domenica 18 dicembre 2011

Il mesto Cuffaro, l'ardito Salemi, il saggio Virone e lo "scaricato" Librici - cronaca di un consiglio comunale scadente.

di Gaetano Alessi

Mesto, capo chino, rassegnato. Sembra un altro uomo. Abbandonato anche da chi dalle sue tasche aveva pescato incarichi e copertura politica (per ultimo il braccio sinistro Luigi Argento). Eppure vedere Silvio Cuffaro durante l’ultimo consiglio comunale regalava, più di mille parole, l’immagine di un uomo che è sempre stato nel posto sbagliato, ma che solo ora si accorge di esserlo.

Ai suoi fianchi i resti della sua armata Brancaleone, pseudo assessori su cui campeggia la figura del Galvano intento ad annuire ad ogni parola, pure ai silenzi, a dimostrazione che non ci stava capendo mica molto di quello che si diceva in quell’aula. Assente il vice sindaco Farruggia, ma la sua mancanza non era percepita da nessuno. Pesante invece quella di Stefano Iacono Manno, forse impegnato con il fratello Giovanni ad organizzare quello che potrebbe essere il rientro più pesante nella politica raffadalese degli ultimi 15 anni.

Consiglio comunale povero. Solo tre punti di cui due di facile approvazione. Il terzo invece dava modo alla sala di svegliarsi un poco ed al Cuffaro di prendere un minimo di colore.

Dovete sapere che la politica raffadalese produce un fuso orario talmente devastante che da due mesi una compagine amministrativa è operativa, ma la sua presentazione in consiglio avviene 60 giorni dopo. Il mesto Cuffaro con poche parole cerca di sbrigare la pratica, adducendo problemi d’incomprensione con l’ex assessore Salvatore Librici tali da costringerlo a cambiare la squadra amministrativa, e dimostrando di avere, oltre con Librici, qualche seria incomprensione anche con l’italiano, chiudendo l’intervento con un “ Ho realizzato il programma elettorale con cui mi sono consultato durante la campagna elettorale” che fa rabbrividire pure il non superbo Angelo Salemi, seduto al mio fianco. Tutto finito? Macché! Come dicevano i Litfiba “lo spettacolo deve ancora cominciare”! Aldo Virone del Pd dai banchi dell’opposizione (ultimamente sempre più affollati) attacca: “Sindaco lei non si può permettere di derubricare accuse pesantissime come quelle rivolte a Librici con “incompatibilità personali”, Librici insieme a lei ha gestito la cosa pubblica negli ultimi quattro anni, com’è possibile che oggi lei adduca allo stesso tutte le storture e i fallimenti della sua amministrazione? Le incompatibilità personali possono valere quando si gestiscono i fatti propri, non quando si gestiscono i soldi e gli interessi della collettività”. “Consigliere Virone” risponde Cuffaro “io sono laureato in legge e sono un avvocato (come ci sia diventato è meglio sorvolare n.d.r), sabato sono stato due ore in questura a rendere dichiarazioni alle autorità competenti, perché nel comportamento di alcuni dirigenti comunali c’era e c’è qualcosa che non mi convince, spero che tutto si risolva in una bolla di sapone, ma io sono conseguente alle mie dichiarazioni”.

“Caro Sindaco lei aveva dichiarato che con questa giunta avrebbe cambiato marcia, infatti era di prima ed ha innestato la retro marcia” la butta sull’ironia Salvatore Salemi, che però alla fine piazza una stoccata pesante: “Siamo sicuri dei malumori della gente, alla quale ogni giorno tastiamo il polso, che è esausta di questo modo di condurre la vita della Casa Comunale! Non ci sentiamo dei giudici e infatti riteniamo che la valutazione di un’amministrazione vada fatta dagli elettori. Per questo motivo la invitiamo caldamente a ricandidarsi alle amministrative 2012, convinti come siamo che le urne le riferiranno le stesse perplessità, le stesse critiche, e lo stesso giudizio (NEGATIVO) che noi le rappresentiamo in quest’aula!”.

Cuffaro mastica amaro ma non si scompone, l’unico momento di gloria è quando mette a “cuccia” il consigliere dell’Udc Claudio Di Stefano che l’accusava, in maniera molto blanda, di non averli minimamente consultati durante la creazione della nuova giunta. “Caro Di Stefano” ha risposto il sindaco, “non è che posso dar conto a chiunque si mette una medaglietta sul petto e si fa chiamare segretario di partito”. Poi rivolto a Salemi, “ Per ricandidarsi occorre entusiasmo ed io l’ho perso strada facendo (e noi non l’abbiamo mai avuto n.d.r), di una cosa sono certo, che se dovessi rifarlo non lo farei con la gente che ho cacciato via”.

Il consiglio comunale si chiude con gli uomini dell’Udc totalmente sbiancati in volto e con una nostra considerazione: che se il Pd, come affermano gli ultimi comunicati stampa, si sta “caricando” quello che Cuffaro ha scartato, non è proprio un bel viatico per il futuro.



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