banca. La sinistra al governo era durata 53 anni, il cuffarismo 10, quello che verrà dopo lo decideranno i raffadalesi, ma spero che sia più libero, più dignitoso, più equo. Siamo migliori di quello che sembriamo. Dimostriamolo.

L'ultimo numero di AdEst
http://gaetanoalessi.blogspot.com/2011/09/ad-est-settembre-buona-lettura.html

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