di Michelangelo La Rocca
Sono trascorsi quasi diciotto anni dal 26-1-1994 quando Silvio Berlusconi annuncio la sua discesa in campo per salvare l’Italia, il Paese che disse di amare. Ed oggi, 8-11-2011 questa tormentata storia d’amore (?!) sembra giunta al suo epilogo con l’annuncio delle sue dimissioni da presentare dopo l’approvazione della legge di stabilità. Dimissioni , si badi bene, non date ma annunciate in perfetto stile berlusconiano, inquietante e sconcertante allo stesso tempo. Fossi in Napolitano o nelle forze dell’opposizione non starei tranquillo: l’uomo è imprevedibile, capace di tutto, dalle mille risorse usate quasi sempre non per il bene dell’Italia e degli italiani. Siamo ancora dentro la passione della cronaca e non è possibile dare un giudizio storico, ci vorranno anni prima che un giudizio pacato ed al riparo delle onde emotive possa essere dato. Una cosa è certa sin da ora: è stato un quasi-ventennio sconcertante in linea con il profilo di assai dubbia democraticità di questo discusso e discutibile leader politico.
Un’altra cosa è indiscutibile: è stato un quasi-ventennio duro e difficile per l’Italia e gli Italiani. Nel 94 l’Italia era in crisi, oggi è sull’orlo ( e forse anche oltre) di un baratro: la bancarotta finanziaria è più che probabile, il discredito internazionale è sotto gli occhi di tutti. La risata di Sarkozì e della Merkel risuona ancora umiliante e beffarda nelle orecchie di tutti gli italiani che amano il loro Paese, mai era successa una simile umiliazione, neanche nell’immediato dopo-guerra quando una nuova classe politica fu chiamata a raccogliere la pesante eredità dei disastri mussoliniani. Un’epoca, quindi, sembrerebbe chiusa, con un personaggio come Berlusconi, però, il condizionale è d’obbligo, in ogni caso, tuttavia, nulla sarà più come prima.
Tanti hanno atteso questo momento, ora che sembra arrivato il Paese guarda attonito la montagna da scalare per riappropriarsi del suo destino, della sua, della nostra dignità. Serve coraggio, serve uno scatto d’orgoglio, serve unità: le macerie da rimuovere sono tante ed ingombranti: in bocca al lupo all’Italia, in bocca al lupo a tutti noi!
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